NEL SOL LEVANTE LE POMPE NON VANNO PIU’ DI MODA – IL CASO DEL GIAPPONE CHE HA PIU’ PUNTI DI RICARICA PER LE AUTO ELETTRICHE CHE DISTRIBUTORI DI BENZINA - LE GRANDI CASE AUTOMOBILISTICHE HANNO ABBRACCIATO CON DECISIONE LA CAUSA DELLA MOBILITA’ ELETTRICA

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Roberto Giovannini per www.lastampa.it

 

La rivoluzione della mobilità elettrica sta accelerando ovunque, ma in alcuni Paesi ha già sfondato. È il caso del Giappone, dove il numero dei punti di ricarica a disposizione per «fare il pieno» di energia per le vettura elettriche ha superato il numero dei tradizionali distributori di benzina: oltre 40 mila punti di ricarica elettrica contro solo 31.166 pompe di carburante «fossile».  

 

Ovviamente queste stime statistiche sono criticabili: secondo alcuni studi, come quello diffuso a suo tempo dalla casa automobilistica Nissan, in realtà questo iconico «sorpasso» era già avvenuto nel 2015-2016. Ma le stime comprendevano anche i punti di ricarica «privati», installati nelle abitazioni e nei garage dei possessori di auto elettriche, che non sempre sono effettivamente a disposizione di tutti gli automobilisti. Altri esperti obiettano che il confronto dovrebbe essere fatto con il numero effettivo delle pompe di benzina o gasolio, che ovviamente è maggiore, e non con il numero dei distributori.

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Ma poco cambia: nel giro di pochissimo tempo in Giappone è stata costruita un’infrastruttura diffusissima ed efficientissima in grado di permettere a tutti gli automobilisti elettrici di viaggiare in sicurezza in tutto il Paese. E la tendenza non farà che accelerare, viste le mosse di consumatori, aziende produttrici di auto e del governo nazionale. 

 

Dopo una lunga fase di scetticismo e cautela, le grandi case automobilistiche giapponesi sembrano aver abbracciato con decisione la causa della mobilità elettrica. Il timore di Nissan, Honda & C. è quello di fare la fine di altri marchi nipponici un tempo gloriosi - Sharp, Toshiba, Sanyo per citarne tre -, quasi cancellati dall’evoluzione della tecnologia e delle preferenze dei consumatori. Finora, le major dell’auto hanno puntato - con successo - sui modelli ibridi (benzina-batteria), oltre che sull’auto a idrogeno, fortemente sponsorizzata anche dal governo, anche se ancora indietro nello sviluppo. Ma il vento è cambiato e la Nissan, il secondo produttore nipponico, che produce sin dal 2010 il fortunato modello «Leaf», ha annunciato che entro il 2022 lancerà 12 nuovi modelli totalmente elettrici per raggiungere - sempre entro il 2022 - l’obiettivo di un milione di elettriche vendute. 

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Anche il governo giapponese ha fatto una scelta decisa a favore dell’elettrico, favorendo attraverso una politica nazionale la costruzione di una fitta rete di punti di ricarica veloci - in grado di fare un «pieno» al massimo in mezz’ora - lungo tutte le principali strade del Paese. Sono già oltre 3 mila e consentono a una vettura elettrica, che difficilmente può avere un’autonomia superiore ai 170 chilometri, di viaggiare serenamente anche per lunghi tragitti. Per adesso ci vorranno sempre almeno 30 minuti per fare il pieno, ma l’azienda giapponese Hi-Corp sta sviluppando una tecnologia di ricarica wireless: in prospettiva si potrà ricaricare la batteria anche a distanza, sia spostandosi sia con la vettura parcheggiata. 

 

E per accelerare ancora il governo sta per varare nuove regole: presto ci saranno colonnine anche presso i «konbini» (gli onnipresenti minimarket). E dall’anno prossimo, con l’abolizione di alcune vecchie norme antincendio, anche i tradizionali distributori di benzina potranno installare punti di ricarica elettrici. Un affare gli automobilisti, ma anche per i benzinai.  

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