1. ''SONO UN PO' INCAZZATA". PARLA LA PROTAGONISTA DEL VIDEO HARD GIRATO NEI BAGNI DELLA DISCOTECA, CHE QUANDO LO HA SCOPERTO SI È MESSA A RIDERE VIA WHATSAPP
2. HA 16 ANNI E SI DEFINISCE "APATICA": "IL TIPO L'HO CONOSCIUTO LÌ, MI HA DETTO, 'ANDIAMO?' E L'HO SEGUITO. IO SONO FIDANZATA, IL MIO RAGAZZO MI HA DETTO DI NON FARLO PIÙ"
3. NESSUNA 'GOGNA', NESSUNA RABBIA. "I MIEI COMPAGNI DI CLASSE SONO CON ME, SONO QUELLI FUORI CHE ROMPONO". IL VIDEO È IN MANO A MIGLIAIA DI PERSONE, MA È REATO TENERLO
4. SU FACEBOOK "BAGNI DEL LOUD" PROMUOVEVA GANG BANG, IL SESSO (SOPRATTUTTO ORALE) AL BAGNO È UNA COSTANTE. BASTA UN "PALO" PER EVITARE I BUTTAFUORI-SCASSACAZZI
5. LA POLIZIA NEI SEQUESTRI HA TROVATO ALTRI VIDEO E FOTO HARD IN DISCOTECA. E A SCUOLA

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1. “IO E QUEL VIDEO HARD IN BAGNO. SOLO ORA CAPISCO COSA HO FATTO”

Niccolò Zancan per “la Stampa” 

 

SESSO AL BAGNO SESSO AL BAGNO

Ha un piercing pesante sul viso e la voce leggera leggera, un soffio. «Sono un po’ incazzata», dice. Un po’? «Tutti giudicano, senza conoscermi». Lei è la vittima, anche se ancora non lo sa. Non lo sa fino in fondo. Non se ne rende conto. Pallida, 16 anni, una riga nera di trucco sugli occhi, la notte di sabato 13 febbraio si è chiusa nel bagno della discoteca «Loud» con un ragazzo: «L’ho conosciuto lì. Ha 19 anni. Mi ha detto: “Andiamo?”».

 

Quello che hanno fatto insieme è stato ripreso da due telefoni cellulari e condiviso sui social network da oltre tremila persone. Un video che non si potrà mai cancellare del tutto. E giù insulti, «mi piace», battute becere. È stata la vicepreside a convincerla a sporgere denuncia, dopo che quasi tutti - nel liceo che frequenta - avevano ricevuto il video e commentato. 

 

SESSO AL BAGNO SESSO AL BAGNO

«Era la prima volta che andavo al Loud», dice questa ragazzina dolce e insicura. «In realtà, io e la mia migliore amica volevamo andare al Top Club. Ma una compagna delle medie mi ha scritto un messaggio. Ha detto che c’era dj Vinai, uno famoso. Abbiamo comprato i biglietti in prevendita. Eravamo in 3 mila. Ho bevuto un rum cola o un gin cola, non me lo ricordo. Però solo un drink». Eri ubriaca? «Non troppo». Conosci quelli che hanno registrato il video? «No. Secondo me erano già lì ad aspettare fuori dal bagno. Magari ne hanno fatti altri». 
 

Appuntamento alle tre di pomeriggio sulla panchina di un parco, vicino alle altalene. La vittima inconsapevole si presenta con la sua migliore amica. Sono identiche: parka verde, scarpe da skaters, unghie colorate, poche parole per ogni risposta. Quando hai saputo del video? «Domenica. Mi sono alzata tardi». E poi? «Sentivo Skrillex in cuffia, cucinavo i noodles per colazione-pranzo». Chi te l’ha detto? «È stata lei, la mia migliore amica. Aveva saputo da un tipo. Ha detto: gira un video». E tu, come ti sei sentita, cosa hai fatto?«Ho scritto al ragazzo che era con me nel bagno». 

 

DISCOTECA LOUD TORINO DISCOTECA LOUD TORINO

Su WhatsApp è rimasto lo scambio preciso di quella domenica. Lei: «Ehi sta girando un video su Facebook.... Tu hai idea di chi cazzo è stato?». Lui: «No». «Bloccalo». «Io non riesco a vederlo». Lei: «Tu li conosci?». Lui: «Io non ne sapevo nulla». «Non sono io». «E vabbè se non dà fastidio a te, a me non tocca più di tanto». Lei: «A me stanno scrivendo tutti in generale ahahahahah». Lui: «Massì tanto qualche giorno e tutti si saranno dimenticati». Lei: «Però si vedono le facce». Ed era solo l’inizio dell’onda. 


La scorsa settimana, per tre giorni la vittima non va a scuola. Finge di essere malata. Non dice niente a sua madre. Il video continua ad arrivare nel telefono, moltiplicato da tutte le parti. Lo vedono persino i professori. Giovedì la sua migliore amica viene convocata nell’ufficio della vicepreside: «Mi ha detto che dovevamo denunciare. Ha usato queste precise parole: “Almeno mettiamo nei casini chi ha fatto lo stronzo”». Resteranno le uniche parole di indignazione. 

DISCOTECA LOUD TORINO DISCOTECA LOUD TORINO


La vittima dice: «Quel giovedì pomeriggio, quando mia madre è tornata a casa dal lavoro - lei fa l’impiegata - le ho detto che c’era questa cosa. Siamo andati dalla polizia postale, ma non ho spiegato proprio tutto, perché mi vergognavo davanti a lei. Poi sono tornata da sola, il giorno dopo. E ho fatto vedere il video ai poliziotti». C’è un muro altissimo che separa il mondo degli adulti. «Mio padre se ne è andato quando avevo 6 anni. L’ho incontrato per caso il giorno del mio compleanno in via Roma. Mi ha fatto gli auguri». Hai confidato a tua madre la prima volta che hai fatto l’amore?

sesso in un bagno pubblico sesso in un bagno pubblico

 

«No. È stata a maggio. Con il mio ex fidanzato. Siamo stati tre mesi insieme». E adesso, non vorresti fidanzarti? «Io sono fidanzata. Lo ero anche quella sera al Loud». Ah, e lui come l’ha presa? «Mi ha detto che gli dava fastidio, di non farlo più». In un’ora e mezza, mai una risata. Mai un gesto di rabbia. «Siamo apatiche», dice. 


Racconta dei poster in camera, Lady Gaga, Rihanna, Lana del Rei. Racconta di come sia stato tornare a scuola dopo la denuncia: «La maggior parte dei compagni sono con me. Quelli che rompono, sono tutti da fuori». Sei triste? «No. Mi dispiace. So che commentano. Però un amico di Facebook mi ha chiesto scusa per aver pubblicato il video. Non si era reso conto».

 

PAGINA FACEBOOK SESSO NEI BAGNI DEL LOUD DISCOTECA DI TORINO PAGINA FACEBOOK SESSO NEI BAGNI DEL LOUD DISCOTECA DI TORINO

Cosa vuoi fare da grande? «Finire l’università. Trovarmi un lavoro un po’ serio. Magari la biologa». E con il ragazzo del Loud? «Quando gli ho detto che volevo andare dalla polizia, si è arrabbiato. E mi ha pure bloccata su Facebook». Bloccata? «Tagliata fuori. Ma non importa. Non lo cerco più».

 

 

2. ADESSO CANCELLATE QUEL VIDEO

Massimo Numa per “la Stampa

 

PAGINA FACEBOOK SESSO NEI BAGNI DEL LOUD DISCOTECA DI TORINO PAGINA FACEBOOK SESSO NEI BAGNI DEL LOUD DISCOTECA DI TORINO

La storia del video porno girato nei bagni della discoteca «Loud» non è certo finita con lo sdegno e le polemiche. Saranno presto interrogati in procura, forse anche oggi, i quattro (tre ragazzi e una ragazza, dai 20 ai 22 anni) indagati per detenzione e diffusione di materiale pedo-pornografico. Tutti incensurati, studiano all’università o lavorano e alle spalle hanno solide famiglie. Ora rischiano una condanna sino a tre anni di carcere. Nessuno di loro è l’autore materiale del video. Per scoprire chi ha girato le immagini del rapporto sessuale tra la sedicenne e l’amico appena diciottenne sono partite verifiche sulle memorie di telefoni, pc e tablet sequestrati nel corso delle perquisizioni mentre controlli in altre abitazioni potrebbero avvenire nelle prossime ore. 

sesso in un bagno pubblico sesso in un bagno pubblico


NON È IL SOLO CLIP
Altri filmati, sempre realizzati nei bagni della discoteca Loud di Torino, potrebbero svelare altri aspetti dell’inchiesta e per questo sono stati acquisiti dalla polizia postale che vuole cercare di riconoscere i protagonisti per comprendere cosa avveniva davvero nel locale. I titolari del «Loud», comunque, non risultano coinvolti a nessun titolo nel grave episodio. I nuovi video sono una sfilata di immagini confuse, in cui compaiono ragazzi e ragazze, di cui per ora si ignorano nomi ed età. Molti filmati sono passati per la pagina Facebook «I bagni del Loud», smantellata in fretta e furia. 


UN TAM TAM IN RETE
Le altre immagini non avevano mai raggiunto il carattere virale del video incriminato. Quello che ha portato alle quattro denunce è stato riprodotto in migliaia di copie, che sono circolate su tutti i social network e adesso pare impossibile farlo sparire dal web. «Una situazione incontrollabile e dagli effetti devastanti - spiegano i dirigenti della polizia postale di Torino - per questo invitiamo tutti a cancellare le immagini. Chi non lo fa incorre in gravi conseguenze penali».

 

Ma non è necessario fare le superiori per incorrere in immagini di questo tipo. «Durante una delle consuete visite nelle scuole, dove tentiamo di spiegare un uso corretto della rete - confessano gli agenti - abbiano constatato che moltissimi tredicenni, maschi e femmine, avevano visto il video del Loud». 

sesso in un bagno pubblico sesso in un bagno pubblico


Quanti altri porno-video come quello circolano sulla rete? Girati non solo in discoteca, ma forse anche in qualche scuola. Per chi li gira è un gioco, ma gli effetti sono devastanti. Tanto che alcuni responsabili di istituti torinesi stanno tentando, con una serie di misure, di tenere più sotto controllo gli studenti e l’interno delle scuole. Tra le misure, il divieto di avere gli smartphone durante gli orari di lezione.

 

 

3. LA GARA A RIPRENDERE: COSA SUCCEDE NEI BAGNI DEL LOCALE

Noemi Penna per “la Stampa

 

«Sulla pista da ballo e nei bagni del Loud ho visto di tutto. Quel video non è certo una novità». Sesso esplicito. Ci si dà appuntamento nelle toilette e poi può capitare di tutto. Altro che musica. «In genere qualcuno fa da palo, per non farsi cogliere sul fatto dai buttafuori, che controllano e protestano». 

sesso in un bagno pubblico sesso in un bagno pubblico


Fabio è uno studente torinese di 18 anni assiduo frequentatore dello «Shout», così si chiama il sabato notte della discoteca Loud di via Sacchi, nato sotto la direzione artistica di Movement, in collaborazione con alcuni dei migliori gruppi di promoter della città. Musica house e tecno di matrice europea, che piace soprattutto agli Under 30. Ai suoi occhi, il sesso in discoteca è una consuetudine. Per documentare quello che accadeva nelle toilette del locale su Facebook è nata la pagina «I bagni del Loud», chiusa nel giorno in cui è stata resa pubblica la denuncia della sedicenne filmata mentre fa sesso con un ragazzo di 21 anni. 


NON SOLO MUSICA
La musica è un ingrediente delle serate. Il resto è sesso. «Il rimorchio è parte integrante della serata. Fa caldo, la gente è vestita poco. Poi a volte parte qualche spogliarello, maschile o femminile, ma viene fermato dai buttafuori. Di contatti sessuali spinti se ne vedono soprattutto sui divanetti. Chi vuole andare fino in fondo sceglie il bagno». Sono divisi ma non importa: «Hanno un’area comune con i lavandini e dei gabbiotti per i servizi. È facile intuire cosa accade lì dentro, nonostante la musica: le toilette sono «aperte» sopra e sotto». Alla portata di smartphone indiscreti.

SESSO IN BAGNO SESSO IN BAGNO


«Da quando vanno di moda i selfie, c’è la sfida a immortalare con il cellulare ciò che accade nei bagni, anche se non si conoscono gli interessati. Poi si finisce quasi in diretta su Facebook e Instagram, o via chat tra amici». Come è successo al video della sedicenne. «Quella notte c’ero anch’io al Loud, ma quanto è successo l’ho scoperto solo il giorno dopo su Facebook. Ricordo solo del trambusto, porte sbattute, insulti, poi tutti sono tornati a ballare». Fabio giura di non aver condiviso il video, ma sa che ne sono girate parti diverse, anche di pochi secondi, con tanti commenti. «L’hanno fatto nel bagno degli uomini».


IL RICHIAMO ONLINE
La pagina Facebook dedicata a «I bagni del Loud» era frequentata da habitué: «C’erano foto esplicite, molti commenti e alcune storie di incontri per far parlare di sé». La pagina promuoveva anche gang bang, un richiamo al sesso di gruppo. Si dice che l’ultimo appuntamento fosse in programma il 28 febbraio, all’1 e mezzo di notte nei bagni del Loud. «Ne ho sentito parlare ma io non l’ho mai visto fare. Posso invece testimoniare di aver trovato una persona che offriva esplicitamente sesso orale a chiunque...».

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