1. LA GRANDE FUGA DEI CATTOLICI DAL “TRIO SCIAGURA” MONTI-CASINI-FINI: DOPO IL FRENO DI ‘’AVVENIRE’’ E ‘’OSSERVATORE’’, ANCHE L’ASSOCIAZIONISMO MOLLA NONNO MARIO 2. IL FORUM DI TODI (CONFARTIGIANATO, CONFCOOPERATIVE, COLDIRETTI, COMPAGNIA DELLE OPERE, CISL, MCL, ACLI), HA REVOCATO L'INVITO AL PROF PER IL MEETING DI GIOVEDÌ PROSSIMO 3. DAL CISLINO BONANNI (CHE HA PIAZZATO IL VICE SANTINI NEL PD) A PASSERA “RIGETTATO” DA CUCCHIANI, DALLA GALASSIA DI TODI BY BAGNASCO AL DUO CUCCHIANI-GUZZETTI IMPERSONATO DA MUCCHETTI, È PARTITA LA CORSA A LASCIARE IL CARRO DEI PERDENTI 4. IL BACIO DELLA MORTE PER I CATTOLICI: MONTI STAREBBE PER IMBARCARE PANNELLA 5. L’ERRORE DI MONTIMER: DARE TUTTO IN MANO A RICCARDI, GRADITO PIÙ A OBAMA CHE ALLA CEI. CON BEFFA FINALE: ANCHE IL GRAN MAESTRO DI SANT’EGIDIO NON SI CANDIDA…

1. LA GRANDE FUGA DEI CATTOLICI DAL "TRIO SCIAGURA" MONTI-CASINI-FINI:
Roberto Scafuri per "Il Giornale"


Non è certo un pranzo di gala. Il professor Monti assaggia sulla propria pelle le prime delicatessen riservate dalla politica. Non siamo più alle schermaglie elettorali, ai crudi botta e risposta, alle noiose riunioni preliminari con i dinosauri dei partiti.

Proprio mentre il tour de force finale lo obbliga a vagliare la bellezza di oltre 2mila curriculum («la fiera delle autocandidature», ironizza Andrea Romano), mentre la mole di contatti telefonici - come s'è visto - lo obbliga a violare persino la sacralità della basilica di San Pietro, e le spine delle liste a passare di riunione in riunione (ieri nel tardo pomeriggio con Casini e Fini per tentare di superare le tante spine della via Crucis), ecco arrivare il classico «bacio» che non ti aspetti. Senza che il gallo abbia cantato.

La «conversazione» di Corrado Passera con il direttore Ferruccio De Bortoli, una paginata intera del quotidiano di via Solferino, non segnala infatti solo il raffreddarsi del mondo che ruota attorno al Corrierone, ma anche quello di varie cerchie cattoliche e bancarie (a cominciare, si direbbe, da Giovanni Bazoli che puntava all'operazione «Prodi-bis»). Una presa di distanze che suona non come attestato di sfiducia nei confronti dei compagni di viaggio di Monti (scontato), bensì della possibilità che il Prof raggiunga almeno la sufficienza.

Vale a dire che se un personaggio prudente come Passera comincia già a riposizionarsi, il flop alle urne di Monti è molto più di un'eventualità. Per fare cosa si vedrà poi (ministro con il Pd?). Per ora basti la critica feroce dell'agenda Monti, che «non va, serviva più coraggio, un'occasione persa, hanno vinto vecchie logiche di corrente».

Il racconto di Passera sulla propria estromissione è chiaro e puntuale, cremoso e godibile come un pasticcino all'arsenico. Con il the servito al termine, in rete, come oggi si conviene: «Ci sono anch'io», scrive l'ex numero uno di Intesa sulla postazione Twitter appena inaugurata.

Account dal quale apprendiamo che «tiene famiglia numerosa» e s'accinge a restare senza lavoro: «Papà di Sofia, Luigi, Luce e Giovanni, marito di Giovanna, amante dell'Italia, ministro della Repubblica». Così Passera in web propone una propria «agenda» (modello rinforzato, rispetto alla «montiana») e l'appoggio al Prof-persona («Mai accetterei di candidarmi contro») unito a quello per Giannino («La sua iniziativa non può non fare parte del cambiamento che vogliamo»).

Il Prof non l'ha presa bene. Anche perché nella stessa giornata il Forum di Todi (Confartigianato, Confcooperative, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Cisl, Mcl, Acli), di cui Passera era uno dei trait-d'-union, ha revocato l'invito al Prof per l'appuntamento di giovedì prossimo. Sarà allora per controbilanciare certe perdite, che è stata resa nota la richiesta di Marco Pannella a Monti affinché ospiti la sua lista, che ha l'amnistia come tema specifico. Il Prof fa sapere che ci sta pensando. Anzi, che «è molto interessato» (e visto che la cosa potrebbe risultare assai sgradita al Vaticano, a fare da messaggero è Andrea Olivero, ex Acli).

La «ciccia» di questa giornata così pesante arriva però dalla composizione delle liste, che il premier vorrebbe pronte per domani, ma che sulle quote in Senato e su alcuni nomi s'è ancora arenata. I montisti vogliono due terzi per sé e un terzo a Udc e Fli; gli altri pensavano al 40 e 60 per cento (con Casini nella parte del leone).

Monti aveva tagliato corto: «Niente quote, valgano i curriculum e il vaglio di Bondi». Ulteriore sollevazione, sui criteri da aggirare: due deroghe, ma escludiamo i leader. Oppure: massimo due legislature alle spalle, ma quella 2006-08 è durata solo due anni, allora perché non farne tre? E così via, fino all'esaurimento delle scorte (di pazienza).

2 - MONTI DISERTA IL CONFRONTO CON I CATTOLICI DI TODI
Andrea Tornielli per "la Stampa"

Il confronto di Monti con i cattolici di Todi previsto per il 10 gennaio non ci sarà. È stato annullato di comune accordo, nonostante fosse stata prenotata la sala in un albergo romano, «luogo neutro» per il confronto. Ieri mattina, la decisione: l'incontro si dovrebbe comunque tenere nella sede della Cisl dove le associazioni e i movimenti cattolici discuteranno delle elezioni, ma senza la partecipazione del premier.

Decisivi per la cancellazione dell'appuntamento, che era stato ufficiosamente confermato da Palazzo Chigi, sono stati i dubbi di alcuni dei leader e anche le perplessità dei vertici della Cei. All'appuntamento prenderanno infatti parte anche i movimenti ecclesiali e le «reti» riconosciute dalla Chiesa italiana.

Dopo gli endorsement del Vaticano, il credito espresso dal cardinale Bagnasco e la stima manifestata a Monti dal direttore di «Avvenire» Tarquinio, la partecipazione del premier all'incontro di giovedì sarebbe apparsa all'esterno come l'investitura finale del candidato premier e non, invece, un confronto aperto sui programmi.

La cancellazione va dunque nella direzione di evitare strumentalizzazioni ed è stata decisa dal segretario della Cisl Raffaele Bonanni, che in questi mesi ha fatto da cerniera tra il Forum di Todi e gli uomini di Monti, partecipando anche ad incontri con i più stretti collaboratori di Benedetto XVI. Non c'è dubbio, infatti, che l'espressione della fiducia nel premier del governo tecnico e il sostanziale via libera all'iniziativa di Bonanni e del ministro Andrea Riccardi sia venuta dall'appartamento papale.

Negli ultimi mesi proprio alcuni leader delle associazioni del Forum di Todi avevano invitato il premier a guidare una nuova formazione centrista, che aumentasse l'offerta politica. Ma è ormai tradizione, nell'Italia post-democristiana, che i cattolici si presentino divisi al voto e che s'impegnino in diversi partiti: il segretario aggiunto della Cisl si candiderà con il Pd, due ex presidenti delle Acli si sfideranno uno dalla lista Monti, l'altro dalla lista del partito di Bersani. Mentre diversi politici di provenienza ciellina rimangono nel Pdl berlusconiano.

Così, dopo dichiarazioni di stima per il professore da parte ecclesiastica, sono cominciati anche i distinguo: alcuni vescovi hanno sottolineato come l'endorsement per Monti sia stato troppo enfatizzato, ricordando che la Chiesa non scende nell'agone politico. Significativa, per comprendere gli umori di una parte del mondo cattolico organizzato, la pagina che «Avvenire» ha pubblicato lo scorso 4 gennaio, con le richieste di integrazioni dell'agenda Monti proposte da alcuni leader di movimenti e associazioni cattoliche, in particolare per quanto riguarda la lotta alla povertà, la valorizzazione del terzo settore, le politiche per la famiglia e i «principi non negoziabili».

Proprio su questi ultimi, cioè la difesa della vita, della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la libertà di educazione, si gioca una partita significativa nello scacchiere cattolico. C'è chi, come il ministro Riccardi, li ritiene importanti ma non urgenti quanto la soluzione della crisi economica, e chiede di non «ideologizzare» su questo la campagna elettorale. E c'è chi, al contrario, li ritiene un imprescindibile punto di partenza per vagliare i programmi elettorali.

Monti, dal canto suo, ha dichiarato di tenere in grande considerazione il tema dei valori, ma ha specificato che su queste materie sarà il Parlamento ad esprimersi, evitando di introdurre l'argomento nella sua agenda. Intanto a sorpresa, proprio ieri, Silvio Berlusconi ha aperto al riconoscimento delle coppie gay.

 

 

MONTI CON PASSERA ALLA CONFERENZA STAMPA FERRUCCIO DE BORTOLI CORRADO PASSERA E MARIO MONTI pannella ANDREA OLIVERO ACLIriccardi, montezemolo, oliveroRaffaele Bonanni Oliviero Dellai e Bonanni riccardi

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)