1. L’ANNO (POLITICO) CHE STA PER FINIRE SI PORTA VIA UNO DEI PEGGIORI GOVERNI DELLA NOSTRA STORIA REPUBBLICANA: RIGOR MONTIS CI LASCIA UN DEBITO PUBBLICO RECORD (2 MILIARDI DI EURO) E UN PAESE IN GINOCCHIO NONOSTANTE UN MASSACRO DI TASSE 2. DOPO LA FONDAZIONE DEL PARTITO-LOBBY E IL TRADIMENTO NEI CONFRONTI DI NAPOLITANO, APPARE PIÙ CHIARO A TUTTI CHE I VERI PADRONI DI ‘’AGENDA MONTI’’ SONO FUORI DAL NOSTRO STATO SOVRANO. NON LO DICE DAGOSPIA MA LO SCRIVE GUIDO ROSSI SUL “SOLE 24 ORE”: UN BEL PAESE PRECIPITATO NELL’”ETEROCEFALÌA”. UN FENOMENO “RAPPRESENTATO DAL TRASFERIMENTO DELLA SOVRANITÀ ALL’ESTERNO DELLO STATO” 3. NEL SILENZIO DELLA STAMPA DEI POTERI MARCI SI ASSISTE AD UN CANDIDATO PREMIER MASCHERATO (MONTI) CHE VA AL VOTO NON IN PRIMA FILA MA SEGUENDO I SUOI 4. SOSTENEVA, A PROPOSITO DEI TECNICI LO SCRITTORE FRANCESE MARCEL PAGNOL: “COMINCIANO CON LE MACCHINE DA CUCIRE E FINISCONO PER COSTRUIRE LA BOMBA ATOMICA”

DAGOANALISI
L'Anno (politico) che sta per finire si porta via uno dei peggiori governi della nostra storia repubblicana. E a febbraio, con il ritorno degli italiani alle urne, va a conclusione una legislatura anch'essa da dimenticare.

L'Anno (nero) del governo Monti ci lascia invece un debito pubblico record che sembra non far notizia in Europa: 2 miliardi di euro (126% del Pil), con buona pace dei vari Giavazzi, Alesina e Bragantini che ancora crocifiggono la politica delle mani bucate dei governi del Caf (Craxi-Andreotti-Forlani).

Ai tempi tutelati d'allora ex Governatore di Bankitalia, Ciampi; una cassa integrazione che ha superato il miliardo di ore annuo; una pressione fiscale in crescita, dal 42,5% al 45,3 nel 2013, che non molla la presa sulle tasche degli italiani sempre più poveri.

E ancora: un balzello sulla casa (Imu) che colpirà, pro capite, il 31% del reddito delle famiglie; tagli alle pensioni per 30 miliardi; il dramma degli esodati, l'esercito dei lavoratori rimasto nel guado grazie alla Fornero: senza lavoro e senza pensione; crescita e sviluppo zero tanto da meritarci la maglia nera in Europa. E, per finire, una situazione industriale spaventosa, con Fiat, Finmeccanica, Ilva, Alitalia abbandonate al loro inesorabile declino.
Dal Banana Berlusconi a Rigor Mortis il bilancio di questi cinque anni (tutto in nero) è a dir poco drammatico.

Nell'aprile 2013 terminerà anche il settennato di Giorgio Napolitano, che a pochi passi dal traguardo è stato beffato dal suo gregario preferito, Mario Monti. Il professore, a dispetto dell'inquilino del Quirinale, ha deciso di scendere nell'agone elettorale offrendo la sua agenda miracolosa ai resti della gloriosa ex Democrazia cristiana. Ora raccogliticcia nel "centrino" di Pierfurby Casini in cui si sono infilati Luca Monteprezzemolo e don Andrea Riccardi, che nell'impresa ha finito per compromettere la storica "neutralità" della Comunità di Sant'Egidio.

Una sconfitta cocente, dunque, per Bella Napoli, il tradimento di Monti.
Ma sull'infortunio (grave) del novello Dorando Pietri del Colle non c'è traccia sui giornaloni. Tutti schierati con Monti e contro i propri lettori. Costretti in fila, ricchi e poveri, a pagare l'Imu; l'odiosa tassa pure sulla prima casa imposta dal governo dei tecnici-asini.
Lo schiaffo vibrato da Mario Monti al capo dello Stato (ri)porta d'attualità quanto rivelato a suo tempo da Dagospia (quasi in solitudine): i veri Padroni (o padrini) del Professore sono altri, fuori dalle nostre istituzioni.

Non lo è stato neppure il suo rispettabile cresimando (politico) del Quirinale il quale, anche lui illuso, l'aveva generosamente nominato prima senatore a vita e poi lanciato verso palazzo Chigi. Designandolo in pectore anche suo possibile successore al Colle più alto.
Il che rivela (a chi non aveva occhi per vedere allora), che dopo le dimissioni del premier - senza sfiducia alle Camere -, come in Italia ci sia stato un ulteriore "decadimento dei poteri dello Stato(...) al di là dei nefasti effetti della depressione economica" (Guido Rossi).

Sulle pagine del "Sole 24 Ore", l'ex presidente della Consob, cita pure Max Weber per indicare l'"eterocefalìa" in cui sarebbe precipitato il Bel Paese. Un fenomeno "rappresentato dal trasferimento della sovranità all'esterno dello Stato".

Il prof. Guido Rossi cita alcuni esempi evidenti per rafforzare la sua presa di posizione:
1. la lettera-programma inviata dalla Bce a Silvio Berlusconi il 5 agosto 2011 "che poi ha costituito nei minimi dettagli - osserva ancora Rossi - il preciso programma di Mario Monti, giustificato dallo slogan è l'Europa che ce lo chiede";

2. la richiesta, sempre della Bce, di mettere mano alla riforma costituzionale per rendere stringenti le regole di bilanci, prontamente fatta approvare dal governo Monti "senza alcuna discussione sul merito".

Insomma se l'Europa ordina, Rigor Mortis obbedisce, si adegua e si allinea (soprattutto per assicurarsi un futuro politico).
Così, non è un caso che l'altro giorno, in una sacrestia messa a disposizione dal Vaticano (esentato in parte dall'Imu!), nell'assordante silenzio critico dei media abbia visto la luce il partito-lobby di Rigor Mortis.

Dopo la litania delle esecrazioni che aveva accompagnato la fondazione del partito-azienda da parte del Cavaliere, stavolta il parto montiano è indolore per i nostri commentatori (distratti).

Un partito-lobby che ai primi vagiti si è dotato di una balia asciutta. Un capo del personale o cacciatore di teste, nella figura davvero emblematica dell'ex manager Parmalat, Enrico Bondi. Sarà proprio lui, l'uomo della spendig review (altrui) nel gabinetto Monti, e non i militanti (o quel resta dei partiti), a selezionare i candidati per il nuovo parlamento.
I futuri inquilini di Camera e Senato saranno così eletti con il solito Porcellum. Una legge-porcata rimasta in vita nonostante i forti richiami del Colle per una dignitosa modifica del nostro sistema di voto.

Il premier Monti, però, si è ben guardato dal seguire i moniti del Quirinale e sollecitare anche dalla sponda governo una riforma dovuta e necessaria. Magari minacciando le dimissioni con un atto forte davvero degasperiano.

Al professore, in realtà, interessava soltanto far approvare il provvedimento costituzionale sul bilancio dello Stato, come gli era stato "ordinato" dai sui Capataz europei. Così, ancora una volta, si arriverà eletti alle Camere per nomina regia e su indicazione da parte dei vari Capi Tribù dei partiti. Fa eccezione, almeno, in parte, il Pd di Bersani che ha indetto le primarie.

Nessuno dei politologi "alle vongole" a libro paga dei Poteri marci sembra però scandalizzarsi del nefasto evento, la nascita del partito-lobby con un candidato premier mascherato dietro le quinte.

E tra questi professorini "a la carte" non sembra destare alcun scandalo (pseudo-istituzionale) se, dopo tante discussioni (o scemenze) sul bipolarismo "all'italiana", con la possibilità agli elettori di scegliersi il futuro premier, Mario Monti abbia scelto, invece - seguendo l'insegnamento di Lao-Tse -, di non guidare i suoi alle urne, ma di camminare alle loro spalle.

Tant'è. A fine febbraio, al momento di conteggiare i voti, invece della governabilità pretesa dall'Europa e promessa dal suo lacchè Monti, l'Italia elettorale sarà spaccata molto probabilmente in tre blocchi: sinistra-centro (Pd e alleati), centro (Monti-Casini-Montezemolo) e destra-centro (Berlusconi-Lega).

Uno scenario d'incertezza che dopo la "rinuncia" di Monti a essere super partes dei giochi politici lascia aperto ogni interrogativo su chi guiderà il futuro governo. E per il Quirinale avanza la candidatura di Giuliano Amato...

Già, meglio un politico capace magari di affrancarsi alle lobbies, che un lacchè dell'Europa a tempo pieno (Monti). E diffidare sempre dei "tecnici", che da oltre vent'anni guidano la nostra politica economica-finanziaria. Sosteneva, a proposito dei tecnici lo scrittore francese Marcel Pagnol: "Cominciano con le macchine da cucire e finiscono per costruire la bomba atomica".

 

agenda Monti Mose Mario Montiichino montimonti papa ratzingerL era di Monti non è finitamonti casini SERGIO MARCHIONNE E MARIO MONTIGUIDO ROSSI SOGNA ENRICO BONDI napolitano e merkel Merkel, Silvio Berlusconi, Mario MontiMONTI NAPOLITANOITALIA COMMISSARIATA - MONTI GRILLI DRAGHI MERKEL LAGARDE VAN ROMPUYPOSA PLASTICA PER MERKEL E MONTI A ROMA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?