ROMANZO PARIOLINO - 1000 EURO DI MULTA E NIENTE CARCERE PER I CLIENTI DELLE BABY SQUILLO - IL GARANTE PER L’INFANZIA: “PATTEGGIAMENTO INOPPORTUNO” - IL SEGRETARIO DEI PENALISTI: “ NON È UNO SCANDALO, CONVIENE A TUTTI”

1 - MULTA SIMBOLICA E NIENTE CARCERE PER I CLIENTI DELLE PROSTITUTE 14ENNI

 

Grazia Longo per “la Stampa

 

BABY SQUILLO PARIOLI BABY SQUILLO PARIOLI

Chiariamo subito che si tratta dei clienti e non degli sfruttatori. Ma sempre di minorenni, di 14 e 15 anni, poco più che bambine, costrette a prostituirsi. Ecco dunque che il via libera della procura ai primi quattro patteggiamenti - a 1 anno di reclusione, con sospensione condizionale, ed oltre mille euro di multa - sul caso delle baby squillo dei Parioli scatena un coro di critiche.

 

Dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora, alla presidente di Telefono Rosa, è tutta un’accusa all’attuale sistema legislativo. «Credo che per il tipo di reati contestati a questi imputati - esordisce Spadafora, che già ad aprile si era definito sgomento all’ipotesi del patteggiamento - il legislatore avrebbe dovuto ritenere non opportuna la possibilità del patteggiamento, che si traduce anche in una riduzione della pena».

 

BABY ESCORT NICOLA BRUNO BABY ESCORT NICOLA BRUNO

Secondo la procura, i quattro imputati che hanno ottenuto il via libera al patteggiamento non solo erano clienti delle due ragazzine ma erano anche consapevoli che fossero minorenni. In tutto sono una sessantina i clienti, presunti o tali, indagati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi.

 

Per Mauro Floriani, dirigente di Trenitalia e marito della senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini si delinea un processo con rito ordinario, cioè a dibattimento. Anche Nicola Bruno, figlio di Donato, parlamentare di Forza Italia non ha chiesto di patteggiare. Per altri clienti ancora è stata chiesta la proroga degli accertamenti. E ancora: per coloro che risultassero non avere avuto rapporti con le due ragazzine o che fossero ignari della loro minore età si prospetterebbe l’archiviazione del procedimento.

 

Baby squillo Parioli x Baby squillo Parioli x

Sull’ok della procura dovrà ora esprimersi un giudice, ma già l’ipotesi concreta suona come un vergognoso schiaffo per Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: «Mille euro: tanto vale andare con una ragazzina. Stiamo ritornando indietro di 150 anni, non si tiene più conto dei danni che vengono fatti a delle bambine e di come sia stato spezzato il loro futuro. E poi, che messaggio mandiamo agli altri uomini, compresi i più giovani? “Fate pure, tanto nulla ve lo impedisce, né la cultura né tantomeno la giustizia”».

 

La condanna ad 1 anno di reclusione, previa sospensione, concordata dagli inquirenti con i quattro clienti, è identica a quella inflitta a due clienti, Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone, nel processo a Mirko Ieni, ritenuto il «dominus» del giro di squillo che si prostituivano ai Parioli e condannato a dieci anni. Nello stesso processo sono stati condannati la madre di una delle due ragazzine (sei anni), Nunzio Pizzacalla (7 anni), Riccardo Sbarra (sei anni), Marco Galluzzo (tre anni e quattro mesi), Michael De Quattro (quattro anni).

Vincenzo Spadafora Vincenzo Spadafora

 

Ma la presidente di Telefono Rosa non molla: «È davvero gravissimo: queste persone non si faranno un giorno di carcere, pagheranno mille euro che sicuramente per loro non sono nulla, per essere andati con bambine che probabilmente hanno la stessa età delle loro figlie. E probabilmente anche i giudici che hanno concesso il patteggiamento hanno delle figlie della stessa età: non pensano che bisogna dare sentenze esemplari e non accettare i patteggiamenti?».

 

Mentre il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza osserva: «Dobbiamo interrogarci sulla gravità del crimine commesso non soltanto in pene adeguate ma anche in percorsi di recupero degli autori, percorsi dei quali nessuno parla. Sappiamo infatti che in questo tipo di reati, come in tutti quelli connessi agli abusi sessuali sui minorenni, la recidiva è frequente».

 

E annuncia: «Su questo, come su proposte di modifiche alle norme, alle politiche e alle prassi operative sta lavorando la Commissione consultiva sui maltrattamenti istituita dall’Autorità di garanzia e presieduta dal professor Luigi Cancrini. I risultati verranno resi pubblici entro la fine dell’anno».

 

2 - IL SEGRETARIO DEI PENALISTI: “MA NON È UNO SCANDALO: CONVIENE A TUTTI ED EVITA PROCESSI LUNGHI E DIFFICILI”

Francesco Grignetti per “la Stampa

 

Capisce il disorientamento della pubblica opinione, di fronte a patteggiamenti che sembrano così lievi, e che portano fuori dai guai i 4 clienti delle baby prostitute con pene quasi irrisorie, ma invita a non correre troppo, «visto che noi da fuori non sappiamo niente, né chi sono gli imputati, né le loro storie, l’età, la gravità del reato che evidentemente ammettono, se ad esempio occasionale, e il comportamento processuale...

 

Insomma andiamoci piano». L’avvocato Francesco Petrelli, noto al grande pubblico per aver difeso a suo tempo Giovanni Scattone al processo per l’omicidio di Marta Russo, è segretario dell’Unione dei penalisti italiani. E difende l’importanza dei patteggiamenti.

 

MIRKO IENIMIRKO IENI

Avvocato Petrelli, non è davvero troppo poco 1 anno con la condizionale e 1000 euro di multa?

«Dipende. Cominciamo con il dire che in tutti i Paesi moderni ormai i codici prevedono la possibilità di una logica negoziale. È una scelta di fondo che conviene a tutti: all’imputato permette di ottenere uno sconto di pena; allo Stato di evitare le spese e la fatica di un processo minacciato sempre dal rischio di prescrizione. Per dirla tutta, se dovessimo effettuare ogni processo con tutte le garanzie del dibattimento, la giustizia sarebbe già in tilt».

 

E addio giustizia.

«Esatto. È per questo che va difesa la necessità dei patteggiamenti. In quale altro modo si potrebbe avere, così come nel caso di questi 4 imputati, una sentenza definitiva a tempo di record e senza spese? Oltretutto il processo è sempre una scommessa: dura 5, 6, forse 7 anni, e se anche evita la morte per prescrizione, magari la sentenza finale sarebbe uguale a questa, mese più o mese meno».

 

Chiaro. Ma questa di cui si parla, secondo lei, è una pena congrua oppure no?

MIRCO IENIMIRCO IENI

«Sarà un giudice a rispondere. Fin qui, è l’esito di una trattativa che s’è giocata tra pubblica accusa e difesa, ma che ora va sottoposta al vaglio del giudice. E non di rado capita che il giudice ritenga appunto squilibrato il risultato della trattativa.

 

Sì, secondo la nostra esperienza di penalisti succede abbastanza spesso che il giudice ritenga che la pena proposta sia troppo lieve, che cancelli il tutto e ordini di andare al processo. Il meccanismo, insomma, così com’è, ha i suoi pesi e contrappesi».

 

La gente però penserà male. Si dirà che questi clienti delle baby squillo se la cavano con troppa facilità.

«Lo capisco. Ma intanto ricordiamo che sono pene a tutti gli effetti. La sospensione condizionale significa che lo Stato ti dà una chance, ma se sgarri e commetti un nuovo reato, sconti la prima pena, quella sospesa, e pure la seconda. Poi non è che si arriva a queste determinazioni a casaccio: si parte dal minimo della pena e la si riduce di un terzo».

 

E infatti ricordiamo che l’induttore alla prostituzione minorile, cioè il magnaccia, rischia un massimo fino a 12 anni, ma secondo la Cassazione il cliente è un «utilizzatore finale», per restare alla celebre definizione dell’avvocato Ghedini, e rischia la reclusione da 1 a 6 anni.

«Guardi, c’è sempre, anche nei reati a sfondo sessuale, l’ipotesi lieve. Può non piacere a qualcuno, ma ogni caso va trattato a sé e valutato sotto tanti aspetti. La giustizia è una cosa complessa, sa».

 

 

 

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