SALVATE IL PORTAFOGLIO DI BENIGNI - ROBERTACCIO QUERELA RAI3 PER “REPORT” DI STASERA. GIÀ INOLTRATA UNA PRIMA RICHIESTA DANNI PER L’ANTICIPAZIONE DI LUNEDÌ SCORSO - LA PUNTATA DI STASERA RACCONTA IL FALLIMENTO DEGLI STUDI CINEMATOGRAFICI DI PAPIGNO, UNA FRAZIONE DI TERNI, E IL SALVATAGGIO DI CINECITTA' (CHE STA PER TORNARE PUBBLICA...)

Condividi questo articolo


Tommaso Rodano per Il Fatto Quotidiano.it

 

ROBERTO BENIGNI ROBERTO BENIGNI

Anche Roberto Benigni diffida Report. Il regista premio Oscar e la moglie Nicoletta Braschi hanno contattato l’ufficio legale del programma di Rai3 per disinnescare un’inchiesta che li riguarda e che andrà in onda lunedì sera. Nella missiva dell’avvocato Michele Gentiloni Silveri (cugino del presidente del Consiglio Paolo), inoltrata anche ai vertici dell’azienda e della rete, si annuncia una prima, probabile richiesta danni per l’anticipazione che è stata mostrata al termine dalla puntata di lunedì scorso. La tattica è la solita: la trasmissione di altri contenuti diffamatori, dunque, provocherebbe il ricorso immediato all’autorità giudiziaria.

 

SIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLI SIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLI

Questa settimana, querelare Report è diventato quasi un vezzo. È iniziato tutto con la trasmissione del 10 aprile che ha fatto imbestialire Matteo Renzi, raccontando il salvataggio de l’Unità da parte di Massimo Pessina e i presunti vantaggi ottenuti poi dall’imprenditore nell’assegnazione di alcuni appalti. L’ex premier ha definito quella puntata “una follia”. Il suo avvocato aveva annunciato querela prima della trasmissione, il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, ha confermato subito dopo.

TAPIRO BENIGNI STRISCIA STAFFELLI TAPIRO BENIGNI STRISCIA STAFFELLI

 

A quel punto si sono scatenati i renziani in Cda e in commissione di Vigilanza. La minaccia più grave è quella di togliere la tutela legale da parte della Rai, lasciando i giornalisti da soli di fronte alle denunce. Un’ipotesi sostenuta da alcune delle stesse persone che in epoca berlusconiana difendevano Report come prezioso baluardo del giornalismo d’inchiesta del servizio pubblico e simbolo della libera informazione. L’attacco frontale di Renzi ha aperto una breccia: sulla redazione di Sigfrido Ranucci in questi giorni è piovuto un temporale di diffide.

 

Roberto Benigni Nicoletta Braschi Roberto Benigni Nicoletta Braschi

Quella di Benigni è la più clamorosa. La puntata di domani racconta, tra le altre, la vicenda degli studi di Papigno, una frazione di Terni, dove il regista toscano ha girato La vita è bella e il meno fortunato Pinocchio. Benigni aveva un progetto ambizioso: trasformare Papigno negli Umbria studios, un nuovo prestigioso polo cinematografico in grado di fare concorrenza anche a Cinecittà, come racconta lui stesso ridendo.

 

diego della valle aurelio de laurentis ignazio marino luigi abete diego della valle aurelio de laurentis ignazio marino luigi abete

La scelta imprenditoriale si rivela sciagurata, nonostante gli onerosi investimenti pubblici, tra fondi europei, statali e degli enti locali (Report li stima in 16 milioni di euro, anche se la cifra è contestata dall’avvocato di Benigni). Papigno si trasforma in un pozzo senza fondo, Benigni e Braschi – racconta Report – accumulano un passivo di ben 5 milioni di euro.

 

BENIGNI JOHNNY IL LECCHINO BENIGNI JOHNNY IL LECCHINO

A quel punto arriva un intervento inaspettato: nel 2005 è proprio Cinecittà Studios, la società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e Andrea Della Valle, a rilevare gli studi ternani e a farsi carico dei debiti di Benigni (a oggi avrebbero versato 3,9 dei 5 milioni di rosso). Papigno però non è stata rilanciata: oggi l’area è completamente abbandonata a se stessa, ha perso valore.

 

Non si gira più un film e sono scomparsi i posti di lavoro (secondo le fonti consultate da Report almeno 200). Adesso Cinecittà sta per tornare in mani pubbliche. Oltre a un’imponente mole di debiti accumulati da Abete e soci – spiega il giornalista Giorgio Mottola – lo Stato si ritroverà in pancia anche l’investimento in perdita di Benigni e Braschi.

 

L’artista non ha voluto rispondere alle domande del cronista di Report, limitandosi a una battuta: “Non sa quanti soldi ci ho perso”. Anche lui, come Renzi, ha preferito far parlare gli avvocati. E proprio come diversi renziani che si occupano di Rai, anche Benigni ha la memoria corta (o una morale selettiva): nel 2011, quando sulla trasmissione si allungava la minaccia della censura berlusconiana, fu tra i primi firmatari di un appello lanciato da Articolo 21 che si intitolava “Nessuno tocchi Report”.

 

berlinguer benigni renzi berlinguer benigni renzi

Un documento dalle pronunce solenni: “Report è la principale trasmissione d’inchiesta della televisione italiana, quella con il miglior rapporto costo-ascolti e il più alto indice Qualitel (…). È il programma di approfondimento giornalistico che ha raccolto più riconoscimenti in Italia e all’estero. Report è uno dei simboli del servizio pubblico. Invieremo l’appello a tutte le associazioni, ai movimenti, ai siti internet che in questi anni si sono battuti contro ogni bavaglio e per affermare i principi contenuti nell’articolo 21 della Costituzione”. Proprio lei, la più bella del mondo.

sigfrido ranucci l unita sigfrido ranucci l unita

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)