1. “LETTA A SOCHI POTEVA ALMENO PORTARSI LA CONCIA, TANTO PER DARE UN SEGNALE”. “ANCHE NO, IN REALTÀ SI POTEVA FARE COME FRANCIA, GERMANIA E GRAN BRETAGNA, CHE HANNO MANDATO SOLO GLI ATLETI”. A IVAN SCALFAROTTO E ANNA PAOLA CONCIA, PIDDINI ATTIVISSIMI NELLE BATTAGLIE PER I DIRITTI DELLA COMUNITÀ GLBT E PER I DIRITTI CIVILI IN GENERALE, NON È ANDATA GIÙ LA SCELTA DI ENRICO LETTA DI ANDARE ALL’INAUGURAZIONE DEI GIOCHI INVERNALI DI SOCHI, AL FIANCO DI VLADIMIR PUTIN 2. A PESARE SONO LE LEGGI CONTRO L’OMOSESSUALITÀ, GLI ARRESTI DEI DISSIDENTI E LE VIOLAZIONI CONTINUE ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE. E LA LETTERA DI AUTO-GIUSTIFICAZIONE INVIATA DAL PREMIER AL CORRIERE DELLA SERA NON LI HA CONVINTI PER NULLA 3. IL CASO DEL MINISTRO NORVEGESE CHE ANDRÀ IN RUSSIA CON SUO MARITO…

Colloquio di Francesco Bonazzi con Anna Paola Concia e Ivan Scalfarotto

"Letta a Sochi poteva almeno portarsi la Concia, tanto per dare un segnale". "Anche no, in realtà si poteva fare come Francia, Germania e Gran Bretagna, che hanno mandato solo gli atleti". A Ivan Scalfarotto e Anna Paola Concia, deputati del Pd attivissimi nelle battaglie per i diritti della comunità Glbt e per i diritti civili in generale, non è andata giù la scelta di Enrico Letta di andare all'inaugurazione dei Giochi invernali di Sochi, al fianco di Vladimir Putin. A pesare sono le leggi contro l'omosessualità, gli arresti dei dissidenti e le violazioni continue alla libertà di espressione. E la lettera di auto-giustificazione inviata dal premier al Corriere della Sera non li ha convinti per nulla. Ecco perché.

Perdonate lo scioglilingua: avete per caso letto la lettera di Letta? Sostiene che tanto "i nostri atleti sfileranno dietro al tricolore" e che sono "portatori dei valori che la nostra bandiera in sé compendia: la libertà, l'eguaglianza, la condanna di ogni forma di discriminazione". Quindi, essere in Russia oggi "non significa dismettere, ma riaffermare il ruolo dell'Italia per l'estensione dei diritti".

SCALFAROTTO: "I nostri valori? Allora le dico una cosa che ho ripetuto a Enrico Letta anche ieri alla direzione del Pd: l'11 febbraio è previsto il giudizio di legittimità davanti alla Corte Costituzionale della legge Fini-Giovanardi, della quale diciamo tutti peste e corna. Ecco, la presidenza del Consiglio si è costituita nel giudizio per difenderla. Gliel'ho ricordato e non ha detto nulla".

CONCIA: "Letta avrebbe dovuto dire chiaramente già da due mesi che se ne sarebbe infischiato della questione dei diritti civili e delle leggi omofobe di Putin. Invece la notizia che sarebbe andato a Sochi è uscita in sordina qualche giorno fa e poi oggi ci tocca leggere questa auto-giustificazione tardiva".

SCALFAROTTO: "Comunque posso aggiungere una cosa? Questa lettera non dice niente. Non spiega nulla".

Che cosa doveva spiegare il presidente del Consiglio?
SCALFAROTTO "Non spiega perché i vari Obama, Merkel, Hollande, Cameron invece non vanno a Sochi. In compenso manda un messaggio chiarissimo a tutto il mondo dello sport italiano, nelle cui rappresentative nazionali, per un curioso enigma statistico, non c'è un solo omosessuale, che bisogna stare belli coperti".

CONCIA: "Tante cose. Innanzitutto poteva evitare di usare l'espressione "inclinazioni sessuali" al posto di "orientamento sessuale". Poi avrebbe dovuto riconoscere che la politica, alle Olimpiadi, c'entra eccome. Questa storia del "tenere al riparo gli atleti" dalla politica è proprio una stronzata. Ci vogliamo dimenticare delle Olimpiadi di Monaco? Sono l'evento più visto al mondo, sono una vetrina impareggiabile ed è sempre accaduto che alle olimpiadi si cercasse di affermare i diritti delle minoranze. Lo sport fa parte della vita, tenerlo separato per ‘proteggerlo" dalla politica è una grandissima ipocrisia. Da parte italiana, serviva almeno un gesto".

Ecco, che tipo di gesto?
SCALFAROTTO: "Guardi, io capisco la real politik, però c'è il caso del ministro norvegese che andrà in Russia con suo marito.

Non credo che il governo Letta disponga di un'arma del genere
SCALFAROTTO: "Si poteva anche andare insieme a qualche atleta notoriamente gay o lesbica, ma mi rendo conto che noi abbiamo un Mario Pescante che ha criticato Obama perché manda quattro gay. Cioè, i nostri dirigenti sportivi criticano gli Stati Uniti anziché la Russia. Comunque il nostro premier avrebbe potuto andare a Sochi con la Concia, che è stata una tennista di alto livello ed è un dirigente sportivo. Troppo scandalo? Allora si sarebbe potuto scegliere il viceministro Cecilia Guerra, che ha la delega alle Pari Opportunità. Un gesto non certo di rottura, ma sobrio e significativo. Si sarebbe mandato un messaggio chiaro e si sarebbe piantato un paletto di fronte a Putin".

CONCIA: "Ma sempre sulla mia pelle bisogna farle, le battaglie (ride)? Anche se ammetto che non sarebbe stato un gesto strampalato, perché sono consulente del governo Letta proprio sul tema delle discriminazioni nello sport. In ogni caso, qualunque atto simbolico sarebbe stato accolto con favore. E non solo dalla comunità gay, perché qui stiamo parlando di violazioni ripetute ai diritti civili e alla libertà di espressione".

Sempre dalla lettera, sembra di capire che Letta vada a Sochi per sostenere al meglio la candidatura di Roma 2024.
SCALFAROTTO: "Sui diritti, non basta dire delle cose. Bisogna farle. Ma se dopo essersi limitati a qualche espressione generica sulla libertà in casa propria, si va in un regime totalitario con questa scusa del portare le olimpiadi in Italia c'è qualcosa che non torna".

CONCIA: "Conosco bene il Cio, l'organizzazione delle olimpiadi e come si arriva a vincere la candidatura. Questa di Sochi non è l'unica occasione. Ci sono da fare mille altre cose più concrete per ottenere l'organizzazione di un'olimpiade. Non prendiamoci in giro. E poi vorrei segnalare che l'attuale presidente del Cio è un tedesco. E la Merkel e il suo presidente non hanno avuto alcun problema a dire: noi da Putin non andiamo. Non solo, ma non mi risulta che la Germania abbia rapporti economici con Mosca meno forti dei nostri".
Il nostro premier però sostiene anche che se ci va il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, non si capisce il senso della polemica sulla presenza ufficiale del governo italiano.

SCALFAROTTO: "Nascondersi dietro l'Onu è veramente ridicolo. Se fai la lista di chi va e di chi non va a Sochi, il risultato è solo imbarazzante. A Merkel, Obama, Cameron e Hollande non è bastata la presenza di Ban Ki-moon".

CONCIA: "Rimango senza parole. Non c'è proprio bisogno di nasconderci dietro qualcuno. Quello che conta è che il premier italiano va allo show di Putin e i capi di Stato delle principali democrazie del mondo invece se ne restano a casa. Il resto, lo ripeto, sono giustificazioni inconsistenti e tardive".

 

 

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