1- IL CAVALIER PATONZA SALE IN VESPA (BRUNO) E SCODELLA LA SUA VERSIONE DEI FATTACCI - 2- NEGA CHE LAVITOLA SI ASPETTASSE INCARICHI DI GOVERNO, DA UNA INTERCETTAZIONE - 3- “IL CELLULARE PANAMENSE? TUTTA COLPA DI ALFREDO, IL MAGGIORDOMO DI PALAZZO: “CI PARLAI, MA CON IL CONVINCIMENTO CHE IL CELLULARE FOSSE QUELLO DI ALFREDO…” - 4- “NON HO ASSOLUTAMENTE PRESENTATO TARANTINI CON PERSONE DI FINMECCANICA. UN GIORNO LO SENTII AL TELEFONO MENTRE ERO A FIANCO DI BERTOLASO, GLIELO PASSAI PER UN SALUTO. MA NEMMENO DALLA PROTEZIONE CIVILE TARANTINI EBBE ALCUNCHÉ” - 5- LAVITOLA, IMPERATORE DI PANAMA! IN UNA MAIL DEL 2011 A FRATTINI, LE PRESSIONI DI WALTERINO PER LA PROMOZIONE DELL’AMBASCIATORE ITALIANO A PANAMA CURCIO -

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1- BERLUSCONI: «VALTER LAVITOLA CANDIDATO? NON NE SAPEVO NULLA»
corriere.it

Silvio Berlusconi nega di essere stato a conoscenza che Valter Lavitola si aspettasse incarichi di governo, come risulterebbe da una intercettazione. Lo nega nel nuovo libro di Bruno Vespa, di cui sabato sono uscite alcune anticipazioni «Non sono mai stato a conoscenza di niente di tutto questo. Tenga conto che nemmeno la sua candidatura alle elezioni europee del 2004 passò attraverso di me».

lavitola-berlusconilavitola-berlusconi

Nessun cellulare panamense - Vespa poi gli chiede «Ma le pare ammissibile usare un cellulare panamense per parlare con Lavitola?» «Non ho usato nessun cellulare panamense - risponde il premier -. Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo (maggiordomo di Palazzo Grazioli), che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata.

BERLUSCONI E LAVITOLA IN BRASILE - A DESTRA FEDERICA GAGLIARDIBERLUSCONI E LAVITOLA IN BRASILE - A DESTRA FEDERICA GAGLIARDI LAVITOLA SUL TRENO DEL VIAGGIO UFFICIALE DI BERLUSCONI A PANAMALAVITOLA SUL TRENO DEL VIAGGIO UFFICIALE DI BERLUSCONI A PANAMA

Lavitola pensò che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlò, ma io rifiutai l'offerta e commentai che quelli erano sistemi da criminalità organizzata. Una sera Alfredo si affacciò alla porta del mio studio con un cellulare in mano. "Dottore, mi disse, Lavitola ha chiamato almeno venti volte, vuole rispondergli almeno una volta?". Ci parlai, ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo...».

NESSUN FAVORE A TARANTINI - A proposito dei rapporti con Tarantini, Vespa dice poi a Berlusconi: «La cosa sgradevole è che l'opinione pubblica abbia avuto l'impressione che Tarantini invitasse a casa sua alcune ospiti per essere ricambiato con favori presso enti e istituzioni pubbliche, come Finmeccanica e la Protezione civile». «Non ho reso un solo favore di questo tipo a Tarantini - risponde Berlusconi - . Non l'ho assolutamente presentato e messo in contatto con persone di Finmeccanica. Un giorno lo sentii al telefono mentre ero a fianco di Guido Bertolaso, glielo passai per un saluto. Ma nemmeno dalla Protezione civile Tarantini ebbe alcunché».

BERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLABERLUSCONI MARTINELLLI E LAVITOLA

2- CARO FRANCO, TI SCRIVO: LE PRESSIONI DI LAVITOLA PER LA PROMOZIONE DELL'AMBASCIATORE PANAMENSE CURCIO IN UNA MAIL DEL 2011 A FRATTINI
Francesca Biagiotti e Antonio Massari per Il Fatto


"Caro Franco, per piacere hai notizie della promozione dell'Ambasciatore Curcio? Ti abbraccio Valter". Non ci sarebbe nulla di strano in una lettera così: sarebbe una comune richiesta di informazioni che somiglia a una raccomandazione, come se ne fanno tante al ministero. Se non fosse per il mittente, Valter Lavitola, attualmente latitante a Panama, e per il destinatario: Franco Frattini.

LAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMALAVITOLA E BERLUSCONI INSIEME A PANAMA

È da giorni che il ministro degli Esteri prova a prendere le distanze da Lavitola: sorpreso in una fotografia durante un incontro con il ministro albanese in compagnia di Lavitola, ha dichiarato "Allora nessuno immaginava chi fosse, nel senso che non si parlava di affari illeciti e di indagini. Era lì come tante altre persone e se non ricordo male conosceva il ministro albanese assai prima di quando lo conoscessi io".

mail di lavitola a frattinimail di lavitola a frattiniIL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLAIL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLA

Insomma Lavitola era presente all'incontro del novembre 2009 alla Farnesina perché amico del ministro albanese e non perché aveva tampinato la segretaria di Frattini per essere presente.

Purtroppo per Frattini Il Fatto ha rintracciato una mail inviatagli dall'amico Valter un anno e mezzo dopo, alle 17,44 del 24 febbraio 2011. E in quella data Lavitola non era certo uno sconosciuto: era stato protagonista della rocambolesca acquisizione della lettera del ministro dell'isola di Saint Lucia che metteva nei guai Gianfranco Fini.

A rendere imbarazzante la mail non c'è solo il tono, ma anche il contenuto. Il terzo uomo della mail, quello per cui Lavitola chiede della promozione, è Giancarlo Maria Curcio, attuale ambasciatore di Panama. Lavitola si interessa della sua promozione. Curcio era stato appena nominato ambasciatore a Panama, ma nella carriera diplomatica era rimasto fermo al grado di Consigliere di ambasciata.Il suo nome era tra i promuovibili al rango di "ministro" e Lavitola tifava per lui. Dal tono della mail sembrerebbe che la questione fosse nota a Frattini.

Al Fatto la Farnesina, informata della mail, prima smentisce e poi precisa che "anche se ricevuta, (la mail, ndr), non è stata data risposta a Lavitola". Quindi la segnalazione c'è, ma secondo la Farnesina a vuoto: "Curcio non è stato né proposto per la promozione a ministro plenipotenziario né promosso". E comunque, prosegue la nota, "Lavitola in quel periodo non era indagato". Lavitola non ci riesce ma ci prova e che il suo tentativo sia andato a vuoto lo scopriamo solo oggi.

Riccardo Martinelli sventola la bandiera panamenseRiccardo Martinelli sventola la bandiera panamenseFRATTINI-LAVITOLAFRATTINI-LAVITOLA

E scopriamo anche che l'ambasciatore Curcio si occupa attivamente degli affari panamensi degli imprenditori italiani che interessano a Lavitola. Il Fatto ha pubblicato alcuni giorni fa un documento interno del Governo panamense nel quale si preventiva una spesa di 112 milioni di euro per costruire 4 carceri.Ipenitenziaridovevanoessere costruiti da un consorzio legato a Lavitola.

Sei mesi dopo l'interessamento di Valter per Curcio, l'ambasciatore scrive a Palazzo Chigi. Il Fatto ha visionato una mail del 2 agosto 2011, da Curcio a Luigi Maccotta, direttore centrale per l'America Latina del ministero e a Massimiliano Mazzanti, che a Palazzo Chigi è lo sherpa del G20 competente per America. In copia l'addetto commerciale all'ambasciata di Panama.

Curcio riferisce di avere ricevuto una telefonata del presidente panamense Martinelli il quale è furioso, perché Berlusconi non mantiene le promesse. Martinelli attende la costruzione di un ospedale pediatrico a Veraguas e la consegna di quattro motovedette alla Marina panamense. Curcio nella sua mail spiega quali sono i rischi: "La telefonata è da mettere in relazione ad alcuni contatti per cercare di sbloccare la questione della realizzazione delle carceri modulari dell'azienda italiana Svenmark".

IL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLAIL PRESIDENTE DI PANANA, FRATTINI E LAVITOLA

La "questione delle carceri", aggiunge Curcio, è già prevista dal Memorandum d'Intesa firmato da Martinelli e Berlusconi, ma il presidente panamense, irritato per la mancata consegna delle navi e dell'ospedale, non vuole saperne. Prosegue Curcio: "Sarebbe oltre modo opportuno un urgente contatto del Presidente Berlusconi con il Presidente Martinelli per cercare di rasserenare gli animi".

Curcio quindi chiede a Berlusconi di intervenire per ridefinire gli impegni in favore dell'impresa che deve fare le carceri: la Svemark. E di chi è il consorzio Svemark? Come il Fatto ha già raccontato tra i suoi soci figura, oltre al ligure Paolo Passalacqua con la sua Precetti, anche l'imprenditore romano Angelo Capriotti, che fa affari con Lavitola e ha assunto la moglie di Giampaolo Tarantini. Insomma Curcio sta muovendo i massimi livelli della nostra diplomazia anche nell'interesse dell'amico di Valter, amico del "caro Franco".

 

 

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