1. IL MAXXI GALLEGGIA SOPRA “UNA SOFFERENZA PARI A 4 MILIONI DI EURO”, E IL MINISTRO BRAY HA GARANTITO UN ESBORSO DI 3 DOVENDO “PENSARE ALL’EMILIA SFREGIATA DAL SISMA E A POMPEI”, QUINDI HA INVIATO LA MELANDRI DI “TIRARE DENTRO I PRIVATI” 2. BENE, DI FRONTE A TALE PASSIVO, QUAL È L’INIZIATIVA CHE HA PRESO L’EX MINISTRO RICICLATO AL MAXXI? DARSI UNO STIPENDIO CHE “POTREBBE SFIORARE I 150MILA EURO LORDI ALL’ANNO” E QUERELARE DAGOSPIA CHE L’HA RIVELATO! QUAL È IL REATO, VISTO CHE LA NOSTRA INDISCREZIONE PUBBLICATA IL 30 MAGGIO SCORSO, SI È RIVELATA AZZECCATA? 3. NON SOLO: DOPO UN COMPENSO PER SÉ, VISTO CHE LE FINANZE SONO COSÌ FLORIDE, L’EX DANZATRICE DI CASA BRIATORE (CAPODANNATA A MALINDI), ANNUNCIA L’ARRIVO DI UN DIRETTORE ARTISTICO: IL CRITICO CINESE HOU HANRU. E VAI CON UN ALTRO STIPENDIO!

1. DAGOREPORT
Apprendiamo da "Repubblica" (articolo a seguire) che il museo Maxxi galleggia sopra "una sofferenza pari a 4 milioni di euro", e che il ministro Bray ha garantito un esborso di 3 dovendo "pensare all'Emilia sfregiata dal sisma e a Pompei", quindi ha inviato la presidente Melandri di "tirare dentro i privati".

Bene, di fronte a tale passivo, qual è l'iniziativa che ha preso la Melandrina? Darsi uno stipendio e querelare Dagospia che l'ha rivelato! Qual è il reato, visto che la nostra indiscrezione pubblicata il 30 maggio scorso, si è rivelata azzeccata? Come pensa di coprire lo sprofondo rosso del museo con la richiesta di risarcimento danni al sito?

Sempre sul quotidiano di Ezio Mauro veniamo a sapere che il compenso dell'ex ministro trombato dal Pd e riciclato al Maxxi "potrebbe sfiorare i 150mila euro lordi all'anno": ‘'uno stipendio - scrive Carlo Alberto Bucci - di poco superiore a quello del presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta (145mila meno il 10% sancito dal decreto taglia spese). E più alto rispetto ai 60mila lordi che prendeva Baldi, per altro dirigente del ministero".

Non solo: dopo un compenso per sé, visto che le finanze sono così floride, l'ex danzatrice di casa Briatore (capodannata a Malindi), annuncia l'arrivo di un direttore artistico: il critico cinese Hou Hanru. E vai con un altro stipendio!

Ecco: come Stella sul "Corriere" e Bonami su "La Stampa" hanno scritto meglio di noi: ‘'il problema della Melandri è il suo ruolo''. Come presidente di una fondazione, titolo onorifico, non ha nessun diritto a uno stipendio; ma se il museo diventa un ‘'istituto di ricerca'', allora per il presidente dell'ente va indetto un concorso per titoli, per metterne a capo qualcuno che sia autorevole dal punto di vista della ricerca storico-artistica, per giustificare quello stipendio.

D'altra parte, ha spiegato sfacciatamente la Melandri a Panorama, "quando ho accettato l'incarico, sapevo che il Maxxi era una fondazione e che in base alla legge Tremonti avrei prestato la mia opera gratuitamente. Legge sbagliatissima, me lo si lasci dire, perché la cultura ha bisogno di grandi manager, e questi vanno pagati".

Ecco, signora Melandri, si calmi, non esageri con il superEgo: oltre a darsi uno stipendio, ora si da anche della "grande manager"! A che titolo, poi, non si sa, avendo praticato politica per tutta la vita.

Al momento dello sbarco al Maxxi, per smorzare le polemiche, annunciò trionfale che avrebbe trovati fondi per mandare avanti il museo; bene, il risultato dopo un anno lo scrive "La Repubblica", oggi: "Per adesso, però, complice la crisi, la caccia ai finanziatori non ha dato esiti positivi. E anche la Regione Lazio tarda ad entrare nella partita". Amen.

2. MAIL
Caro Dago,
ma la Melandri si pagherebbe la causa contro di te con i soldi suoi o con i soldi del Maxxi, cioè SOLDI PUBBLICI?...cioè se fosse come in questo secondo caso la cosa sarebbe doppiamente grave, in quanto non solo in un anno è stato dimostrato che in quel ruolo non riesce a fare niente: meritando di non recepire alcuno stipendio, ma anteporrebbe a un fine collettivo, ovvero fondi utili al museo, un fine personale...ovvero rivalsa personale nei confronti di D'Agostino (ho scritto bene?) che è l'unico che mette sempre in ridicolo, il suo fare, e il suo muoversi da politico, modi gentili e cordiali al pubblico, ma furbetto e scaltro nel districarsi tra i ruoli e le poltrone...ovvero il classico tipo che sussurra a se stesso...toglietemi tutto ma non la mia poltrona...

P.s. ma cos'è questa storia della colletta per comprare un'opera di Luigi Ghirri...a parte la banalità della proposta, Ghirri è un fotografo ormai arcinoto agli addetti ai lavori, che dimostra che da quelle parte non si fa nessuno sforzo di fantasia nell'acquisire opere, e poi non è un contemporaneo...e poi cos'è questa storia della colletta?...quanto costa una stampa di Luigi Ghirri?...ogni giorno vuoi vedere che al Maxxi si scopre una barzelletta nuova...
Alessandro

3. IL DILEMMA SUI SOLDI DELLA MELANDRI
Emiliano Liuzzi per il "Fatto quotidiano"

La signora Melandri si è adeguata a quello che è il clima del Paese sfasciato dalle larghe intese: rinviare il problema. Nascondere la testa sotto la sabbia. Ieri il consiglio d'amministrazione del Maxxi, il museo guidato dall'ex ministra, doveva prendere una decisione sul compenso di chi ha una carica così importante. Dove sta il problema? Nella Melandri stessa. Che appena nominata annunciò di non volere retribuzione.

Che invece sarebbe anche legittimo. Ma, un po' perché sempre di soldi parliamo, un po' per la paura di Dagospia.com (lo scrive il comunicato ufficiale) la Melandri non sa come uscirne. Un consiglio? Prenda il compenso e lo devolva, documentandolo, a chi vuole lei. Sarebbe dignitoso. Il rinvio nell'attesa che Dagospia si calmi (lei ha annunciato querela) è ridicolo. Soprattutto se poi uno stipendio ci sarà. Per rinunciare, presumibilmente, bastava il Cda di ieri. Non prendiamoci in giro.

4. UN NUOVO DIRETTORE IN CORSA PER IL MAXXI È IL CINESE HOU HANRU
Carlo Alberto Bucci per "la Repubblica"

Tutto, o quasi, rimandato. Di stipendi e di nomine al Maxxi si riparlerà a settembre. Ma dal Cda lampo nel gigante spiaggiato di Zaha Hadid in via Guido Reni, spunta per la prima volta un nome per il ruolo di direttore artistico: Hou Hanru sarebbe l'unico ad aver accettato un compenso da ministeriale italiano. E il critico cinese potrebbe presto sbarcare a Roma per proseguire sulla buona scia di incassi al botteghino quali quelli che stanno facendo registrare le mostre di Vezzoli e Ghirri programmate due anni fa.

Per lo stipendio della presidente della Fondazione - che secondo indiscrezioni potrebbe sfiorare i 150mila euro lordi all'anno - si discuterà tra un paio di mesi. E così Giovanna Melandri continuerà «a non percepire compenso» (come promesso quando nell'ottobre del 2012 accettò la poltrona appartenuta a Pio Baldi, commissariato per presunti buchi di bilancio) «nonostante il nuovo statuto di "ente di ricerca" della Fondazione Maxxi lo consentirebbe», precisa il comunicato diramato ieri.

In autunno, insomma, l'ex ministro Pd dei Beni culturali passerà in amministrazione con il cedolino di uno stipendio di poco superiore a quello del presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta (145mila meno il 10% sancito dal decreto taglia spese). E più alto rispetto ai 60mila lordi che prendeva Baldi, per altro dirigente del ministero. Le casse del Maxxi non sono però floride. Anzi.

Si parla di una sofferenza pari a 4 milioni di euro. Per adesso è garantito un gettito di 3 milioni all'anno da parte del ministero. Ma il nuovo inquilino del Collegio romano, Massimo Bray, nella recente visita al Maxxi è stato categorico: «Ho da pensare all'Emilia sfregiata dal sisma e a Pompei, dovete tirate dentro i privati». Questa la missione della presidente Melandri e delle consigliere del cda Beatrice Trussardi e Monique Veaute: trovare soldi all'esterno.

Per adesso, però, complice la crisi, la caccia ai finanziatori non ha dato esiti positivi. E anche la Regione Lazio tarda ad entrare nella partita. Melandri, Trussardi e Veaute, in ogni caso, pensano a riempire la casella del direttore artistico. E avrebbero strappato il sì di Hou Hanru - già curatore delle biennali di Istanbul, Shanghai e e Gwangju - dopo i «no grazie, stipendio troppo basso», incassati da Beatrix Ruf della Kunsthalle di Zurigo e da altre star della critica internazionale, contattate senza passare per la strada del bando pubblico. Ma la partita è ancora aperta.

La buona notizia sfornata del Cda è la «stipula dei contratti a progetto». Dovrebbero garantire il lavoro per la ventina di precari grazie ai quali il Maxxi continua a fare cultura. Per questa estate, invece, sono rimasti a casa, lasciando sguarnito il settore della didattica, fiore all'occhiello del museo d'arte del XXI secolo e chiusa dal 30 giugno la biblioteca d'arte contemporanea.

Sette ricercatori hanno scritto infuriati ai ministri Bray e Carrozza (Istruzione), chiedendo loro come sia possibile che un museo diventato "ente di ricerca" chiuda a chiave librerie e archivi per almeno due mesi «nonostante noi abbiamo pagato una tessera annuale pur di consultarli».

Ora il pericolo di una chiusura prolungata della biblioteca sembra scongiurato con contratti a progetto per i quattro precari che vi lavorano. Restano da trovare forzieri freschi per affiancare e, lentamente, sempre di più sostituire, un ministero dei Beni culturali poco disposto ormai a metter mano al portafoglio. E per dare corpo a una programmazione scientifica che attende ancora di vedere la luce. Con il 2014 ormai alle porte.

 

Giovanna Melandri Giovanna Melandri Giovanna Melandri GIOVANNA MELANDRI chi cover melandri ballaGiovanna Melandri balla con Samuel Peron - di Stefano Cardone per "Oggi"melandri piovani CHImelandri piovani CHI 09YOGA AL MAXXI Giugno fronte MARCO MORIELLO GIOVANNA MELANDRI SALVATORE NASTASIGIOVANNA MELANDRI GIULIA MINOLI E SALVO NASTASIMELANDRI ORNAGHI FOTO INFOPHOTOMELANDRI ORNAGHI FOTO INFOPHOTO

Ultimi Dagoreport

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...