LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEI CLAN – PICCOLI E FACILI DA NASCONDERE, I MICROCELLULARI VANNO A RUBA TRA I DETENUTI CHE RIESCONO A FARLI ENTRARE FACILMENTE IN CARCERE – ARRIVANO DALLA CINA, PER ENTRARNE IN POSSESSO BASTANO 30 EURO E I CONTROLLI NON RIESCONO A BECCARLI QUASI MAI…

-

Condividi questo articolo


Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"

 

microcellulare microcellulare

Entrati in produzione e commercio dopo il 2010, i micro cellulari sono diventati oggi uno dei principali oggetti del desiderio dei detenuti di tutta Italia. All' inizio avevano più o meno le dimensioni di una carta di credito, anzi, per essere precisi, di tre carte di credito sovrapposte, e perciò venivano chiamati «cellulari da portafoglio», ma la tecnologia va veloce, e da un paio d' anni sono arrivati sul mercato apparecchi che stanno larghi nel taschino dei jeans.

 

Il più piccolo è lungo 7 centimetri, largo 2 e spesso 1, e pesa, compresa la sim, 20 grammi. Ovvio che uno strumento di queste dimensioni abbia la indubbia caratteristica di passare inosservato, diciamo pure di essere quasi invisibile.

 

microcellulare 6 microcellulare 6

Ed altrettanto ovvio che sia entrato di diritto a far parte di quel campionario di articoli che da Bollate alla Bicocca i detenuti cercano - tramite i parenti o con la complicità di operatori infedeli - di far introdurre negli istituti di pena, in modo da rendere più agevole la reclusione.

 

Certo, il tempo delle lime, se mai c' è stato, appartiene alla preistoria. Oggi nelle carceri italiane entra innanzitutto droga, poi armi (ma questo pure è un discorso vecchio), e, ultimi arrivati, i cellulari. E più piccoli sono, più è facile eludere i controlli.

 

microcellulare 7 microcellulare 7

Ieri il Corriere del Mezzogiorno riferiva del micro-telefonino in chiave napoletana, ma in realtà lo strumento non ha connotazioni geografiche. Non viene nemmeno prodotto in uno di quegli scantinati dei vicoli del centro storico partenopeo trasformati in fabbrichette clandestine. Banalmente è made in China, e per entrarne in possesso non è necessario conoscere il pusher giusto, ma basta collegarsi via internet ai più importanti portali di e-commerce. Non servono nemmeno molti soldi: 30 o 35 euro al massimo, ma se si sa cercare lo si acquista anche con 20.

carcere carcere

 

Più spese di spedizione, ovviamente. Insomma, può permetterselo chiunque, figuriamoci un detenuto che sborserebbe ben altre cifre pur di trovare il modo per parlare ogni giorno con moglie e figli (nel migliore dei casi), oppure per continuare a gestire dall' interno di una cella spaccio di droga, estorsioni o qualunque altro sia il core business della sua azienda criminale.

 

microcellulare 4 microcellulare 4

E la conferma arriva dalla cronaca. Dicembre 2016: un micro-telefonino viene trovato dalla polizia penitenziaria nella cella di un ex esponente della Mala del Brenta detenuto al Due Palazzi di Padova.

 

Forniva l' apparecchio agli altri reclusi e si faceva pagare in generi di conforto: aveva una dispensa stracolma. Luglio 2017: a distanza di pochi giorni scoperti apparecchi cellulari di piccolissime dimensioni nelle celle del carcere cagliaritano di Uta e in un pacco di dolci destinati a un rumeno detenuto nella casa circondariale di Bergamo.

microcellulare 1 microcellulare 1

 

Settembre 2017: ancora un ritrovamento, stavolta a Torino, carcere Le Vallette.

«Ne rinveniamo continuamente - dice Donato Capece, segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria - nonostante i controlli un modo per far entrare questa roba riescono sempre a trovarlo».

 

Come? Le tecniche saranno molte; una la spiega l' utente A.T. lasciando un commento sul sito dove ha acquistato il telefono: «It is very small and easy/painless to hide», è molto piccolo e facile da nascondere.

microcellulare 3 microcellulare 3 microcellulare 5 microcellulare 5 microcellulare 2 microcellulare 2

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...