LA STUPIDITÀ NON VA IN VACANZA – UN IMBECILLE SCRIVE CON LA BOMBOLETTA “FROCIO” SUI MANIFESTI DI MIKA A FIRENZE – IL CANTANTE NON CI STA E RILANCIA L’HASHTAG “ROMPIAMOILSILENZIO” SCATENANDO UN’ONDATA DI SOLIDARIETÀ SULLA RETE: “NON HO PAURA DI CHI MI DISCRIMINA"

Lo scrittore Ivan Cotroneo scrive al cantante anglo-libanese: “Quello che sta succedendo ora, ti direi che è l’ultima, e forse per questo più violenta, recrudescenza dell’intolleranza, i gesti stupidi e disperati di chi non sopporta che il mondo stia cambiando. Non è più tempo per l’intolleranza. Non è più tempo per la negazione delle libertà”…

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1.MIKA INSULTATO SUL POSTER UN CORO ROMPE IL SILENZIO

mika mika

Stefano Landi per “Il Corriere della Sera”

E un po’ come se lo avesse già immaginato. Qualche mese fa, mentre scriveva «Good Guys», il suo inno per l’estate. Nel testo citava i suoi eroi di gioventù. David Bowie, Andy Warhol, Arthur Rimbaud, Walt Whitman, pure James Dean. Artisti gay, diventati per Mika un punto di riferimento per il coraggio con cui si erano guadagnati il rispetto, ottenendo libertà di pensiero fin dai tempi lontani. Ci avrà certamente ripensato ieri, quando ha visto su Instagram la foto postata da una sua fan della locandina colorata che annunciava il suo concerto a Firenze il prossimo 30 settembre coperta da una scritta nera da catalogare alla voce insulti omofobi. 

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«L’istinto era di lasciar stare: l’odio di alcune persone è una cosa che conosco bene, era meglio ignorarla». Però poi quella cosa ha preso una musica diversa. Come una rivincita d’orgoglio condiviso. Mika rilancia l’hashtag #rompiamoilsilenzio sul suo profilo ufficiale. La denuncia scuote la rete e il messaggio diventa virale, arrivando al vertice di giornata su Twitter. «Non ho paura di chi mi discrimina. Nessuno deve averne. L’amore fa quel che vuole» ha scritto il cantante anglo-libanese, mentre al coro di solidarietà a colpi di clic si aggiungeva la voce dei colleghi. 

mika fedez mika fedez


A partire da Fedez, che a settembre tornerà suo compagno di banco tra i giudici di X Factor: «Si scrive omofobia, si legge ottusità. Ti sono vicino amico» ha scritto il rapper milanese. «Quando qualcuno è ignorante, limitato, povero d’animo, arrabbiato, frustrato se la deve sempre prendere con qualcun altro» ha aggiunto Paola Turci. «No alle discriminazioni: la nostra solidarietà e vicinanza a tutte le vittime dell’omofobia», la firma del team Tiziano Ferro. Seguito da Alessandro Cattelan, Lorenzo Fragola e dai giovani talenti diventati grandi nel talent canoro di Sky. Poi Eros Ramazzotti, colpito del fatto che ancora nel 2015 si ripetano le solite vecchie discriminazioni. Elisa («Grande Mika, avanti così, a tutta forza»), Simona Ventura, Lucilla Agosti. 


Poi l’eco dei pensieri della gente comune. Centinaia di commenti di sostegno all’artista, ma soprattutto di vergogna e scuse per l’inciviltà a nome di tutti i fiorentini e degli italiani. Non è ancora noto l’autore del gesto, ma la sensazione è che con quelle sei lettere sparate a bomboletta nera abbia alzato e di molto il volume della voce di chi chiede rispetto per le diversità. I seguaci di Mika in Rete sono aumentati di oltre 3 mila nelle prime 24 ore.

fedez e mika fedez e mika

 

Dal web alla strada: il sindaco di Firenze Dario Nardella ha ordinato la rimozione del manifesto (su cui nel frattempo qualcuno aveva affisso un cartello con le scritte #rompiamoilsilenzio #l’amorefaquello che vuole) e informato le autorità giudiziarie. 
«Sono dei vigliacci: Firenze non è città omofoba, ma una città aperta», ha detto il sindaco. Tollerante come il mondo che Mika sognava da bambino. E che ha celebrato in «Good Guys», lasciandosi ispirare da un’aforisma di Oscar Wilde. «Siamo tutti nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle». 
 

 

2. LA LETTERA DELLO SCRITTORE IVAN COTRONEO A MIKA DOPO LE SCRITTE OFFENSIVE COMPARSE SUI MANIFESTI DEL SUO TOUR A FIRENZE

di Ivan Cotroneo per corriere.it

 

C’è una brutta scritta, sul manifesto di una bella persona e di un bravo artista. La scritta insulta, ferisce, fa arrabbiare. La scritta dice «frocio». La scritta vuol dire che il tuo orientamento sessuale è da stigmatizzare, da segnalare, da offendere. Sembra una scritta di cinquant’anni fa, invece è di ieri. È comparsa sui manifesti che annunciavano il concerto di Mika a Firenze.

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È sempre difficile commentare una notizia del genere. Hai la tentazione del rifiuto, il pensiero che sarebbe meglio affogare nel silenzio quelle che magari sono le stupidaggini di un gruppetto di idioti. In fondo basta una mano vigliacca, una bomboletta spray e una mente disconnessa per scrivere «frocio» su un manifesto.

 

Però sai, che è così che comincia tutto, da un insulto, e che non esistono parole leggere, ci sono offese che portano lontano, alla incomprensione e alla legittimazione della violenza. Quindi, caro Mika, se questa fosse una lettera a te, se questo fosse un fatto commentato insieme agli altri nella chiacchierata che abbiamo avuto giorni fa al Corriere della Sera, ci terrei a dirti che io non credo che il mondo sia questo e — se lo è — è evidente che lo sarà ancora per poco.

 

La direzione che le coscienze di tutti stanno prendendo è un’altra, ce lo dicono le nuove leggi, quelle già applicate negli altri Paesi, e che speriamo vengano applicate presto anche da noi.

 

MIKA MIKA

Ce lo dicono i voti popolari, la volontà del presidente degli Stati Uniti, la condanna di Strasburgo che il Paese in cui vivo si è meritatamente beccato.Quello che sta succedendo ora, ti direi che è l’ultima, e forse per questo più violenta, recrudescenza dell’intolleranza, i gesti stupidi e disperati di chi non sopporta che il mondo stia cambiando.

 

Andrebbero ignorati per questo? No, al contrario andrebbero segnalati, commentati, stigmatizzati e puniti ancora più duramente. E speriamo che venga fatto. Tu però devi saperlo, lo sai già, che non ti fermeranno, non fermeranno nessuna delle persone impegnate in questo cambiamento che è già in atto. Non fermeranno il mondo, saranno loro a essere fermati. Il mondo non è questo, la città in cui canterai non è questa, nemmeno l’Italia, nonostante tutto, è più questo. Se anche volesse non può più esserlo.

 

ivan cotroneo foto andrea arriga ivan cotroneo foto andrea arriga

 Non è più tempo per l’intolleranza. Non è più tempo per la negazione delle libertà. Siamo pronti a combattere ancora, dovremo farlo perché la violenza — verbale e non — non si ferma.

Tu lo fai con la tua musica. E sai che non ti fermeranno, non fermeranno più nessuno. Time is on our side.

Ti direi che non è una tua canzone, ma potrebbe esserla.

 

 

 

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