1- LA BABILONIA DI ESCORT, PAPI-GIRLS, ASPIRANTI OLGETTINE E MIGNOTTAME VARIO, DOPO IL SUCCESSO AL TRIBUNALE DI MILANO, FARÀ IL SUO DEBUTTO ANCHE NEL PROCESSO DI BARI, IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE (8 FEBBRAIO). GLI SHOW SONO GIÀ SOLD OUT 2- SFILERANNO D’ADDARIO, MONTEREALE, L’APE REGINA BEGAN E “UNA TRENTINA DI ESCORT” 3- LEGGETEVI IL FANTASTICO VERBALE DI GIAMPI TARANTINI, IL DOMATORE DEL CIRCO DI PALAZZO GRAZIOLI: “CUSTODIVO L'AMICIZIA CON BERLUSCONI COME UN BAMBINO FA CON I PROPRI GIOCATTOLI. PER LUI MI SAREI FATTO TAGLIARE UN BRACCIO, ANZI TRE. ANZI LA TESTA. HO CONOSCIUTO IL PRESIDENTE E SONO COMPLETAMENTE IMPAZZITO” 3- “SPENDEVO 50MILA € PER PORTAGLI LE RAGAZZE. ESISTEVA SOLO LUI. A CASA MI SENTIVO I CD CON LE SUE MUSICHE. A MIA FIGLIA HO INSEGNATO "MENO MALE CHE SILVIO C'È" 4- LA CONTROPARTITA? APPALTI CON FINMECCANICA E PROTEZIONE CIVILE (14 MLN €), MA ANCHE CONTATTI CON GLI IMPRENDITORI DALEMONI INTINI E DE SANTIS PER FARE AFFARI

1- LE ESCORT DI TARANTINI SFILERANNO IN TRIBUNALE IN CAMPAGNA ELETTORALE
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera"

Le escort reclutate per partecipare alle feste di Silvio Berlusconi sfileranno in un'aula del palazzo di Giustizia di Bari. Non regge la strategia messa a punto da Gianpaolo Tarantini per cercare di «proteggere» l'ex presidente del Consiglio chiedendo il processo abbreviato e dunque senza sollecitare ulteriori accertamenti. Perché gli altri imputati di associazione a delinquere finalizzata alla sfruttamento della prostituzione decidono di procedere con rito ordinario e andare al dibattimento, proprio come sta accadendo a Milano per le serate di Arcore che avevano come protagonista Ruby e le altre «olgettine».

Lo fa in particolare Massimiliano Verdoscia, l'uomo che fece da tramite tra «Gianpy» e le tre ragazze baresi che poi svelarono che cosa accadeva nei saloni della residenza romana arrivando a registrare le conversazioni e scattare foto anche nei bagni: Patrizia D'Addario, Barbara Montereale e Lucia Rossini. E così già all'udienza fissata per il prossimo 8 febbraio, in piena campagna elettorale, alcune giovani potrebbero presentarsi davanti al giudice, informate anche della possibilità di costituirsi parte civile, proprio come ha detto di voler fare la D'Addario.

NUOVE INDAGINI SUL CAVALIERE
È il passato che ritorna. Tre anni dopo la scoperta del «giro» messo in piedi da Tarantini per soddisfare le richieste dell'allora capo del governo, a Bari si torna a parlare di festini e ricatti. Mentre un giudice esamina le richieste preliminari degli imputati, un altro giudice accoglie infatti le richieste dei pubblici ministeri e dispone la proroga delle indagini avviate sullo stesso Berlusconi accusato, in concorso con Walter Lavitola, di aver costretto l'imprenditore barese a mentire in cambio di soldi. Sospettato di avergli versato 20.000 euro al mese, di avergli pagato i legali e di avergli promesso altri 500.000 euro affinché negasse di averlo informato che le ragazze portate nelle residenze presidenziali erano escort.

Nelle prossime settimane dovranno essere proprio le donne a dover raccontare che cosa accadesse in quelle occasioni. «Celebreremo il processo e chiameremo tutti i testimoni che sarà necessario ascoltare», anticipano gli avvocati Nino Ghiro e Ascanio Amenduni che assistono Verdoscia. E questo non esclude che alla fine pure Berlusconi possa essere convocato. Rito ordinario anche per Sabina Began, come conferma il suo legale Fabrizio Siggia. La donna, conosciuta come l'«ape regina» per essere stata la preferita dell'allora premier, è accusata di aver reclutato tre ragazze, ma ha sempre negato di averle pagate.

«IMPAZZITO» PER L'AMICIZIA CON BERLUSCONI
Il difensore di Tarantini, Nicola Quaranta, conferma la scelta dell'abbreviato. E cosi avvalora l'ipotesi che Tarantini abbia deciso di rispettare l'accordo siglato con l'ex premier nonostante le possibili conseguenze sulla sua credibilità. Del resto quale fosse il rapporto del suo cliente con l'ex premier lo racconta lo stesso imprenditore in un verbale, rimasto finora segreto in alcune parti, che è stato depositato ieri. Il resoconto di un interrogatorio del novembre 2009 nel quale si parla anche dei rapporti con gli uomini legati a Massimo D'Alema.

Afferma Tarantini davanti ai pubblici ministeri: «Custodivo l'amicizia con Berlusconi come un bambino fa con i propri giocattoli. Per lui mi sarei fatto tagliare un braccio, anzi tre. Anzi tutte le gambe, le braccia, la testa. Ho conosciuto il presidente e sono completamente impazzito. Per me non era un problema spendere 50 mila euro per portagli le ragazze. Tornavo a casa come un bambino scemo. Per me in quel momento della mia vita esisteva solo lui. Tornavo a casa mi sentivo i cd con le sue musiche, in macchina c'erano solo canzoni e musiche di Berlusconi, a mia figlia ho insegnato a memoria "meno male che Silvio c'è"».

Quando gli viene chiesto quale contropartita si aspettasse Tarantini risponde «affari», citando Protezione civile e Finmeccanica: «Erano operazioni che mi avrebbero cambiato la vita perché avrei guadagnato 14 milioni di euro insieme all'imprenditore Enrico Intini. Ma per me che andasse in porto o no, l'importante era essere amico di Berlusconi».

È lo stesso atto processuale nel quale l'imprenditore parla del suo legame con Roberto De Santis, uno degli uomini legati a D'Alema, che era già stato reso noto nei mesi scorsi quando lo stesso imprenditore raccontò di aver organizzato una cena elettorale per il leader pd e di averlo incontrato durante una vacanza a Ponza, pur riconoscendo di non averlo mai conosciuto direttamente.


2- "SPENDERE 50 MILA EURO PER LE RAGAZZE DI BERLUSCONI NON ERA UN PROBLEMA"
Guido Ruotolo per "la Stampa"

C'è anche lei, la escort più famosa, Patrizia D'Addario, che scalpita, che passeggia nel corridoio, che ai microfoni dice: «Voglio giustizia per tutto quello che ho subìto...». Tre anni e mezzo dopo (era il giugno del 2009 quando esplose il caso D'Addario), il giudice dell'udienza preliminare, Ambrogio Marrone, deve decidere se Silvio Berlusconi dovrà subire l'onta dell'interrogatorio in aula sui suoi rapporti con una trentina di escort. E se, a loro volta, le ragazze dovranno essere sentite a dibattimento raccontando le serate a Palazzo Grazioli.

Il processo, che non doveva nascere, che ha visto mobilitati avvocati e magistrati per prendere tempo, per chiudere il coperchio sulla pentola dei peccati e vizi privati di un presidente del Consiglio, l'8 febbraio - in piena campagna elettorale - potrebbe muovere i suoi primi passi. Tra una settimana, infatti, il gup Marrone si pronuncerà sulla richiesta di Patrizia D'Addario, parte lesa, di costituirsi parte civile.

Anzi, a questo punto, dovrà decidere se una volta accolta la richiesta questa debba essere estesa a tutte le parti lese, alle 25 escort protagoniste di una ventina di episodi. E a quel punto, notificate le decisioni, già l'8 febbraio le escort potrebbero ritrovarsi nell'aula dell'udienza preliminare. Sempre che la decisione sia positiva dal momento che - a differenza degli orientamenti dei colleghi milanesi nel processo su Ruby e le Olgettine -, i pm di Bari sarebbero orientati a esprimere un parere negativo.

Il gup si troverà a decidere anche sulla pubblicità del processo. Solo due degli otto indagati, infatti, chiederanno il rito abbreviato, Gianpi Tarantini e Salvatore Castellaneta. Dall'Ape Regina, al secolo Sabina Beganovic, all'ex amico di Gianpi, Massimiliano Verdoscia, la richiesta sarà quella del dibattimento ordinario. A saperlo, le truppe cammellate del Cavaliere potevano risparmiarsi la mobilitazione straordinaria che le vide protagoniste nel tentativo di affossare l'inchiesta, ritardare il processo, convincere l'indagato numero uno, Gianpi Tarantini, a rilasciare «dichiarazioni mendaci» per salvare Silvio Berlusconi.

Eh già, perché questo processo sulle escort ne ha generati altri due. Proprio ieri il gip di Bari Sergio Di Paola ha inviato a Silvio Berlusconi l'avviso di proroga delle indagini nell'inchiesta che lo vede indagato con il faccendiere Valter Lavitola per aver indotto Gianpi Tarantini a rendere «dichiarazioni mendaci» (in sostanza, che il presidente del Consiglio non sapeva che le ragazze-escort erano a pagamento). Mezzo milione di euro dati a Tarantini per cercare di neutralizzare l'offensiva giudiziaria.

Ma - stante l'avviso di chiusura delle indagini della Procura di Lecce - il sospetto è che il procuratore di Bari, Antonio Laudati, avrebbe ritardato la conclusione dell'indagine sulle escort per evitare che venisse reso noto il contenuto delle telefonate intercettate nel provvedimento, «con l'espediente di aprire un nuovo procedimento a seguito di un'intervista di Patrizia D'Addario che aveva accusato il suo difensore di averla costretta a rendere false dichiarazioni sul coinvolgimento del presidente del Consiglio nella vicenda».

È questa l'altra inchiesta nata dalla vicenda delle escort. Va detto che la Procura di Lecce non ha ancora chiesto al gup di fissare l'udienza preliminare perché dopo l'avviso di chiusura delle indagini e di archiviazione per altri indagati, sta svolgendo un'ulteriore istruttoria.

«Per me non era un problema spendere 50.000 euro per aver portato delle ragazze a Berlusconi... Io per lui mi sarei tagliato non un braccio, tutte le gambe, la testa. Ero completamente impazzito. Tornavo a casa, mi sentivo i cd delle sue musiche, in macchina c'erano solo canzoni e musiche di Berlusconi. A mia figlia ho insegnato a memoria "Meno male che Silvio c'è..."».

Scampoli di un interrogatorio di Gianpi Tarantini del 6 novembre del 2009, solo adesso trascritto. Trecento pagine nelle quali l'imprenditore della malasanità pugliese racconta anche dei suoi rapporti con i dalemiani, con Roberto De Santis che gli chiese di dare un ruolo in una società al suo amico Salvatore Castellaneta, che «avrebbe dato una mano rilevante». In che senso?, chiede il pm: «Essendo lui uno dei più stretti collaboratori dell'onorevole D'Alema, mi avrebbe dato una mano con gli amministratori e i politici locali del centrosinistra».

 

 

GIANPAOLO TARANTINI E LA MOGLIE ANGELA DEVENUTO Gianpaolo Tarantini da La StampaGIANPIERO TARANTINIGIANPIERO TARANTINITARANTINIBERLUSCONI DADDARIOBERLUSCOMNI-NOEMI-DADDARIOBerlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'AddarioMax Verdoscia foto da OggiPATRIZIA D'ADDARIOPATRIZIA DADDARIO patrizia daddario - per gentile concessione di Novella 2000patrizia daddario per gentile concessione di Novella 2000patrizia daddario

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…