YACHT KILLER - STAVA FACENDO IL BAGNO COL PAPÀ NEL MARE DI SARDEGNA: MUORE A 11 ANNI TRANCIATA DALL’ELICA DI UNA BARCA A MOTORE - DOPO L’INCIDENTE LO YACHT HA RIPRESO IL LARGO SENZA MOTIVO, INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO IL COMANDANTE DELLA BARCA

Per i carabinieri la tragedia di Santa Margherita di Pula è l’epilogo peggiore di un gioco molto pericoloso. La bambina e gli altri ragazzini si tuffavano da una barca che probabilmente aveva ancora il motore acceso. O che forse è stato azionato senza controllare che nessuno stesse ancora nuotando nei paraggi...

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Nicola Pinna per “la Stampa”

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Ancora poche bracciate e sarebbe arrivata a riva. E invece il motore dello yacht si è messo in moto subito dopo il tuffo. Troppo in fretta, prima che Letizia cominciasse a nuotare verso la spiaggia. L’elica non le ha lasciato scampo: l’ha travolta in pieno, un secondo prima che riuscisse ad allontanarsi dalla barca. 

 

È stato un attimo e di fronte alla spiaggia di Santa Margherita, costa sud della Sardegna, si è consumato un dramma terribile. Letizia aveva solo 11 anni e ieri pomeriggio era andata in barca insieme al padre, qualche cugino e alcuni amici. Al timone dell’imbarcazione di 14 metri c’era un amico di famiglia ed è stato proprio lui ad azionare il motore nel momento sbagliato.
 

YACHT KILLER DISPERAZIONE PADRE YACHT KILLER DISPERAZIONE PADRE

Quello che è successo ancora non è del tutto chiaro. Anche perché lo yacht Thor II ha ripreso il largo prima che nella zona arrivassero i carabinieri. Per rintracciarlo, le motovedette dei carabinieri e della Guardia costiera hanno dovuto controllare tutto il tratto di costa tra Cagliari e Pula. Il comandante della barca, accusato di omicidio colposo, è stato interrogato a lungo in caserma e ai militari ha raccontato la sua versione:

 

«Quando ho sentito le urla e mi sono reso conto del dramma che si stava consumando, mi sono tuffato in acqua e ho aiutato il padre a portare la bambina in riva. La barca, nel frattempo, era alla deriva e per questo mi sono rimesso ai comandi e l’ho portata via». 

 

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Per i carabinieri del comando provinciale di Cagliari, il dramma di Santa Margherita è l’epilogo peggiore di un gioco che fin dall’inizio poteva essere molto pericoloso. Letizia e gli altri ragazzini tuffavano da una barca che probabilmente aveva ancora il motore acceso. O che forse è stato azionato senza controllare che nessuno stesse ancora nuotando nei paraggi. 
 

Buttarsi in mare e tornare in riva a nuoto era il divertimento preferito per il gruppetto di adolescenti. Ma ieri pomeriggio Letizia non ha avuto neanche il tempo di fare le prime bracciate per affrontare le onde. 
 

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L’elica della potente imbarcazione l’ha risucchiata e dilaniata in un attimo. Forse aveva deciso di interrompere il gioco e voleva ritornare a bordo, arrampicandosi sulla scaletta di poppa dello yacht. Il comandante, così lui stesso ha raccontato, era convinto che la ragazzina e il resto della comitiva fossero già a distanza di sicurezza. E senza prestare troppa attenzione ha fatto l’errore più grave: azionare l’elica. 
Il padre di Letizia (figlio di un noto imprenditore della provincia di Cagliari) ha assistito al dramma ed è stato il primo a lanciare l’allarme, ma in quel momento la tragedia si era già consumata. 
 

YACHT BAMBINA MORTA DISPERAZIONE PADRE YACHT BAMBINA MORTA DISPERAZIONE PADRE

Il mare della Sardegna, in un pomeriggio di caldo afoso e maestrale forte, ha fatto anche un’altra vittima. Nelle acque di Aglientu, estremo nord dell’Isola, le onde hanno teso una trappola mortale a un turista di Milano. Maurizio Villa, 56 anni, si era tuffato con la moglie di origine svizzera e i due figli di 20 e 25 anni. Le onde erano molto forti e i quattro si sono trovati subito in difficoltà. Hanno chiesto aiuto e il bagnino della spiaggia di Rena Majore si è tuffato in un attimo per prestare soccorso. La donna e i due ragazzi sono stati trascinati a riva, ma per Maurizio Villa i soccorsi non sono bastati.

 

 

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