boeri cioffi inps

SOFFRITTONE D’INTERESSI - TERREMOTO AI VERTICI INPS: SI AUTOSOSPENDE IL DG MASSIMO CIOFFI. L’INPS HA SCOPERTO CHE ENEL REALIZZO’ UNA PROCEDURA DI INCENTIVO ALL’ESODO SENZA PAGARE TUTTI I CONTRIBUTI (UN BUCO DI 40 MILIONI). E CHI ERA CAPO DEL PERSONALE DI ENEL ALL’EPOCA? CIOFFI...

BOERI E CIOFFIBOERI E CIOFFI

Marco Palombi per il “Fatto Quotidiano

 

Massimo CioffiMassimo Cioffi

All' Inps c' è stato un vero e proprio terremoto: il direttore generale, Massimo Cioffi, ieri si è autosospeso. Colpa di una storia rivelata dal Fatto Quotidiano il 5 dicembre scorso: l' ente previdenziale ha infatti scoperto che il gruppo Enel realizzò una procedura di incentivo all' esodo dei suoi dipendenti senza pagare tutti i contributi previdenziali dovuti. Il buco ammonta - ma non è chiaro se i controlli sono terminati su tutte le controllate Enel - a circa 40 milioni di euro.

 

Niente di nuovo sotto il sole, certo, ma il problema è che l' attuale direttore generale di Inps, Massimo Cioffi - fortemente voluto dal presidente Tito Boeri, che lo ha nominato nonostante non possegga i requisiti di legge - era stato capo del personale di Enel tra il 2006 e il 2014, proprio nel periodo in cui quegli incentivi all' esodo venivano usati. Ieri, infine, la decisione del manager di autosospendersi.

 

MASSIMO CIOFFIMASSIMO CIOFFI

Dopo che le voci si erano rincorse per tutto il giorno, il direttore dell' Inps in serata ha parlato via comunicato: "In pieno accordo col presidente Boeri - scrive - ho deciso di sospendermi volontariamente dall' incarico di direttore generale Inps avendo appreso da alcuni articoli di stampa che sarei indagato dalla Procura di Nocera per abuso d' ufficio nell' ambito della gestione di una ispezione Inps in Enel, ispezione che ha evidenziato mancati versamenti per 40 milioni di euro. La decisione è motivata dalla volontà di assicurare la dovuta libertà di azione all' Istituto e a me".

 

kbo 07 ca de benedetti tito boerikbo 07 ca de benedetti tito boeri

Nel prosieguo della nota, bizzarramente, Cioffi contesta le decisioni della Vigilanza Inps, di cui sarebbe il capo: "In Enel le mensilità aggiuntive, oggetto di contestazione dell' Inps, esistono dal 1963. Mai prima d' ora le prassi applicate sono state contestate. Perché solo oggi si pone il problema?".

 

L' ente previdenziale annuncia poi, in un secondo comunicato, di aver querelato Libero: è stato il giornale diretto da Maurizio Belpietro a scrivere che la Procura di Nocera Inferiore sta valutando la posizione di Cioffi nella vicenda Enel e a rivelare il recente interrogatorio in cui l' ex capo della Vigilanza Fabio Vitale - sospeso per 4 mesi da Cioffi per alcune irregolarità commesse quando era direttore in Toscana - ha raccontato a verbale di alcune pressioni ricevute dal direttore generale per essere meno severo sulla questione Enel.

 

A quanto risulta al Fatto, Cioffi non è indagato: sarà sentito a breve dai magistrati come persona informata sui fatti. Come che sia, la vicenda, per Inps, è ora davvero complicata e i motivi sono almeno due. Il primo è la sgradevole situazione in cui si trova il presidente Boeri: "Il dott. Cioffi - scrisse al Fatto l' ufficio stampa Inps il 6 dicembre - proprio per evitare qualsiasi ipotesi di conflitto di interessi, anche solo potenziale, d' intesa col presidente, ha disposto che qualsiasi informazione riguardante i procedimenti Enel non fosse portata a sua conoscenza, bensì a quella del Presidente".

 

TITO BOERI TITO BOERI

Se la Procura accertasse qualcosa di men che corretto nella vicenda, lo stesso Boeri insomma finirebbe per esserne coinvolto. C' è poi un problema amministrativo. Il comunicato di ieri parla di "autosospensione" di Cioffi: il periodo individuato, secondo fonti Inps, sono tre mesi, che il dg ritiene sufficienti per chiarire la sua posizione. Il problema è che per il suo tipo di incarico quell' istituto (l' autosospensione) non è previsto. A disposizione di Cioffi ci sarebbe l' aspettativa temporanea, ma il motivo dichiarato dal manager - "la volontà di assicurare la dovuta libertà di azione all' Istituto ed a me" - non è tra quelli ammissibili per concedere un periodo di assenza (non retribuita) dal lavoro.

TITO BOERI TITO BOERI

 

Il pasticcio dell' Enel rischia insomma di costare chiaro ad un ente con un bilancio pesante, molto lavoro di riorganizzazione da fare dopo l' accorpamento solo formale con Inpdap e Enpals e un pregresso non proprio felice (l' era Mastrapasqua) conclusosi con lo scandalo dell' Ospedale Israelitico di Roma.

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?