1. DAI BANANA, DILLO PURE CHE NON ERANO I VIDEO DI FINI E MAGISTRATI, NE’ CARTE SEGRETE SUL LODO MONDADORI, MA I VIDEO DELLE TUE ‘’CENE ELEGANTI’’ L’ARMA DEL RICATTO 2. IL SEQUESTRO SPINELLI È UN SEGNALE INQUIETANTE: LA BANDA DI BARESI E ALBANESI PORTA A QUEGLI AMBIENTI CRIMINALI COLLEGATI ALLE RAGAZZE CHE TRA IL 2008 E IL 2009 PARTECIPARONO ALLE FESTE DI PALAZZO GRAZIOLI E ALLE VACANZE A VILLA CERTOSA 3. OLTRE A ZOCCOLETTE DI BELLE SPERANZE, ESCORT DI PROFESSIONE E SHOW-GIRLS, NELLE RESIDENZE DI BERLUSCONI SONO ENTRATI MILLANTATORI E PERSONAGGI MORALMENTE REPELLENTI IN GRADO DI CHIEDERE FAVORI E PRESTITI IN DENARO, IN CAMBIO DI SILENZI, FOTO O VIDEO COMPROMETTENTI. UNA MACCHINA DEI RICATTI CHE BATTE ANCORA CASSA

1. LE OMBRE DI UN SEQUESTRO LAMPO E QUELLE FREQUENTAZIONI INCAUTE
Giangiacomo Schiavi per il "Corriere della Sera"

La trama dell'estorsione nei confronti di Silvio Berlusconi si porta dietro alcune inevitabili domande. Una riguarda le frequentazioni dell'ex premier e il sottobosco di starlette e faccendieri che l'ha esposto al rischio dei ricatti.

Al netto degli sviluppi giudiziari e della liberazione (per fortuna senza danni) dell'ostaggio, la trama dell'estorsione nei confronti di Silvio Berlusconi si porta dietro alcune inevitabili domande.

La prima è legata ai tempi morti che intercorrono tra la liberazione del cassiere Giuseppe Spinelli e la denuncia alla Procura fatta dall'avvocato Ghedini: 31 ore di ritardo, un margine che avrebbe dato agli investigatori la possibilità di avviare subito le intercettazioni e magari capire se il filmato del ricatto nei confronti dell'ex premier esiste oppure no.

La seconda riguarda certe tracce lasciate dai balordi dopo l'aggressione e il sequestro lampo dell'uomo di fiducia del Cavaliere: le scarpette rosse del Milan che hanno tradito il capoclan fanno pensare più alla banda dell'Ortica che ad un gruppo di malavitosi attrezzati nei sequestri di persona.

La terza, la più insidiosa, investe le frequentazioni personali di Berlusconi, il sottobosco di starlette e figuri poco commendevoli che in un modo o nell'altro si sono avvicinati alle stanze private dell'ex presidente del Consiglio. Quando si abbassa la soglia dell'accettabilità e si aprono incautamente certe porte, si alza anche il rischio di esporsi ai ricatti. E ai ricatti, espliciti o sommersi, Berlusconi si è esposto con troppa leggerezza in questi anni, lasciando sfilare nei palazzi di famiglia (non solo eufemisticamente) belle di notte, manager di escort e faccendieri di ogni tipo.

Comportamenti non all'altezza dei doveri istituzionali di un capo di governo, dietro ai quali l'insidia prevedibile è quella che oggi presenta il conto: millantatori e personaggi moralmente repellenti sono in grado di chiedere favori e prestiti in denaro, in cambio di silenzi, foto o video compromettenti.

Quella di ieri è una brutta pagina di cronaca, con una scia di paure, stranezze e coincidenze. Il sequestro del ragionier Giuseppe Spinelli, pagatore delle ragazze che frequentavano le serate di Arcore, comunemente chiamate Olgettine, è un segnale inquietante: significa che oltre ai vari Dell'Utri, Mora, Lavitola e Tarantini, oltre alle ragazze sovvenzionate con un assegno da 2500 euro al mese, c'è una macchina dei ricatti che batte ancora cassa con l'ex premier e alza, pericolosamente, il tiro.

2 - LA PISTA DEI LEGAMI TRA ESCORT BARESI E CLAN...
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

È il passato che sembra essere tornato, più minaccioso e inquietante di allora. Perché la banda di baresi e albanesi accusata di aver sequestrato il ragioniere Patrizio Spinelli porta a quegli ambienti criminali collegati alle ragazze che tra il 2008 e il 2009 parteciparono alle feste di palazzo Grazioli e alle vacanze organizzate a Villa Certosa. Giovani di belle speranze, escort di professione, che nelle residenze di Silvio Berlusconi riuscirono a scattare fotografie, addirittura a registrare le conversazioni.

Sono le donne reclutate a Bari insieme a Patrizia D'Addario. E tra loro spicca Barbara Montereale, all'epoca ventitreenne fidanzata con Radames Parisi rampollo dell'omonimo clan guidato dal nonno Savino. Ma anche Lucia Rossini, che aveva una relazione con un altro affiliato. Entrambe sono diventate famose per le immagini nel bagno della residenza romana dell'allora premier dove le aveva portate, a pagamento, l'imprenditore Gianpaolo Tarantini. Entrambe erano state «agganciate» da Massimiliano Verdoscia, poi finito nella stessa inchiesta anche per spaccio di cocaina.

Tre anni e mezzo sono trascorsi da allora, da quell'estate del 2009 segnata dalle rivelazioni di chi era stata reclutata e lautamente ricompensata. E tornano di attualità gli interrogativi emersi proprio dagli atti di quell'inchiesta sulla prostituzione, il pericolo che quanto era stato visto e documentato da chi aveva frequentato le residenze di Berlusconi potesse poi essere utilizzato per ricattarlo.

Francesco Leone, ritenuto il capo della banda entrata in azione a Milano, fino a vent'anni fa era uomo di spicco del clan Parisi. Le verifiche effettuate sinora non fanno emergere «legami attuali» con quegli ambienti. Ma nuovi accertamenti dovranno essere compiuti per scoprire se possa aver gestito materiale compromettente raccolto proprio in quelle occasioni. Se dietro la pretesa di denaro ci siano retroscena rimasti finora segreti che riportano a quel periodo.

Appena quattro giorni dopo la confessione pubblica della D'Addario e la comparsa sulla scena della Montereale, qualcuno diede fuoco all'auto di quest'ultima. Era parcheggiata sotto la sua casa di Modugno, l'attentato avvenne di notte. Un avvertimento, si disse subito, ma poi non si è mai saputo da quale contesto provenisse l'invito a tacere. Anche perché la giovane dopo aver trascorso un'intera notte a palazzo Grazioli era stata portata anche in Sardegna e lì era rimasta una settimana, in cambio di 10.000 euro.

Fu lei in una telefonata registrata ad incitare Patrizia D'Addario a ricattare Berlusconi «come ha fatto Noemi». Erano in molti a temere le sue rivelazioni. Forse gli stessi affiliati al clan, che volevano gestire personalmente le informazioni carpite dalle giovani.

Montereale si rivelò testimone preziosa: fu una delle prime a raccontare che durante i festini le guardie del corpo del Presidente talvolta «stavano lì e guardavano». E sempre lei, ben prima che le indagini milanesi svelassero il «Bunga Bunga» di Arcore, parlò di decine di «ragazze straniere, soprattutto slave, invitate in Sardegna. E poi quelle vestite da Babbo Natale che si esibivano per il Presidente». È possibile che altro materiale, ben più compromettente, sia stato recuperato e poi utilizzato per ricattare Berlusconi. Che Leone sia soltanto la pedina di un gioco molto più grande di quello svelato sinora. E che abbia cercato di costringerlo a onorare un patto disatteso.

2 - LA RAGAZZA DELLE FESTE «IL BOSS NON C'ENTRA»
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

«I Parisi che si coinvolgono in una storia come questa? No. Non è da loro. Mi hanno fatto lasciare Radames perché ero finita su tutti i giornali». Barbara Montereale, «ragazza immagine» che partecipò alle cene eleganti del premier a Palazzo Grazioli, ne è quasi certa. Nella «strana storia» del sequestro lampo del ragionier Spinelli non c'entra affatto il clan Parisi: quell'organizzazione criminale del quartiere Japigia di Bari, nata nel '90 da una costola della Sacra Corona Unita.

Lo sa ben lei che era fidanzata con Radames Parisi: figlio del boss. Ma questo Francesco Leone non faceva parte del clan? «Boh. Dovrei sapere come lo chiamano. Molti hanno un nomignolo e tutti li chiamano con quel soprannome», risponde al telefono la ragazza calendario. Nelle carte dell'inchiesta non c'è traccia di nomignolo, ma a vedere la foto, Barbara Montereale non ha dubbi: «Mai visto». Sicura? «Sì, ho visto anche il servizio in tv. Non conosco il ragionier Spinelli. E non conosco neanche lui». Qualcuno adiacente al clan cui poter chiedere di lui? «Non li frequento più. Mi sono lasciata con Radames. So che ha avuto un bimbo. Ora si è anche sposato. No, non saprei a chi chiedere».

Ma le caratteristiche di quel clan Barbara Montereale le ricorda benissimo. A cominciare da quella che le fa apparire molto anomala questa storia: la discrezione. Lei spiega: «O è stata un'iniziativa individuale, di qualcuno che ha deciso senza consultare i Parisi, oppure non mi convince». Perché? «Mi sembra strano che vanno a Milano, da Berlusconi, con i documenti, fanno un rapimento. No. Non si comportano così». Invece come?

«Non si mettono al centro dell'attenzione. A meno che non siano cambiati ultimamente. Ma non credo. Poi figurati dopo tutto quello che è successo con me». Lei, che venne portata da Patrizia D'Addario a Palazzo Grazioli per intrattenere il premier la sera della prima elezione di Barack Obama, e poi scelta da Giampaolo Tarantini per trascorrere le feste di fine 2008 a Villa Certosa, perse la sua amicizia e finì coinvolta dalle rivelazioni di lei sui festini, conosce sulla propria pelle quel riserbo criminale. «Loro hanno bisogno del silenzio. Il padre mi ha fatto lasciare il mio fidanzato, Radames Parisi, per questo».

Ma lui non era al di fuori dei traffici dei Parisi? «Mah». Allora non sarà stato meglio così? «È un'altra storia. Lasciamo stare. Comunque io facendo la ragazza immagine per Berlusconi ci ho solo rimesso». Non era stata pagata? «Sì, per quel lavoro sì. Ma adesso lavoro solo se non mi riconoscono. Tutti mi dicono escort, escort e io non lo ero».

L'eco di un pizzico di amarezza per quel via vai dal ragionier Spinelli che non l'ha riguardata, si avverte netto. Sperava di essere chiamata anche lei dal ragionier Spinelli? «Non dico questo. Ma insomma alla fine io ci ho solo rimesso. Qui chi ha buttato m... ovunque ha avuto questo, ha avuto quest'altro. E io che mi sono comportata bene, anzi benissimo, non ho fatto nè come Ruby, nè come la D'Addario, non ho detto nulla, non ho avuto nemmeno un grazie. Alla fine il bene non paga». Almeno non cash.

 

 

 

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