SANGUE E TABACCHI - CADE L’IPOTESI DELLA RAPINA FINITA MALE NEL GIALLO DELLA TABACCAIA UCCISA AD ASTI: NEL NEGOZIO 4MILA€ - PAURA IN CITTA’: UNA SETTIMANA FA UCCISO UN CAMIONISTA A COLPI DI CRIC

L’assassino, preso com’era dal dar coltellate a Maria Luisa Facci, non ha neanche sfiorato i 4mila euro: ecco perché sembra il gesto di qualcuno che voleva davvero ammazzare la tabaccaia figlia del titolare del più famoso ristorante stellato della città...

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Lodovico Poletto per “la Stampa”

MARIA LUISA FASSI 1 MARIA LUISA FASSI 1

 

Il sole secca in fretta i fiori che si accumulano davanti alla vetrina della tabaccheria di via Volta. Rose, begonie, gigli per Maria Luisa, ammazzata da un pazzo che l’altra mattina l’ha sorpresa da sola in negozio. E Mara Muru, romena che da una vita vive qui, ad Asti, tre porte più in là del negozio dell’omicidio, verso il distributore Q8, si fa il segno della croce, supera i nastri di plastica bianchi e rossi stesi dai carabinieri e sussurra: «Non eravamo amiche, ma lei era sempre così gentile, così carina. Secondo lei lo prenderanno»?
 

Certo signora Muru, ma non sarà facile perché questa non è una banale rapina finita male, come si era detto in un primo momento. Sembra il gesto di qualcuno che voleva davvero ammazzare Maria Luisa Facci, 54 anni portati splendidamente, un padre che è un’istituzione in questa città e due figli, che non hanno mai dato un pensiero, Giacomo e Agnese. E gli elementi sui quali adesso si riflette sono almeno due. Il primo, ed è la novità del giorno, riguarda i soldi. In un cassetto - ben nascosto in tabaccheria - c’erano circa 4 mila euro. Incassi dei giorni precedenti. L’assassino non li ha neanche sfiorati, preso com’era dal dar coltellate alla povera Maria Luisa. Che s’è difesa come poteva, che ha cercato di fuggire, sempre inseguita da un energumeno che voleva solo ammazzarla. Chi è quel rapinatore che lo farebbe? 
 

MARIA LUISA FASSI MARIA LUISA FASSI

E poi c’è la questione telecamere. L’assassino le ha evitate, anzi ha evitato come la peste l’unica che funziona in zona. Guarda caso è proprio lì, sulla porta del negozio, ma sorveglia chi entra e chi esce dalla pizzeria accanto. Sui nastri sequestrati dai carabinieri del comando Provinciale non c’è un fotogramma che sia uno del killer.

 

E pensare che se avesse svoltato da quella parte sarebbe arrivato in dieci passi nella rotonda e sarebbe sparito. Invece ha preferito andarsene dalla parte opposta, verso il distributore, percorrendo un budello di trecento metri senza vie di fuga. E allora sì, vien proprio da pensare che l’uomo che ha ammazzato la tabaccaia non fosse un rapinatore o un tossico che cercava un po’ di soldi. Era altro, ma cosa? Uno stalker? Uno che voleva vendicarsi per un torto? Un pazzo? I carabinieri del comando provinciale, guidati dal colonnello Federici, non tralasciano nessuna pista.
 

Papà Piero Fassi, una specie di istituzione per il suo impegno nel sociale e perchè è il titolare del più famoso ristorante stellato della città ripete da ieri: «Avrei preferito saperla morta per colpa di un camion che l’ha investita. Non così. Non in quel modo». Lo ripete anche alle quattro di questa domenica di caldo africano quando arriva con la moglie alla tabaccheria. Raccoglie i bigliettini con i messaggi, prega. Si fa il segno della croce e se ne va. Lacrime e disperazione. E paura. La stessa che fa dire a più d’uno, da queste parti: «Asti non è più la stessa».

 

FASSI FAMIGLIA FASSI FAMIGLIA

L’altra settimana hanno ammazzato a colpi di cric un camionista. Sabato mattina la tabaccaia. Storie diverse. Ma che nutrono la paura. Il sindaco Fabrizio Brignolo snocciola dati e cifre sulla sicurezza: tra breve in città ci saranno 63 telecamere, che su 66 mila abitanti sono davvero tante. E poi c’è il problema rom - «Molti episodi di microcriminalità sono riconducibili ad alcune famiglie rom» - e poi c’è il progetto di una app per la sicurezza condivisa. Tante parole per dire paura. 
 

La stessa che respiri in via del Pescatore, periferia della città a due passi dal fiume, dove un gruppo di immigrati ha occupato le case del vecchio mulino abbandonato. Proteste e polemiche. Lì c’è anche l’abitazione di Maria Luisa, di suo marito Valter e dei due figli. È un vecchio cascinale rimesso a posto, muri bianchissimi, cinta che impedisce di vedere all’interno. Una vecchina s’affaccia sull’uscio di una villetta: «La Luisa? Era un fiore. Di bellezza e di bontà».

MARIA LUISA FASSI CON LA SORELLA MARIA LUISA FASSI CON LA SORELLA MARIA LUISA FASSI 2 MARIA LUISA FASSI 2 PIERO FASSI PIERO FASSI

 

 

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