renzi villa

RENZISMI IMMOBILIARI - L’EX SEGRETARIO DEL PD HA FIRMATO IL ROGITO PER L’ACQUISTO DELLA VILLA DA 1,3 MILIONI DI EURO - HA ACCESO UN MUTUO (IL QUARTO!) DA 900 MILA EURO - A OGGI 4.250 EURO DELLO STIPENDIO DEL SENATORE VANNO A RIPAGARE I PRESTITI OTTENUTI DALLE BANCHE - CIO’ CHE SORPRENDE DELL’ACQUISTO È LA TEMPISTICA: I VECCHI PROPRIETARI DELLA VILLA AVEVANO…

1 - RENZI DAL NOTAIO: LA VILLA DA 1,3 MILIONI DI EURO È SUA

Davide Vecchi per “il Fatto quotidiano”

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

 

Matteo Renzi ha perfezionato l' acquisto della villa fiorentina a pochi passi da piazzale Michelangelo. Lunedì pomeriggio è tornato nello studio del notaio Michele Santoro per firmare il rogito. Si è presentato da solo con la procura firmata dalla moglie, Agnese Landini. In questo stesso studio, a metà giugno, aveva firmato il preliminare e versato 400 mila euro d'acconto con quattro assegni circolari da 100 mila euro ciascuno.

Mancavano 900 mila euro. Per i quali il senatore del Pd ha provveduto con un mutuo.

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

 

Quando un mese fa il quotidiano La Verità pubblicò la notizia del preliminare, Renzi smentì con un corposo comunicato. "Matteo Renzi e la sua famiglia stanno da tempo cercando un'abitazione a Firenze. Al momento non ha concluso l'acquisto di un'abitazione a Firenze".

 

Era il 29 giugno scorso. Pochi giorni dopo era tornato sull' argomento bollando come "schifezze" le reazioni sul suo interessamento alla villa: del resto appena sei mesi prima era andato in tv a mostrare un conto corrente con un saldo in attivo di 15 mila euro. Legittimo dunque chiedersi dove ha trovato 1,3 milioni in un così breve lasso di tempo. Nella enews polemizzò: "Oggi posso avere ulteriori entrate, tutte pubbliche, tutte trasparenti. Queste entrate mi permettono persino di prendere un mutuo".

 

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

In meno di un mese si è risolto tutto. Del resto è un vero affare. Una villa da 276 metri quadri calpestabili, 11,5 vani distribuiti su due livelli, con un salotto triplo open space, grande cucina, tre camere con altrettanti bagni, studio e terrazza. Oltre a un parco da 1.580 metri quadri. Il tutto in via Tacca, una strada chiusa che termina con la storica residenza Spadolini e confina con il viale che porta a piazzale Michelangelo.

Una delle zone non solo più belle ma anche esclusive e ricercate di Firenze. Per un prezzo ritenuto da molti immobiliaristi cittadini ottimo: 1,3 milioni.

 

Un affare, quindi, che Renzi non poteva farsi scappare. Da oltre un anno ha messo in vendita la sua abitazione di famiglia a Pontassieve per 900 mila euro, ma ancora non è riuscito a venderla. Quindi per comprare in via Tacca ha dovuto accendere un mutuo.

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

Il quarto. L'ex premier ha già ben tre finanziamenti accesi.

 

Uno risale al 2004, 300 mila euro dilazionati in 20 anni con una rata mensile da 1.600 euro proprio per l' abitazione di Pontassieve. Un secondo sottoscritto nel 2009 per 160 mila euro da restituire a 800 euro ogni 30 giorni. Infine il terzo nel 2012 quando i genitori Tiziano e Laura Bovoli hanno venduto la casa di Rignano sull' Arno ai tre figli (Matteo, Benedetta e Matilde) che hanno stipulato un rateo da 1,3 milioni di cui 325 mila a carico dell' erede politico per 1.850 euro mensili. In tutto, dunque, a oggi 4.250 euro dello stipendio del senatore vanno in mutui.

 

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

Ma oltre alla sorprendente disponibilità economica, a colpire è la tempistica dell' acquisto: i vecchi proprietari della villa avevano presentato domanda di condonare alcuni abusi nel 1986 e il Comune di Firenze ha risposto accogliendo la richiesta solamente a fine 2017, dopo ben 31 anni. Neanche il tempo di ricevere la comunicazione che è arrivato Renzi con quattro assegni per firmare il preliminare e lunedì scorso il rogito.

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

 

2 - RENZI FIRMA PER LA CASA FIORENTINA. "OGNI PASSAGGIO SARÀ RESO PUBBLICO"

Fabrizio Morviducci per https://www.lanazione.it

 

Da Pontassieve a Firenze. Matteo Renzi cambia casa; oggi probabilmente sarà il giorno decisivo per l’acquisto della villa fiorentina dove l’ex premier si trasferirà con la famiglia dopo i necessari lavori di ristrutturazione.

 

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

Renzi ha appuntamento in uno studio notarile del centro di Firenze per le ultime formalità relative all’acquisto dell’immobile, che si trova nella zona del piazzale Michelangelo. Lo stesso dove si è recato nei giorni scorsi, giacca beige, pantaloni blu e camicia oxford, posteggiando il suo scooter 50 di cilindrata, suonando il campanello ed entrando nell’ufficio del notaio.

 

Nello studio la volta scorsa l’ex segretario del Pd è rimasto per quasi quattro ore; alle 16,30 è sceso in strada. «Quando il percorso sarà concluso – ha detto – tutte le informazioni saranno rese pubbliche, come peraltro prevede la normativa per la trasparenza dei parlamentari».

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

 

Ma oltre l’ufficialità degli atti necessari per la trasparenza dei parlamentari, quello di oggi con buona probabilità potrebbe esssere l’atto conclusivo con la firma per la casa che si trova sulle colline intorno al Piazzale. A vendere l’abitazione Giusto Puccini, docente di diritto pubblico all’Università di Firenze, (padre dell’attrice Vittoria) e sua sorella Oretta. Una casa di meno di 300 metri quadri con giardino che si trova in via Pietro Tacca. In tutto 11 stanze su due piani triplo salotto, grande cucina abitabile, studio, tre camere e tre bagni, una terrazza per un valore stimato in un milione e 200mila euro più o meno.

LA VILLA DI MATTEO RENZI A FIRENZE

 

Diversi sopralluoghi sono stati effettuati nell’abitazione nei giorni scorsi; di certo ci sono passati anche gli operai che per conto dei venditori, avrebbero tolto le ultime suppellettili proprio in vista del passaggio di proprietà. La villa dovrà essere ristrutturata, ma sicuramente la posizione è di tutto rispetto: nel cuore di Firenze, ma in mezzo al verde e in una strada dove è possibile mantenere una certa discrezione.

 

Un cambio di rotta per Matteo Renzi, che negli anni non aveva mai lasciato Pontassieve. Unica parentesi, sulla quale non mancarono le discussioni, fu l’appartamento fiorentino abitato temporaneamente ai tempi in cui era primo cittadino.

 

Ma Pontassieve è sempre stata un must, un luogo anche da esibire con orgoglio come ai tempi in cui, da presidente del consiglio, Renzi tornava nel comune della Valdisieve per il fine settimana. Mobilitando forze dell’ordine, curiosi, paparazzi. Un buen retiro, come San Martino alla Palma fu per l’altro presidente Fiorentino, ossia Lamberto Dini, che nella piccola frazione del comune di Scandicci, a casa sua, ospitò capi di stato, il presidente Clinton, e il principe Carlo.

 

VILLA RENZI A PONTASSIEVE

Lasciato Palazzo Chigi, eletto sugli scranni del Senato, Renzi deve aver deciso di lasciare le colline a est di Firenze per trasferirsi definitivamente nel capoluogo, in uno spazio tra i più ambiti. Sull’acquisto dell’abitazione sarà comunque lo stesso Renzi nei prossimi giorni a rendere note le modalità: "Tutte le informazioni – ha ribadito l’ex premier – saranno rese pubbliche, come peraltro prevede la normativa per la trasparenza dei parlamentari".

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...