VIAGGIO NEL RISTORANTE “CORLEONE”, IL LOCALE APERTO A PARIGI VICINO AGLI CHAMPS-ELYSÉES DA LUCIA RIINA INSIEME AL MARITO E ALTRI DUE SOCI - TRA I CLIENTI CI SONO PROFESSIONISTI E FAMIGLIE FRANCESI, MA IN POCHI CONOSCONO IL COMUNE SICILIANO E IL BOSS DEI BOSS DI “COSA NOSTRA” - LA MUSICA DI SOTTOFONDO NON È QUELLA DE “IL PADRINO” MA “RUMORE” DI RAFFAELLA CARRÀ E “SPLENDIDO SPLENDENTE” DI DONATELLA RETTORE…

-

Condividi questo articolo


Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

LUCIA RIINA LUCIA RIINA

La musica di sottofondo non è quella del Padrino, ma solo una nostalgica colonna sonora che spazia tra gli anni Settanta e Ottanta, «Rumore» di Raffaella Carrà e «Splendido Splendente» di Donatella Rettore.

 

Sì, «Corleone» potrebbe essere un ristorante siciliano come altri, nati negli ultimi anni a Parigi, sulla scia del boom della gastronomia italiana, fresca e solare (tanto più in questi giorni di gelo e pioggerellina uggiosa). Ma subito fuori, al 19 di rue Daru, sul tendone verde in tinta con l' interno (sobrio ed elegante), vicino a «Corleone» e al leone rampante che stringe un cuore, lo stemma della città, in caratteri stondati e rassicuranti sono scritte quelle parole : «by Lucia Riina».

 

Lucia Riina? Sì, proprio lei, la quarta figlia, la più piccola, del boss Totò, morto in carcere nel 2017. Su Facebook aveva annunciato un po' di tempo fa la sua «vita nuova» a Parigi con il marito Vincenzo Bellomo e la figlia che ha poco più di due anni. È lui il proprietario del 10% del ristorante, aperto nel novembre scorso con soci parigini. Ieri a pranzo il locale (appena una trentina di posti) era quasi al completo.

 

IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA

Siamo subito dietro al parco Monceau, nell' ottavo arrondissement, quartiere solidamente borghese, senza neanche le derive pacchiane dei vicini Champs-Elysées. Sulla stessa strada, la chiesa ortodossa Alexandre-Nevski: proprio qui, al 19, prima c' era un ristorante russo.

 

Tra i clienti di «Corleone », francesi che lavorano negli uffici del quartiere (ci sono alcune banche d' investimento) o coppie in là con l' età del genere abbiente (il ristorante è abbastanza caro). Apparentemente non sanno chi sia Riina: né padre, né figlia. La parola Corleone corrisponde forse a un vago ricordo del «Padrino» di Scorsese.

 

IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA

Poi, qualche italiano incuriosito da quella strana storia raccontata dai media nei giorni scorsi, compreso un anziano signore di origini siciliane che dice di «non avere pregiudizi». E nessuna particolare caduta di stile, a parte il ripetersi ossessivo sulla moquette della Trinacria, la donna con le tre gambe, che è davvero troppo. La specialità della casa, le orecchiette alla corleonese, spruzzate di aneto, sono perfettamente al dente.

 

Le polemiche Ma Lucia Riina, 39 anni, dov' è? Non si sa, presenza latente e invisibile. Il cameriere siciliano in sala è gentile, ma imbarazzato dai giornalisti. «La signora si spiegherà su Le Parisien »: sì, in un' intervista concessa al quotidiano francese, per fornire nuovi dettagli sulla sua «vita nuova». Intanto, silenzio stampa. Bisogna accontentarsi di alcuni dipinti sui muri, opere della signora, che dipinge, compreso un quadro (in vendita, ma non si è capito bene a quanto), che raffigura una donna con una bambina, a probabile connotazione autobiografica.

 

IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA IL RISTORANTE CORLEONE DI LUCIA RIINA

Prima che scattasse il silenzio stampa, qualche elemento era venuto fuori. I principali soci, coinvolti nella Luvitopace, la società che controlla il ristorante, sono due. Uno è Pierre Cédric Duthilleul, ristoratore conosciuto, proprietario fra gli altri del Griffonier di rue des Saussaies, non lontano di qui. È vicino al ministero degli Interni, riconosciuta «mensa» d' alto livello dei pezzi grossi della polizia francese (continua il lato surreale della vicenda).

L' altro socio è Pascal Fratellini, gestore di alcuni locali notturni, compresa una nota discoteca in una traversa degli Champs-Elysées. Fa parte di una dinastia di origini fiorentine, che portò la tradizione italiana del circo a Parigi nel lontano 1878. Fratellini ha raccontato a Le Monde la «triste storia» di Lucia Riina, «che in Italia è la figlia del diavolo».

 

il post di lucia riina su facebook il post di lucia riina su facebook

«Per caso su Internet ho letto alcune sue dichiarazioni: lo Stato italiano gli aveva negato il bonus bebè, perché figlia di Totò Riina. Ho visto che dipingeva. Le ho comprato un quadro e abbiamo simpatizzato. Alla fine sono andato a incontrarla con la sua famiglia a Corleone». Da lì, l' aiuto per rifarsi una vita, dove non la conosce nessuno.

 

lucia riina lucia riina

Ma allora, perché quel «by Lucia Riina»? Ce n' era proprio bisogno? L' associazione esplicita a Corleone ha già scatenato la rabbia di Nicolò Nicolosi, sindaco della città, che ha definito «devastante l' accostare il nome di Corleone a quello di mafiosi». Quanto a Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 23 laggio 1992, ha specificato che «Lucia Riina è una libera cittadina, non ho nessun commento da fare sulla sua decisione di aprire un ristorante. Poi sta alla sensibilità del singolo cittadino decidere se andarci o meno».

 

Fratellini si giustifica con il fatto che «negli Stati Uniti, ci sono ristoranti che si chiamano Al Capone, Lucky Luciano o Soprano». Intanto, ieri, alla fine della pausa pranzo, una donna con una bambina si è materializzata nel ristorante. La Riina abiterebbe proprio lì vicino e avrebbe anche un atelier dove dipingere. La presenza latente è diventata d' un tratto visibile. In questo gioco di strane ambiguità, dove tutti cercano di guadagnarci un po'.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…