1- DOPO IL PADRE, LASCIA IL FIGLIO: IL TROTA SI DIMETTE DA CONSIGLIERE DELLA REGIONE LOMBARDIA E FA PURE IL MARTIRE SOTTO SALE: “LASCIO SENZA CHE NESSUNO ME L'ABBIA CHIESTO. IN CONSIGLIO REGIONALE NEGLI ULTIMI MESI CI SONO STATE DIVERSE VICENDE GIUDIZIARIE CHE HANNO PORTATO A INDAGARE PIÙ DI UNA PERSONA, IO NON LO SONO. FACCIO UN PASSO INDIETRO IN QUESTO MOMENTO DI DIFFICOLTÀ, DÒ L'ESEMPIO” 2- ORA SI ASPETTANO LE DIMISSIONE DELLA “BADANTE” ROSI MAURO, VICE PRES. DEL SENATO 3- IL VIDEO DELLE GAFFE DI RENZO BOSSI, MASCHERA DEGNA DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA 4- MARMELLO, AUTISTA E BODYGUARD DI RENZO BOSSI, FACENTE FUNZIONI DI “TROTAMAT”: “NON CE LA FACCIO PIÙ, NON VOGLIO CONTINUARE A PASSARE SOLDI AL FIGLIO DI UMBERTO BOSSI IN QUESTO MODO: È DENARO CONTANTE CHE RITIRO DALLE CASSE DELLA LEGA A MIO NOME, SOTTO LA MIA RESPONSABILITÀ. LUI INCASSA E NON FA UNA PIEGA, SE LO METTE IN TASCA COME FOSSE LA COSA PIÙ NATURALE DEL MONDO. ADESSO BASTA!”

LE MIGLIORI GAFFE DI BOSSI JR: http://www.corriere.it/politica/12_aprile_09/dimissioni-renzo-bossi_76c9fbd8-8235-11e1-9c86-d5f7abacde61.shtml

Corriere.it

Dopo il padre lascia anche il figlio. «Mi dimetto», così Renzo Bossi ha annunciato durante un'intervista al Tgcom 24 di voler lasciare la poltrona di consigliere regionale in Lombardia.

«SO COSA HO FATTO» - «Lascio senza che nessuno me l'abbia chiesto, faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, dò l'esempio», ha detto ancora Bossi jr. Poi Renzo ha spiegato di aver fiducia nella magistratura: «Sono sereno, in consiglio regionale negli ultimi mesi ci sono state diverse vicende giudiziarie che hanno portato a indagare più di una persona, io non lo sono ma credo sia giusto e opportuno in questo momento per il mio movimento, fare un passo indietro».

Per quanto riguarda le dimissioni da segretario di Umberto e sul futuro della Lega, il Trota (questo il soprannome affibbiatogli nel 2008 dal padre) ha spiegato: «È stata una scelta difficile fatta per salvare il movimento e dare alle domande che tutti si pongono, le risposte che nel giro di poco tempo si avranno». La notizia arriva dopo la tempesta che ha travolto via Bellerio a seguito delle indagini sull'utilizzo per fini personali dei finanziamenti pubblici ai partiti. Numerose in questi giorni sono state le proteste di una parte del movimento leghista che chiedeva (e chiede) le dimissioni sia di Renzo Bossi che di Rosy Mauro.

«STUFO DEL LAVORO»- E non è mancata la spiegazione del gesto fornita dal Senatùr, all'uscita della casa di Gemonio: «Ha fatto bene, erano due o tre mesi che mi diceva che era stufo di stare in Regione, non si trovava». E stupito di questa stanchezza si è dichiarato Stefano Galli, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale. «Domani mattina Renzo Bossi formalizzerà ufficialmente le sue dimissioni. A me però non aveva mai manifestato la voglia di lasciare il consiglio regionale, poi se ne ha parlato in famiglia, questo non lo so», ha detto, «francamente io non me lo aspettavo».

«ROSI MAURO? POI VEDIAMO» - Invece sull'ipotesi di espulsione dalla Lega di Rosi Mauro e altre figure che risultano coinvolte nello scandalo giudiziario che ha colpito la Lega, l'ex segretario Umberto Bossi ha risposto «poi vediamo» ai cronisti che gli chiedevano un commento.

E intanto gli occhi sono puntati sulla manifestazione che si terrà martedì a Bergamo per l'«orgoglio leghista dopo gli scandali che stanno travolgendo il Carroccio. «Sarà in quella sede che i militanti avranno le loro risposte». È quanto garantito da Roberto Maroni che domenica ha voluto far sentire la sua voce su Facebook.

LE REAZIONI - Poi a commentare la notizia su Twitter è il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: «Leggo l'annuncio delle dimissioni di Renzo Bossi dal Consiglio regionale della Lombardia. Bene così». Su Facebook, invece, di altro tenore è l'esternazione dell'europarlamentare Matteo Salvini: «Un vero peccato...».

Su Facebook si è poi scatenata l'ironia di tanti militanti, quasi tutti contenti (tranne qualche attendista) del gesto deciso da Bossi Jr. Sulle pagine di alcuni esponenti della Lega, commenti ironici del tipo «Siamo tutti dispiaciuti!» o «e ora bandiere a mezz'asta?». E ancora «Un vero peccato... carismatico, colto e onesto«, e »sto piangendo». Tra gli altri compaiono anche vari post in cui si auspica che «il buon esempio venga seguito anche da Rosy Mauro».

CARRIERA SCOLASTICA E GAFFES - Renzo è nato a Varese nel 1988 ed è stato coinvolto nelle vicende della Lega fin dagli albori. Molto spesso a fianco del padre soprattutto dopo la malattia che lo colpì Umberto nel 2005. A gennaio 2009 è stato nominato membro dell'Osservatorio della Lega Nord sulla trasparenza e l'efficacia del sistema fieristico lombardo, nomina che ha attirato non poche accuse di nepotismo. Alle elezioni regionali lombarde del 2010 è stato candidato dalla Lega Nord nel collegio provinciale di Brescia.

La candidatura, ad appena 22 anni e senza che la sua travagliata carriera scolastica lasciasse presumere una specifica preparazione politica, suscitò critiche per quello che appariva come un palese esempio di nepotismo, in contrasto con le posizioni precedentemente adottate dalla Lega. Renzo Bossi fu comunque eletto consigliere regionale con 12.893 preferenze, sarcasticamente attribuite da alcuni critici ai «voti dei compagni di classe».

Celebri anche le sue gaffe: nell'agosto 2009 si iscrisse al profilo di Facebook della Lega Nord Mirano, in cui compariva un manifesto autoprodotto con lo slogan "legittimo torturare i clandestini". Successivamente fu oggetto di dure critiche per aver pubblicato sulla rete sociale Facebook un gioco, Rimbalza il clandestino, il cui scopo era allontanare dalle coste dell'Italia vari gommoni di immigrati.
2- RENZO BOSSI, IL SUO AUTISTA A ‘'OGGI'': "RITIRAVO CONTANTI PER LE SUE SPESE PERSONALI"
VIDEO - http://www.oggi.it/video/notizie/2012/04/09/alessandro-marmello-ero-il-bancomat-di-renzo-bossi-video-esclusivo-1/

Oggi.it
«Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare».

Lo dichiara al settimanale Oggi in edicola da martedì 10 aprile Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi. Marmello, che ha documentato le sue affermazioni anche con una serie di video visibili da martedì sul nostro sito, racconta la sua versione dei fatti in una lunga intervista.

"RITIRAVO FINO A 1.000 EURO, ANCHE PIU' VOLTE AL MESE" - Marmello ha lavorato come autista di Renzo Bossi per tre mesi nel 2009. «Il contratto a progetto era emesso dal Gruppo Lega Nord Padania Camera dei deputati e intestato all'allora capogruppo Roberto Cota, che oggi è il governatore del Piemonte». All'epoca Renzo Bossi non aveva cariche ufficiali.

Dall'aprile 2011 Marmello è stato assunto dalla Lega, racconta, «con un contratto a tempo indeterminato emesso direttamente dalla Lega Nord Padania. E firmato dal tesoriere Francesco Belsito. Da quel momento avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell'auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all'ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari, era praticamente un foglio bianco, e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese. Il fatto è che questo denaro mi veniva dato come corrispettivo degli scontrini e delle ricevute che presentavo. E tra queste ricevute molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali».

"I CONTANTI SERVIVANO PER LE SUE SPESE PERSONALI" - Spiega Marmello: «Poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. Insomma, quando avevo finito la scorta di denaro andavo in cassa, firmavo e ritiravo. Mi è capitato anche di dover fare il pieno di benzina pure per la sua auto privata. Il pieno in quei casi dovevo farlo con i soldi che prelevavo in cassa per le spese della vettura di servizio.

La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi. L'ho fatto presente a Belsito, spiegandogli che avevo pensato addirittura di dimettermi. Lui non mi ha dato nessuna spiegazione chiara. Io stavo prelevando soldi che ufficialmente erano destinati alle spese per l'auto di servizio ed eventualmente per le mie esigenze di autista e invece mi trovavo a passarne una parte a lui, per fare fronte anche ai suoi bisogni personali.

Erano spese testimoniate da scontrini che spesso non riguardavano il mio lavoro. Non so se lui avesse diritto a quei soldi: tanti o pochi che fossero, perché dovevo ritirarli io? Ho cominciato ad avere paura di poter essere coinvolto in conti e in faccende che non mi riguardavano, addirittura di sperpero di denaro pubblico, dal momento che i soldi che prelevavo erano quelli che ritengo fossero ufficialmente destinati al partito per fare politica. Soldi pubblici. Certamente, almeno credo, non spendibili per accontentare le spese personali di Renzo Bossi».

 

 

Bossi con il figlio Renzo e Rosi Maurod c d ab dcbc d f f c d a ROSI MAURO CON RENZO BOSSI jpegFRANCESCO BELSITO E RENZO BOSSI jpegBOSSI CON LA MOGLIE MANUELA E IL FIGLIO RENZO IN VACANZA A CHIAVARI IN PIEDI FRANCESCO BELSITO jpegRENZO BOSSI - TROTA E ROSI MAURORENZO BOSSI CON UMBERTO BOSSI RENZO BOSSI ARRIVA IN BICI ALGIRO DI PADANIARENZO BOSSI VALERIO MEROLA E MONICA RIZZI RENZO BOSSIRENZO BOSSI - TROTARENZO BOSSI - TROTARenzo Bossi e Valerio Merola bossi, renzoRenzo e Umberto Bossi Calderoli e Tremonti alla Cena degli OssiMARMELLO, L'AUTISTA DEL TROTA

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...