1- DOPO L’AVVISO DI SFRATTO DEL CORRIERE, IL “FINANCIAL TIMES” CON UNA FAVA PRENDE DUE PICCIONI: “TREMONTI NON È INDISPENSABILE, COME LO STESSO BERLUSCONI” 2- “FT” ENTRA COSÌ NEL CASOTTO MILANESE-TREMONTI, DEFINENDO “UN MISTERO” IL FATTO CHE LO STESSO MINISTRO INCARICATO DI RISCUOTERE LE TASSE ABBIA PREFERITO PAGARE IN CONTANTI, ANZICHÉ CON UN ASSEGNO O CON UN BONIFICO, L'AFFITTO DELLA CASA DI CAMPO MARZIO. COMMENTO: “GLI ITALIANI MERITANO UN COMPORTAMENTO MIGLIORE DA PARTE DI UN MINISTRO DELLE FINANZE CHE AUMENTA LORO LE TASSE” 3- ECCOLO IL VERBALE CHE INCHIODA MILANESE E CHE IMBARAZZA TREMENDINO TREMONTI 4- IL SEGRETARIO GENERALE DEL PIO SODALIZIO DEI PICENI RACCONTA AI PM CHE LA CASA ERA DESTINATA A GIULIETTO (E NON A MILANESE), CHE I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE EFFETTUATI (E PAGATI CON GLI APPALTI DELLA SOGEI) VALGONO PIÙ DI 200 MILA € (E NON 52 MILA)

1- ECCOLO IL VERBALE CHE INCHIODA MARCO MILANESE E CHE IMBARAZZA GIULIO TREMONTI
Marco Lillo per "Il Fatto quotidiano"

Eccolo il verbale che inchioda Marco Milanese e che imbarazza Giulio Tremonti. Porta la data del 7 luglio e contiene le dichiarazioni di un cinquantenne nato a Città di Castello che in molti conoscono nei palazzi romani. Si chiama Alfredo Lorenzoni ed è il segretario generale del Pio Sodalizio dei Piceni, l'uomo incaricato di gestire le pratiche di affitto dei pregiati immobili romani di questa antica Confraternita di marchigiani.

Lorenzoni ha raccontato tre cose importanti al pm Vincenzo Piscitelli che indaga su Marco Milanese a Napoli. Innanzitutto ha detto chiaramente che i lavori di ristrutturazione effettuati e mai pagati dal deputato Pdl nella casa di via Campo Marzio 24 a Roma valgono più di 200 mila euro e non 52 mila come sostengono all'unisono Milanese e il costruttore Angelo Proietti, indagati a Roma per corruzione dal pm Paolo Ielo proprio per la ristrutturazione a sbafo.

Inoltre Lorenzoni ha ricordato che il primo preventivo presentato dalla società di Proietti, la Edil Ars, ammontava addirittura al doppio: 400 mila euro. Questa somma mostruosa anche per il rifacimento di un appartamento d'epoca al centro di Roma, nella logica accusatoria, sarebbe stata utile a prolungare la permanenza gratuita nell'appartamento di Tremonti e Milanese. Se fosse stata accettata da Lorenzoni, Marco Milanese avrebbe potuto offrire gratis al ministro la sua magione romana senza tirare fuori un euro per tre anni e non per i 17 mesi ottenuti.

La terza cosa che ha detto Lorenzoni al pm Piscitelli è che per lui quella casa in cerca di autore era destinata non a Milanese ma a Tremonti. Una dichiarazione che mette in serio imbarazzo il ministro e rende sempre urgente la sua convocazione come testimone davanti ai pm che indagano su Milanese. Sono troppi i dubbi e le incongruenze tra le sue dichiarazioni e i verbali di testimoni e indagati.

A partire da quelli di Alfredo Lorenzoni. Il segretario generale dei Piceni viene convocato la prima volta a Napoli da Piscitelli il 28 giugno. Al pm che gli chiede conto della casa di via Campo Marzio risponde: "Il contratto è stato stipulato il primo febbraio 2009. Il canone di locazione è stato stabilito in 8.500 euro mensili (...) concordammo contrattualmente con il Milanese l'esecuzione a suo carico di lavori per una cifra complessiva di 200 mila euro (conteggiati secondo il nostro prezzario) dal cui ammontare andava mensilmente scomputato il canone di locazione fino al raggiungimento di quell' importo. Mi consta che i lavori siano stati effettivamente eseguiti".

Peccato che i lavori non siano mai stati pagati da Milanese. Come scoprono i magistrati che convocano il costruttore Proietti per chiedergli perché. Anche perché la società Edil Ars ha fatto lavori senza gara per 5 milioni di euro con la Sogei, una società informatica controllata dal Ministero dell'economia, solo nel 2010. Proietti ha la risposta pronta: "i lavori sono stati fatti solo per 52 mila euro, come contabilizzato nel mio bilancio".

E perché non sono stati pagati? "Milanese mi diceva che avrebbe pagato tutto alla fine dell'intervento complessivo di 200 mila euro. Quando il responsabile del Pio Sodalizio, Lorenzoni", precisa Proietti al Fatto, "venne a vedere i lavori eseguiti, io gli feci notare che valevano solo 52 mila euro, ma lui disse che avremmo ultimato l'intervento dopo".

Evidentemente le due versioni erano dissonanti. E quella di Proietti puntella perfettamente la difesa di Milanese alla Camera: "i lavori di restauro effettivamente eseguiti ammontano a soli 50.000 euro; l'affitto che io avrei dovuto corrispondere avrebbe dovuto essere scalato dall'ammontare delle spese per il restauro, peraltro effettuato solo in minima parte; il Ministro ha corrisposto, quale partecipazione all'affitto dell'immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4 mila euro, corrispostemi settimanalmente".

Insomma, l'importo dei lavori effettivamente realizzati è determinante. Ecco perché il 7 luglio Alfredo Lorenzoni viene riconvocato da Piscitelli. "In relazione ai lavori di via Campo Marzio 24 confermo che la stima di quelli necessari, da effettuare secondo il nostro prezziario, ammontava a circa 250 /260 mila euro", spiega ai pm Lorenzoni "in precedenza l'Edil Ars aveva presentato per quell'appartamento, su incarico del nuovo inquilino, un preventivo per circa 400 mila euro che noi non prendemmo neanche in considerazione perché sproporzionato.

Non erano previsti lavori di consolidamento statico ma di manutenzione ordinaria. Questo preventivo di fatto rifiutato fu restituito all'Edil Ars. (...) lo ho verificato che i lavori -per quel che ricordo durati circa quattro mesi -sono stati effettivamente realizzati anche a un livello medio alto (di fattura e di materiali impegnati). ln sostanza la tipologia di lavori per noi ritenuti necessari e conteggiati secondo quel computo prima descritto è stata integralmente realizzata senza trascurarne o differirne nessuno degli stessi. lo ci sono stato più volte (sei o sette volte) e comunque l'appartamento è venuto molto bene".

Altro che "romanella" come aveva definito in dialetto romanesco il lavoro fatto alla bell'e meglio Proietti. Ma chi era il beneficiario di tutti questo giro di lavori, canoni scomputati e contratti? Anche su questo Lorenzoni parla chiaro: "Confermo che fu Proietti a dirmi per la prima volta che l'appartamento era destinato ad essere abitato dal Ministro Tremonti. Fu lo stesso Milanese a confermarmi la circostanza e poi io stesso in diverse occasione dei miei accessi all'interno dello stabile, ne ho avuto conferma anche perché la presenza del Ministro non passa inosservata per la presenza della scorta".

2- FT: "TREMONTI NON È INDISPENSABILE, COME LO STESSO BERLUSCONI"
http://www.lettera43.it

In uno degli articoli sulla pagina dei commenti il Financial Times torna a occuparsi dell'Italia, e invita alla prudenza coloro che vorrebbero la testa del ministro dell'economia Giulio Tremonti. «Date le persistenti tensioni sui debiti sovrani europei, questo non sarebbe un buon momento per l'Italia per scaricare il ministro dell'Economia», scrive il quotidiano finanziario, che però poi aggiunge «ma, come lo stesso Berlusconi, Tremonti non è indispensabile».

«Tremonti è comprensibilmente visto come il più affidabile nel governo guidato da un Silvio Berlusconi impegnato a combattere accuse di frode fiscale e scandali sessuali» ha spiegato l'Ft.

LA FUGA DALLE RIFORME.
«Questo non significa che Mr Tremonti sia senza macchia. Lui e Berlusconi sono rifuggiti spesso dalle impopolari riforme strutturali necessarie ad aumentare la produttività, la competitività e la crescita economica del Paese. Queste riforme sono ancora più necessarie ora che la domanda interna sarà probabilmente congelata da un inasprimento della pressione fiscale e dall'aumento degli interessi sulle obbligazioni.

BASTONE E CAROTA PER TREMONTI.
Il Financial Times entra così nella vicenda Milanese-Tremonti, riconoscendo il lavoro del ministro alla guida di Via XX Settembre, ma definendo allo stesso tempo «un mistero» il fatto che lo stesso titolare del dicastero incaricato di riscuotere le tasse abbia preferito pagare in contanti, anziché con un assegno o con un bonifico, l'affitto della casa di Campo Marzio.

«È inconcepibile», sottolinea il quotidiano economico della City, «che il ministro non sia al corrente del ruolo che i pagamenti in contanti rivestono nel perpetuare in Italia la malattia cronica dell'evasione fiscale». E sottolineando anche alle sue parole «non c'è nulla di irregolare» non abbnessun procuratore o pubblico ufficiale.

LA MANOVRA DELLE TASSE.
Poi il Financial Times ricorda la manovra finanziaria per sottolineare l'incoerenza nel comportamento di Tremonti: «Soltanto il mese scorso il governo di centro-destra ha approvato in fretta in Parlamento una manovra da 48 miliardi di euro, che prevede una serie di pesanti aumenti fiscali. Gli italiani meritano un comportamento migliore da parte di un ministro delle Finanze che aumenta loro le tasse».

BANCHE IN DIFFICOLTÀ.
Il celebre quotidiano economico poi analizza la situazione delle banche italiane definendo «torrida» la giornata del 1 agosto per i nostri istituti di credito. La pioggia di vendite sul settore è diventato una «banderuola segnavento» dei timori per la crisi del debito sovrano. Nel commento il Financial Times evidenzia anche che alcune previsioni sui risultati di Unicredit e Intesa SanPaolo del secondo trimestre non sono positive.

Se le banche italiane hanno superato meglio di altri la crisi finanziaria del 2008, sottolinea il FT, è stato grazie alla «cultura conservativa» che contraddistingue il sistema italiano, ma proprio il «conservatorismo» è diventato un punto di debolezza nella fase di crescente «nervosismo» del mercato verso l'esposizione al debito sovrano dell'Italia.

 

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