1- CONDANNATO IL TRIO PUNK PUSSY RIOT PER "VANDALISMO E ODIO RELIGIOSO" 2- CALCA DI GIORNALISTI DI TUTTO IL MONDO DAVANTI AL TRIBUNALE KHAMOVNIKI, A MOSCA 3- RAFFORZATE LE MISURE DI SICUREZZA IN TUTTA LA CITTÀ DELLA RUSSIA DOVE STAMANI SI SONO GIÀ VERIFICATE PICCOLE AZIONI DI PROTESTA CON ALCUNI ATTIVISTI SOSTENITORI DEL GRUPPO CHE HANNO INFILATO PASSAMONTAGNA COLORATI, SIMBOLO DELLA BAND, SUL CAPO DEI MONUMENTI AD ALCUNE GLORIE RUSSE COME IL POETA PUSKIN 4- A SENO NUDO E ARMATE DI UNA MOTOSEGA, DUE ATTIVISTE DEL GRUPPO FEMMINISTA 'FEMEN' HANNO TAGLIATO UN MONUMENTO RELIGIOSO NEL CENTRO DI KIEV: UNA CROCE IN MEMORIA DEI MILIONI DI VITTIME DELLO STALINISMO IN SEGNO DI SOLIDARIETÀ CON LE 'PUSSY RIOT' 5- NADIA DAL CARCERE: "COMUNQUE E' VITTORIA. Perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente"


FEMEN, A SENO NUDO PER PUSSY RIOT
FEMMINISTE UCRAINE TAGLIANO CROCE IN MEMORIA VITTIME STALINISMO
Ansa.it
A seno nudo e armate di una motosega, due attiviste del gruppo femminista 'Femen' hanno tagliato un monumento religioso nel centro di Kiev: una croce in memoria dei milioni di vittime dello stalinismo. Le 'Femen', note per le loro eclatanti proteste a seno nudo dal forte impatto mediatico, hanno dichiarato di aver tagliato la croce in segno di solidarietà con le tre rocker della band 'Pussy Riot' che oggi rischiano una condanna fino a tre anni di reclusione per una preghiera punk anti Putin nella cattedrale di Mosca. Un gesto clamoroso destinato a suscitare clamore, ma anche indignazione, e non solo tra i fedeli.
Ansa.it

Il trio punk della Pussy Riot è stato giudicato colpevole di teppismo motivato da odio religioso.

La lettura del verdetto, da parte del Presidente del tribunale Khamovniki a Mosca, dove si svolge il processo, è tuttora in corso. La sentenza nei confronti della band punk dovrebbe essere pronunciata a breve.

Calca di giornalisti di tutto il mondo davanti al tribunale Khamovniki, a Mosca, per l'attesa sentenza nel processo contro il trio punk Pussy Riot che sarà pronunciata a breve. Lo ha constatato la cronista dell'ANSA sul posto. Blindata la zona intorno al tribunale con una decina di cellulari della polizia e uomini della forza antisommossa; fuori dalla transenne, sostenitori del gruppo, tra cui il blogger anti-Putin Alexei Navalni, ma anche detrattori, tra i quali alcuni militanti del partito liberal-democratico (LDPR) che recano cartelli con la scritta 'Giu' le mani dalla chiesa ortodossa.

Rafforzate le misure di sicurezza in tutta la città dove stamani si sono già verificate piccole azioni di protesta con alcuni attivisti sostenitori del gruppo che hanno infilato passamontagna colorati, simbolo della band, sul capo dei monumenti ad alcune glorie russe come il poeta Puskin.

"Gli daranno una condanna vera, senza condizionale". Questa la previsione di un rabbuiato Marc Feigin, avvocato del trio Pussy Riot, al suo ingresso al tribunale Khamovniki, a Mosca, dove a breve sarà pronunciata la sentenza contro la banda rock autrice di una scandalosa "preghiera punk" che potrebbe costare alle tre cantanti fino a 3 anni di galera

In attesa del verdetto nel processo contro il trio rock 'Pussy Riot', previsto oggi a Mosca alle 15 (le 13 in Italia), i sostenitori della band di tutto il mondo hanno in programma una serie di manifestazioni in 30 città, da Parigi a Varsavia. Lo riferisce la Radio Echo di Mosca. Il coordinamento è avvenuto in via spontanea via Facebook e sul sito web freepussyriot.org.

A Mosca i fan si riuniranno alle 14 davanti al tribunale di Khamovniki dove si svolge il processo contro il trio autore di una scandalosa "preghiera punk" che potrebbe costargli fino a 3 anni di galera. Attesi volti noti dell'opposizione e politici, sicurezza rafforzata in città per timore di disordini e proteste. A San Pietroburgo, i supporter del gruppo si ritroveranno in un'azione concordata con le autorità cittadine: niente bandiere partitiche, solo lo slogan "per un processo equo". Iniziative previste anche in altre città russe da Perm a Rostov.

Dall'altra parte dell'oceano, a New York si svolgeranno cinque cortei a favore della band, che sfioreranno chiese ortodosse e consolato russo per poi convogliare a Times Square dove celebri attori, scrittori e musicisti leggeranno brani tratti dalle ultime parole delle imputate.

A Londra scende in campo il teatro della Royal Court; a Vilnius, in Lituania, verrà innalzato un cellulare della polizia gonfiabile da cui si libreranno via capsule piccole mongolfiere a forma di passamontagna; a Praga un festival musicale sarà dedicato alle Pussy Riot. E stamani, a Mosca, un ignoto giovane ha tentato un blitz nella stazione di metropolitana Bielorusskaia: voleva infilare un passamontagna sulla testa delle statue in bronzo dei partigiani che adornano la fermata. Ieri sera, picchetto solitario sulla Neva davanti alla moschea: "Maometto - ferma Putin".

Il caso Pussy Riot non ha mutato il livello di fiducia dei russi nel proprio sistema giudiziario: per la maggioranza (44%) il processo contro le partecipanti del gruppo punk è "equo, obiettivo e imparziale". Lo rivela oggi un sondaggio dell'autorevole Centro Levada, che ha coinvolto 1600 persone in 45 regioni della Russia. Il 36 per cento degli intervistati ha espresso fiducia che la pena sarà applicata in conformità con le prove di colpevolezza. Il 17% esprime invece dubbi sulla corte, il 18% crede che la sentenza deriverà da un ordine dall'alto.

Il 12% dichiara di non aver "mai avuto" fiducia nel sistema giudiziario russo. Più della metà (il 57%) ha seguito il processo. Per uno su tre, l'azione della band nella Cattedrale di Mosca alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia era diretta contro la Chiesa e il suo coinvolgimento in politica, piuttosto che contro Vladimir Putin (13%). Solo l'8% ha definito Putin personalmente come l'iniziatore del processo.

Ma un altro sondaggio degli stessi sociologi del Levada pubblicato oggi mostra che i russi stanno perdendo fiducia nel proprio presidente, e molti dubitano della sua capacità di influenzare seriamente la situazione nel paese. Il 52% conferma il proprio supporto per le politiche di Putin, rispetto al 57% di maggio scorso; il 57% ha fiducia in lui (a maggio erano 63%). Il 24% esprime la propria "frustrazione", il 25% lo critica.

Oggi il verdetto a Mosca: il pubblico ministero ha chiesto per ciascuna delle ragazze tre anni di carcere per "teppismo motivato da odio religioso". Le imputate rifiutano l'accusa rivendicando una "azione politica", ma si sono scusate in aula per l'offesa arrecata ai credenti. Due delle nove vittime le hanno perdonate.

NADIA DAL CARCERE, COMUNQUE E' VITTORIA - "Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo. Perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente". Parola di Nadia Tolokonnikova, 22 anni, considerata mente e "sex symbol" delle Pussy Riot, nel giorno della sentenza contro la band punk oggi a Mosca che potrebbe assegnarle 3 anni di galera. In un lettera dal carcere per ringraziare i suoi sostenitori - la sesta da lei firmata, diffusa dagli avvocati della difesa e pubblicata nell'originale manoscritto sul sito della radio Eco di Mosca - la Tolokonnikova, in detenzione preventiva dal 15 marzo, esprime sorpresa per la mobilitazione mondiale a sostegno del suo gruppo: "Trovo ancora difficile credere che tutto questo non è un sogno".

E la spiega così: "la nostra detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il paese". A suo avviso, la Russia soffre di un "male politico": la minaccia è "la distruzione della libertà e delle forze di emancipazione del paese". Poi si richiama al femminismo professato dalla band: "Il privato - è politico. E il nostro caso ha dimostrato come i problemi particolari di tre persone accusate di condotta disordinata, possano dare vita ad un movimento politico.

Un caso particolare di repressione e persecuzione su chi ha osato prendere la parola in un paese autoritario, ha fomentato il mondo: attivisti, punk, pop star e membri di governi, comici e ambientalisti, femministe e maschilisti, teologi islamici e cristiani, pregano per le Pussy Riot". Infine un riferimento alla filosofia studiata all'università da Nadia: "Kant avrebbe detto che non vede altre ragioni di questo miracolo, se non i principi morali dell'umanità. Grazie per il miracolo". Nel processo iniziato il 30 luglio, la difesa vuole la piena assoluzione e ha promesso di presentare ricorso contro qualsiasi condanna.

 

femen x le pussy riotfemen x le pussy riotfemen x le pussy riotPussy-Riotfemen x le pussy riotpussy riot MADONNA PUSSY RIOT UNA DELLE PUSSY RIOT IN TRIBUNALE LE PUSSY RIOT jpegLE PUSSY RIOT A PROCESSO jpegLE PUSSY RIO DURANTE LESIBIZIONE NELLA CATTEDRALE DI CRISTO SALVATORE A MOSCA PUTIN Berlusconi e Putin pussy riotpussy riotpussy riotpussy riotpussy riot

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")