SCHIAVI DEL GIOCO (DEGLI ALTRI) - SE PENSATE CHE FARE IL CROUPIER SIA SEXY VI SBAGLIATE: I “DEALER” SONO PRIGIONIERI NEI CASINÒ, SPIATI DALLE WEBCAM, FANNO ORARI MASSACRANTI E NON DEVONO NÉ CEDERE NÉ PARLARE

Lorenzo Tosa per il “Fatto quotidiano”

 

malta   casinomalta casino

Il confine tra fortuna e miseria è uno schermo da 15 pollici o il touchscreen di un i-Phone. Di qua milioni di anonimi giocatori che “bruciano” anche migliaia di euro al giorno. Di là un esercito di giovani croupier che le multinazionali del gaming spremono con la promessa di una buona paga e l’illusione di un’esperienza all’estero. Malta, Cipro, Lettonia, Gibilterra, Costa Rica: sono solo alcuni dei paradisi fiscali dove, negli ultimi anni, sono sorti come funghi sale da gioco e casinò on line, attratti da aliquote invitanti e leggi in cui i diritti del lavoro sono fermi a quarant’anni fa.

 

Dove gli imprenditori scoprono l’Eden spesso si nasconde l’inferno per i figli della crisi. Schiavi moderni che cercano una via di fuga virtuale alle casse di un supermercato o alle liste di disoccupazione. E, una volta arrivati, diventano pistoni di un ingranaggio che li assorbe, li spolpa e poi li getta via, quando non servono più. Sono centinaia i ragazzi tra i 18 e i 28 anni di tutta Europa che ogni giorno rispondono ad annunci in rete per diventare dealer (come sono chiamati in gergo).

 

Anche Edward – il nome è di fantasia - ha cominciato così. “Vivevo a Dublino, senza alcuna prospettiva lavorativa e neppure i soldi per permettermi la scuola da croupier. Così mi sono messo a cercare in rete, e gli unici che mi garantivano lavoro e corso di formazione li ho trovati a Malta”.

croupiercroupier

 

Un mese dopo è a Sliema, sulla costa est dell’isola. Qui trova decine e decine di giovani che, come lui, inseguono un sogno o un guadagno in apparenza facile e alla portata di tutti. Sole, mare, un’atmosfera internazionale. Ma, una volta svanita l’euforia dei primi tempi, Edward scopre un “lavoro monotono, privo di stimoli, alienante. A cominciare dal rapporto con il cliente, che può vedere te, senza che tu possa vedere lui”.

 

UNA TELECAMERA ACCESA H 24

Tutto il resto è reale: il tavolo da gioco, le fiches, le carte, la roulette, ogni cosa ripresa da una webcam accesa giorno e notte. Così come drammaticamente reali sono l’assenza di diritti, tutele, indennità per i dipendenti, la violazione sistematica delle più elementari norme di sicurezza. Un esempio?

 

croupier 2croupier 2

“Se dovesse scoppiare un incendio – rivela Edward – sei costretto a terminare comunque il gioco. La procedura standard ti obbliga a terminare la mano in corso, scusarti e alzarti. Il tutto senza che il giocatore si accorga di nulla”. In due anni che lavora qui, Edward non ha mai partecipato a una sola prova d’evacuazione. “Nella mia azienda le fanno tutte al mattino, mentre io attacco alle 3 del pomeriggio”.

 

Te lo racconta così, con un misto di distacco e rassegnazione, quasi fosse normale rischiare la pelle sul posto di lavoro. Qualunque cosa accada, la pallina bianca deve continuare a girare sulla ruota, 7 giorni alla settimana, 24 ore su 24, fino a quando è rimasta anche una sola fiche sul tavolo o un cliente da “soddisfare”. Con il tacito accordo delle leggi maltesi sul lavoro, sempre più sbilanciate a favore dell’imprenditore.

 

“Conosco colleghi che lavorano 24/7 senza straordinari notturni. Io per fortuna non finisco mai oltre le 5 del mattino, ma nessuno a Malta ha più di 6/8 ore di malattia al mese, a seconda dell’azienda per cui lavora: se sfori quel tetto, non ti pagano, ma mantieni il posto”. Non solo. “In alcuni casinò, ad ogni tot di errori (come, ad esempio, una pallina che cade) ti sottraggono soldi dallo stipendio”.

croupier croupier

 

IL REGNO DEL GIOCO

Funziona così in questa piccola isola-laboratorio dell’ultraliberismo selvaggio. Una terra promessa dell’off-shore dove l’aliquota è al 35% e le banche valgono ormai otto volte il Pil nazionale. Il gioco, insieme al turismo, rappresenta il magnete più potente per attirare capitali esteri. Inglesi, italiani, ma anche danesi, finlandesi, turchi. Ogni Paese ha una sua lingua e una sua stanza da gioco all’interno di vere e proprie multinazionali dell’azzardo. “Sono palazzoni enormi e completamente anonimi – li descrive così Edward – In periferia ce n’è addirittura uno che riunisce 15 o 20 casinò, per altrettante nazionalità diverse”.

 

Eppure, nonostante tutto, Edward non ha mai pensato di tornare a casa. Può sembrare un paradosso, ma lui qui è considerato un privilegiato. Uno da invidiare. Deve ringraziare il padre, che gli ha dato quel po’di sangue inglese (la madre è italiana) grazie a cui, a 22 anni, arriva a guadagnare oltre 2500 euro al mese: quasi il doppio di quello che intasca un collega italiano di pari età e livello.

croupier   croupier

 

“I vostri casinò sono quelli che pagano meno – spiega – Si parte da uno stipendio base di 1.000-1.100 euro (contro i 2.000 nostri o i 1.800 dei finlandesi), che ogni anno cresce con gli scatti di anzianità”. Se gli chiedi se è giusto tutto ciò, Edward solleva le spalle. “Non lo so, non me lo sono mai chiesto. Mi pagano abbastanza per non farmi troppe domande”. Però, a pensarci bene, qualcosa da dire sugli italiani ce l’ha.

 

“A Malta si comportano come fossero a casa loro. Arrivano qui pensando di trovare il paese dei balocchi: casinò, droga, prostituzione, tutto racchiuso in una cittadina. Parlano la lingua del posto, perché i maltesi sono cresciuti con le televisioni italiane, ma quaggiù in pochi li amano”.

 

“NON PUOI MOLLARE”

sexy croupiersexy croupier

Poco amati e poco pagati. Sarà per questo che in molti reggono qualche settimana e poi crollano. Ma spesso stringono i denti fino al sesto mese, quando termina il periodo di prova. “Se rinunci o ti mandano via prima, lo Stato maltese ti chiede un rimborso tasse enorme”. Cristina lo ha scoperto sulla sua pelle qualche mese fa, quando è stata licenziata senza troppe spiegazioni a pochi giorni dalla scadenza dell’apprendistato.

 

Il motivo? Ha denunciato di aver subito minacce di morte da parte di un giocatore. Invece di difendere la sua dipendente, l’azienda ha scelto di tutelare la propria immagine, eliminando il problema alla radice. Cristina di questa storia non ha mai voluto parlare, neppure sotto copertura. Da queste parti nessuno ha voglia di parlare. Mentre sulle homepage delle corporation scintillano monete d’oro, slot e donne in abiti succinti, dietro le quinte regna l’omertà.

 

casino a  maltacasino a malta

“Quando firmi un contratto, ti vincolano alla segretezza anche per anni dopo che si è concluso ogni rapporto lavorativo” rivela un dealer che chiede di rimanere anonimo. Per evitare casi come quello di Cristina, molti casinò vietano espressamente ai croupier di avere rapporti con i giocatori al di fuori del lavoro. In un ambiente in cui l’80% dei dealer sono donne e quasi tutti i giocatori uomini, Edward rappresenta un’eccezione.

 

“Questo mestiere è come un peepshow psicologico – dice – Anche la semplice gentilezza con il cliente può essere equivocata. La maggior parte sono ludopatici. A volte ti insultano, altre ti ringraziano. Alle ragazze capita di subire avances anche molto pesanti. Parliamoci chiaro: se a me dai dello stronzo, mi faccio una risata. Ma una ragazzina, alla terza volta che le dai della ‘succhiac…’, magari ti scoppia a piangere al tavolo”.

casino a  malta casino a malta

 

Dopo due anni trascorsi dietro a una webcam a “smazzare”, Edward ha visto passare migliaia di giocatori: abili, fortunati, ingenui, compulsivi. Ma non ti abitui mai a vedere la gente che si rovina con le proprie mani. “Ci sono quelli che giocano pesante per una settimana e poi spariscono di colpo. Alcuni vengono da me a giocare lo stipendio, i soldi della scuola del figlio. E tu ti senti del tutto impotente: puoi consigliare una pausa o ripetere che ci vuole responsabilità nel gioco, ma non puoi mai dire, per nessun motivo, ‘fermati’”. Non si può fermare la ruota che gira.

carmen electra versione croupiercarmen electra versione croupiercasinocasino

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…