1- G8, CHE BOTTO! L’EX CAPO DELLA POLIZIA DE GENNARO NON CI STA ALLA “DECAPITAZIONE” DEL VERTICE: "DOLORE PER LE VIOLENZE, SOLIDARIETÀ AI FUNZIONARI CONDANNATI, DI CUI PERSONALMENTE CONOSCO IL VALORE PROFESSIONALE E CHE TANTO HANNO CONTRIBUITO AI SUCCESSI DELLO STATO NELLA LOTTA A TERRORISMO E CRIMINALITÀ” 2- SUL BLOG DI GRILLO, VITTORIO AGNOLETTO AGGIUNGE OLIO BOLLENTE: DOPO UN ATTACCO PER LA POSIZIONE “GIUSTIFICAZIONISTA” DI “REPUBBLICA”, ACCUSA CHE “NESSUNO FUNZIONARIO CONDANNATO PASSERÀ NEANCHE SOLO UN GIORNO IN CARCERE” 3- E MICHELE SERRA SI CHIEDE “QUALE FU IL RUOLO DI GIANFRANCO FINI, CHE VISSE IN PRIMA PERSONA, SIA PURE DIETRO LE QUINTE, QUEI FATTI TERRIBILI, E OGGI È TERZA CARICA DELLO STATO. L’IPOTESI È CHE I FATTI DELLA DIAZ NON SIANO ESTRANEI AL SUCCESSIVO “STRAPPO” DI FINI E AL SUO TENTATIVO DI COSTRUIRE (O INVENTARSI?) UNA VERA DESTRA LIBERALE”

1- G8, DE GENNARO: "DOLORE PER I TORTI - SOLIDARIETÀ AI FUNZIONARI CONDANNATI"
La Stampa.it

«Le sentenze della magistratura devono essere rispettate ed eseguite, sia quando condannano, sia quando assolvono», afferma Gianni De Gennaro in una nota diffusa da Palazzo Chigi. «In seguito alle decisioni per i gravi fatti di Genova, le competenti autorità hanno puntualmente adempiuto a tale dovere, operando con tempestività ed efficacia», ricorda l'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi.

«Per quanto mi riguarda - sottolinea - ho sempre ispirato la mia condotta e le mie decisioni ai principi della Costituzione e dello Stato di diritto e continuerò a farlo con la stessa convinzione nell'assolvimento delle responsabilità che mi sono state affidate in questa fase».

Nella sua nota, De Gennaro aggiunge che «resta comunque nel mio animo un profondo dolore per tutti coloro che a Genova hanno subito torti e violenze ed un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata».


2- FINI X 8
Michele Serra per Repubblica

In margine (ma non tanto) alla sentenza sull'abominevole storia della scuola Diaz, in parecchi si chiedono quale fu il ruolo di Gianfranco Fini, che visse in prima persona, sia pure dietro le quinte, quei fatti terribili, e oggi è terza carica dello Stato. Senza pretendere di dire niente di determinante o di utile su responsabilità che l'opacità del potere ci impedisce di conoscere, mi permetto però di formulare un'ipotesi di nessun rilievo giudiziario, ma forse di qualche rilievo politico.

L'ipotesi è che i fatti della Diaz non siano estranei al successivo "strappo" di Fini e al suo tentativo di costruire (o forse di "inventare") una vera destra liberale. Quel tanto di brutalità fascista che uomini dello Stato, evidentemente poco al corrente del proprio ruolo e del proprio lavoro, misero in campo, venne quasi rivendicata dai capi di An, che in quella circostanza rivelò un'anima più neofascista che post.

Fini fu soprattutto evasivo e reticente, e lo fu su questioni che il Fini successivo, quello di Futuro e Libertà, non avrebbe mai affrontato con quella superficialità. Oggi avrebbe un'ottima occasione per spiegare meglio che cosa accadde, e perché da quella pagina nera il potere italiano (anche il potere di destra) è stato costretto a imparare qualcosa.

3- GLI IMPUNITI DEL G8
Vittorio Agnoletto, portavoce "Genoa Social Forum" al G8 di Genova 2001per www.beppegrillo.it

"La sentenza (della Cassazione sulle violenze del G8 a Genova) è estremamente importante perché sancisce anche sul piano giudiziario quello che ormai è ampiamente documentato sul piano storico e se il lavoro svolto dai pubblici ministeri, in particolare dal dottor Enrico Zucca è servito per appurare la verità, questa sentenza anche se parzialmente costituisce giustizia.

Perché parzialmente? Perché da un lato abbiamo che tutti i responsabili individuati devono immediatamente essere allontanati dalla Polizia, dalle Forze dell' ordine. Parzialmente perché nessuno di costoro passerà neanche solo un giorno in carcere.

E' una sentenza importante perché i magistrati si sono trovati a dover decidere in una condizione che non era assolutamente naturale. I magistrati devono applicare la legge, attenersi unicamente alla legge, mentre invece in questi giorni c'è stata una pressione fortissima sui magistrati dicendo: "Attenzione se li condannate decapitate alcune istituzioni dello Stato".

Perché? Perché la politica, e questa è la maggiore responsabilità, non solo non è intervenuta in questi anni, ma è intervenuta continuando a promuovere tutti coloro che erano stati condannati e ponendo così i magistrati di fronte anche a una responsabilità che non gli compete perché i magistrati devono rispondere unicamente alla legge. E' la politica che non doveva mettere nelle condizioni di far sì che i colpevoli fossero al vertice delle istituzioni, ritengo che i magistrati abbiano semplicemente bonificato almeno parzialmente quelle istituzioni.

Rimane aperta anche un'altra questione, a picchiare, a produrre violenza nella Diaz sono state centinaia e centinaia di poliziotti, la stragrande maggioranza di costoro, cioè di manovali della violenza non sono stati individuati perché avevano il volto coperto con il casco e con un bavaglio, nessuno di costoro è stato quindi condannato e qui si apre anche la questione di qual è la formazione che avviene dentro la Polizia?

Come viene sviluppato l'arruolamento, quali sono le forme di educazione che vengono proposte dentro la Polizia? Che ruolo svolge, direi non svolge più, quello che una volta era il sindacato di Polizia conquistato negli anni 80. Dopodichè rimangono invece completamente intatte le responsabilità della politica e io da questo punto di vista credo che bisogna essere molto chiari senza guardare in faccia a nessuno e dire le cose come stanno.

C'è una gravissima responsabilità del centro-destra, c'è la responsabilità di Fini, di cui nessuno oggi discute, che non dimentichiamo. Mentre avvenivano quei fatti a Genova era nella caserma centrale dei Carabinieri e non si capisce perché. Lì non doveva essere, non gli competeva come ruolo istituzionale. C'è la responsabilità di tutta la destra che ha gestito quei fatti durante e dopo, ma non solo, una parte del centro-sinistra fino all'ultimo istante ha cercato di salvare i massimi dirigenti della Polizia.

Leggete l'articolo di oggi di Bonini sulla Repubblica cosa sostiene? Che i condannati, personaggi più importanti sono persone che hanno svolto importantissimi ruoli sulla lotta alla mafia etc. e che quindi bisognava avere un occhio di riguardo con loro che, come dire, la giustizia non è uguale per tutti. Uno acquisisce dei bonus nella vita, dopodichè può fare quello che vuole, questo è qualcosa di assolutamente esterno a quanto prevede la legge e quanto prevede il diritto e quanto prevede soprattutto la Costituzione.

 

 

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