1. LE RAGIONI DEL LUNGO SILENZIO DI NAPOLITANO SAREBBERO SOSTANZIALMENTE TRE. LA PRIMA SI POTREBBE CHIAMARE “RISPETTO ATAVICO DEL SEGRETARIO DEL PARTITO” (RENZI) 2. LA SECONDA RAGIONE: RENZI E’ GIA’ BEN LANCIATO DI SUO SULLA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE, CARA A BELLA NAPOLI, E STA OGGETTIVAMENTE STANANDO TUTTI I PARTITI 3. IL TERZO MOTIVO SI CHIAMA CLIO CHE PRESE MALISSIMO IL SECONDO MANDATO E OTTENNE LA PROMESSA CHE, APPENA SI FOSSE USCITI DALL’EMERGENZA, SI SAREBBE DIMESSO. BENE, ORA CHE RENZI È DIVENTATO SEGRETARIO E SI VEDE LA LUCE IN FONDO AL PORCELLUM, QUALUNQUE MONITO SEMBREREBBE UN NUOVO SCHERZO ALLA MOGLIE 4. INFINE, SE PASSA LA RIFORMA ELETTORALE IN TEMPO UTILE, E SI SALVAGUARDIA IL SEMESTRE EUROPEO A GUIDA ITALIANA AFFRONTANDOLO CON UN GOVERNO NUOVO DI ZECCA, SUL VOTO DEL 25 MAGGIO NEPPURE IL CAPO DELLO STATO AVREBBE MOLTO DA RIDIRE. ANZI

Condividi questo articolo


Francesco Bonazzi per Dagospia

CLIO E GIORGIO NAPOLITANOCLIO E GIORGIO NAPOLITANO

Nei palazzi della politica c'è chi comincia a chiamarlo "Zero Moniti". E chi ha i figli in età da Gormiti sospetta ormai che il campione del Popolo del Mare denominato "L'imprevedibile Silente" esista davvero e risieda al Colle. Perché dopo mesi di discorsi, ammonimenti, convocazioni, consigli, pubblici rimbrotti e accorate raccomandazioni, a dieci giorni dal discorso di fine anno Giorgio Napolitano sembra essersi cucito la bocca.

Mentre Matteo Renzi martella il governo ogni santo giorno, aiutato anche da ministri maso-erranti come Saccomanni e Carrozza, e perfino quel che resta di Sciolta Civica si permette di lanciare ultimatum a Enrico Letta, il capo dello Stato non manda neppure i soliti segnali di fastidio per le polemiche, gli scontri e tutto ciò che, in altri tempi, gli avrebbe fatto lanciare l'"allarme stabilità".

GIORGIO E CLIO NAPOLITANO IN ALTO ADIGEGIORGIO E CLIO NAPOLITANO IN ALTO ADIGE

Che è successo? Si sono raffreddati i rapporti con Letta junior o lo spread in ribasso lo sta spingendo verso le braccia di Morfeo?

Né l'una né l'altra cosa, spiega chi lo conosce bene. Le ragioni del silenzio presidenziale sarebbero sostanzialmente tre. La prima ha le proprie radici nella lunga storia politica di Napolitano nel Pci e si potrebbe chiamare "rispetto atavico del segretario del partito": fin dai tempi dell'Ungheria, pur restando quasi sempre nella minoranza, non ha mai contestato la segreteria di turno e ha sempre nutrito un sacro rispetto verso il compagno segretario. Ora, è vero che al posto del Pci c'è il Pd e che Renzi non era certo il suo candidato preferito, ma il presidente della Repubblica non si permetterebbe mai di "tirare le orecchie" a chi nel frattempo è diventato segretario.

napolitano letta renzinapolitano letta renzi

La seconda ragione dei silenzi quirinalizi - almeno finora - risiederebbe nell'ammissione che, pur con toni magari non proprio felpati, Renzi sta oggettivamente stanando tutti i partiti sulla riforma della legge elettorale e se il presidente della Repubblica intervenisse su questo tema, che notoriamente gli sta a cuore come pochi, non sarebbe certo per chiedere comprensione nei confronti delle paure del Nuovo centrodestra di Alfano, ma per spronare le Camere a non fare melina. Un intervento che però Napolitano per ora evita perché il sindaco di Firenze sembra ben lanciato di suo e perché Letta potrebbe sentirsi veramente accerchiato.

napolitano renzinapolitano renzi

Il terzo motivo della comparsa de "L'imprevedibile Silente" sul Colle è di natura familiare. Chi era nelle stanze del Quirinale quando Re Giorgio spiegò alla moglie Clio che intendeva accettare la disperata richiesta dei partiti di affrontare un secondo mandato arrivata dai partiti, ricorda che la signora non la prese benissimo, per usare un eufemismo.

E pare che il marito le abbia promesso che appena si fosse usciti dall'emergenza si sarebbe dimesso. Bene, ora che Renzi è diventato segretario e si vede la luce in fondo al Porcellum, qualunque intervento di Napolitano che potesse anche solo dare l'impressione di una frenata sembrerebbe un nuovo scherzo all'incolpevole Clio.

Giorgio Napolitano e Enrico LettaGiorgio Napolitano e Enrico Letta

Infine, c'è un argomento che è davvero tabù, ma popola le elucubrazioni di mezzo Parlamento e non solo. Si tratta dell'opinione di Napolitano su un voto accorpato Politiche-Europee a fine maggio. Si sa che il presidente era contrario a elezioni prima del 2015 e per carità, anche Renzi dice così. Ma se passa la riforma elettorale in tempo utile, e si salvaguardia il semestre europeo a guida italiana affrontandolo con un governo nuovo di zecca, neppure il capo dello Stato avrebbe molto da ridire. Anzi.

 

Giorgio e Clio Napolitano a OrbetelloGiorgio e Clio Napolitano a Orbetello

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."