VITTORIA SCIANCATA DA PORO-SHENKO – IL PRESIDENTE UCRAINO VINCE LE ELEZIONI MA PRENDE SOLO IL 23% E ORA DOVRÀ ALLEARSI CON ALMENO ALTRI DUE PARTITI – IN PARLAMENTO ENTRANO ANCHE LE OPPOSIZIONI FILORUSSE

Nicola Lombardozzi per “la Repubblica

 

scontri tra attivisti dell estrema destra ucraina e la poliziascontri tra attivisti dell estrema destra ucraina e la polizia

C’è qualcosa di minaccioso nei primi risultati di queste prime elezioni politiche ucraine dopo la “rivoluzione” di febbraio. In attesa dei dati reali, i primi exit poll davano infatti ieri sera un quadro fosco per chi sperasse ancora in una soluzione pacifica del conflitto: ben sette partiti in Parlamento e solo uno che sostenga le ragioni di quella parte del Paese che vive da maggio in piena guerra civile. «L’Ucraina ha scelto in modo irreversibile di restare dalla parte della Ue e della pace », ha detto il presidente Poroshenko in abito blu e cravatta rossa nel suo quartiere generale a forma di bomboniera. Ma a tutti restava più impressa la sua performance di ieri mattina, in tuta mimetica e circondato da soldati armati, mentre perlustrava la città russofona di Kramatorsk strappata ai ribelli dopo combattimenti feroci e stragi di civili.

 

foto time 22 settembre  2014   un tank in ucraina   19foto time 22 settembre 2014 un tank in ucraina 19

Poroshenko avrebbe vinto, come previsto, ma con appena il 23 per cento. Bisognerà aspettare il conteggio dei seggi per esserne certi, ma dovrà allearsi con almeno altri due partiti. Al secondo posto con il 21,3, il Fronte Popolare di Arsenj Jatsenjuk, prediletto da Obama e sostenitore della linea dura con i secessionisti. Le sue probabilità di diventare premier legittimo, dopo averlo fatto in emergenza, aumentano notevolmente. Terzo, a sorpresa con il 13,2, Samopomich (Auto Aiuto) del sindaco di Leopoli, Andry Sadovy, molto legato agli oligarchi che concentrano i loro affari tra Austria, Germania e Polonia e che hanno finanziato la rivolta della Majdan.

 

corteo a mosca per la pace in ucraina 9corteo a mosca per la pace in ucraina 9

Al quarto posto, anche questi a sorpresa, ci sarebbero (7,6) i deputati filo-Mosca del Blocco delle Opposizioni. Li hanno votati i russofoni dell’Est ma anche dell’Ovest, i comunisti che prevedevano il fallimento del loro partito (2,9 e dunque sotto allo sbarramento del 5 per cento) e quelli che puntavano a un accordo con la Russia per la fine definitiva dei combattimenti. Ma sono quasi tutti vecchi arnesi del partito delle Regioni di Janukovich, i pochi che non sono fuggiti in Russia o che non sono stati arrestati.

 

petro poroshenkopetro poroshenko

Il loro successo vale più come un segnale ed è notevole se si pensa che nel Donbass non ha votato nessuno e che in città filorusse come Odessa e Kharkiv l’affluenza è stata molto di sotto della media nazionale (50 per cento). Seguono con il 6,5 i nazionalisti di Svoboda ritenuti da Israele la più temibile organizzazione antisemita d’Europa, e i radicali di Olen Lyashko (6,4), che presentava una lista di combattenti e militari.

 

Yulia Tymoshenko con sua figlia prima di parlare alla piazza Yulia Tymoshenko con sua figlia prima di parlare alla piazza

Ultima, salva per un pelo (5,5), l’ex stella della politica ucraina Yiulia Tymoshenko che spera ancora di entrare nel governo, sia pur con un ruolo marginale. In tv Yiulia appariva perfino più dimessa di quando uscì dal carcere per arringare e la folla della Majdan. In evidente sovrappeso, con la mitica treccia finta decisamente troppo bionda rispetto al resto della capigliatura, ha parlato di svolta europea e di nuove grandi sfide davanti a una platea piuttosto sconsolata. Esultano invece i neonazisti di Pravj Sektor che hanno più che raddoppiato (2,4) il risultato delle presidenziali di maggio e che invocano la «guerra senza esitazioni sino alla vittoria ».

 

Yulia Tymoshenko con sua figlia prima di parlare a Independence Square Yulia Tymoshenko con sua figlia prima di parlare a Independence Square

Il mancato rafforzamento di Poroshenko resta dunque il dato più evidente che pesa sul futuro del Paese. Le voci di una imminente offensiva “finale” nel Donbass dove i secessionisti contano di svolgere elezioni autonome in novembre, sono sempre più pressanti. E i segnali da Mosca non sono buoni. Il vicepresidente della Duma dichiarava via Twitter: «Non è cambiato niente nello schema del potere. L’Ucraina, priva di mezzi finanziari, dovrà affrontare un futuro poco allegro in cambio delle poche briciole che le arriveranno da Usa e Ue».

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...