1. LETTERA-BOMBA DELL’EX MINISTRO DELLE FINANZE TREMONTI SUL MONTE DEI PACCHI 2. OLTRE A RIMARCARE LE RESPONSABILITÀ DI MARIO DRAGHI (“PER LA LEGGE LA VIGILANZA BANCARIA NON LA FA IL GOVERNO MA BANKITALIA”), ACCUSA IL GOVERNO MONTI DI ESSERE STATO A CONOSCENZA DELLA REALE NATURA DEL “BUCO” IN BILANCIO DEL MONTE DEI PAZZI 3. ‘’LO DIMOSTRA IL FATTO CHE I VERTICI DI MPS NEGANO CHE CI SIA BISOGNO DI UN ULTERIORE INTERVENTO STATALE PER RIPIANARE LE PERDITE COME RIPORTATO OGGI DA ‘’MILANO FINANZA" IL CHE VUOL DIRE CHE O MARIO MONTI È UN VEGGENTE OPPURE SAPEVA...” 4. AFFONDO FINALE: "PERCHÉ BANKITALIA ED IL GOVERNO NON HANNO DETTO SUBITO LA VERITÀ? PERCHÉ MONTI HA POSTO LA FIDUCIA SUL DECRETO CHE EROGAVA I MONTI-BONDS DOPO CHE LA STESSA NORMA ERA STATA BOCCIATA AL SENATO? E COME IL GOVERNO HA TUTELATO I PICCOLI AZIONISTI CHE HANNO SCOPERTO LA VICENDA DAI GIORNALI?" 3. BANKITALIA: SIAMO STATI FREGATI DA MUSSARI - LA PERDITA SUPEREREBBE I 700 MILIONI

1. MAIL BY TREMONTI
Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Dago:
ho letto la lettera n.4: "Tremonti che oggi attacca Draghi è lo stesso che come Ministro erogò 1,9 miliardi a MPS?". Sono due cose diversissime.
I cosiddetti Tremonti-bond erano parte di un programma europeo, approvati in tutti i minimi dettagli dal competente Commissario europeo, accessibile da parte di tutte le banche; previamente e successivamente controllato nell'applicazione ad ogni banca dalla Banca d'Italia, competente per legge.

Va in particolare ricordato che per la legge italiana la vigilanza bancaria non la fa il Governo essendo riservata alla competenza esclusiva a Bankitalia. In tutti i casi di garanzia di Stato; costavano l'8%; c'era il vincolo di destinazione dell'intero importo ricevuto per il finanziamento delle piccole e medie imprese; c'era il divieto per i banchieri di estrarre il loro bonus; infine dovevano essere effettivamente restituiti per cassa.

Diversamente, il Monti-bond è stato riservato solo a Siena, senza impegno a finanziare le piccole e medie imprese perchè serviva ad altri scopi; infine è restituibile con "altri strumenti finanziari", ovvero non per cassa ma con carta di ignota origine e consistenza.

Il Governo Monti pur conoscendo la verità l'ha nascosta al Parlamento qui arrivando fino al punto di porre la questione di fiducia. La vigilanza bancaria non c'è tanto se interviene "ex post", ma soprattutto se interviene "ex ante". Nel caso, purtroppo, non ci sono state né prevenzione né repressione. La Banca d'Italia è stata infatti surrogata nella vigilanza dalla magistratura.
Giulio Tremonti

2. DAGO-NOTA
L'Ex Ministro delle Finanze Tremonti con questa sua lettera rimarca le responsabilità di Banca d'Italia e di Mario Draghi nella vicenda ma ci dice ancora di più: il Governo Monti era a conoscenza della reale natura del "buco" in bilancio del Monte dei Paschi. Lo dimostra il fatto che i vertici di MPS negano che ci sia bisogno di un ulteriore intervento statale per ripianare le perdite come riportato oggi da Milano Finanza. Il che vuol dire che o Mario Monti è un veggente oppure sapeva che esistevano operazioni in derivate non contabilizzate nei bilanci precedenti che rendevano necessario un intervento statale per un ammontare di 3,9mld.

La cifra era stata infatti prima stabilita in 3,4mld ed il 28 novembre 2011 elevata a 3,9mld a seguito di non meglio specificate perdite "su operazioni finanziarie strutturate".

Perché Bankitalia ed il Governo non hanno detto subito la verità? Perché Monti ha posto la fiducia sul decreto che erogava i Monti-bonds dopo che la stessa norma era stata bocciata al Senato? E come il Governo ha tutelato i piccoli azionisti che hanno scoperto la vicenda dai giornali ?

 

3. BANKITALIA: SIAMO STATI FREGATI DA MUSSARI – LA PERDITA SUPEREREBBE I 700 MILIONI

La Stampa.it

 

Gli ex vertici di Mps hanno nascosto i documenti alla Banca d’Italia. È questo l’aspetto più inquietante emerso all’indomani delle dimissioni di Giuseppe Mussari dal vertice dell’Abi, responsabile insieme all’ex dg Antonio Vigni, tra il 2008 e il 2009, delle operazioni di finanza strutturata realizzate dal Montepaschi.  CORRADO PASSERA - GIUSEPPE MUSSARI - VITTORIO GRILLI

 

Contratti `tossici´ che adesso costringeranno l’istituto a sottoscrivere ben 3,9 miliardi di Monti bond e a segnare in bilancio una perdita che potrebbe superare i 700 milioni di euro. La banca ha comunque detto di essere in grado di assorbire le conseguenze delle operazioni sui derivati. Il tutto mentre in Borsa il titolo è stato protagonista di un altra giornata da brivido: ha perso l’8,43% (a 0,25 euro) con quasi il 6% del capitale scambiato.  FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE GIUSEPPE MUSSARI

 

La conferma dell’omissione è arrivata in simultanea da due fronti. Dall’amministratore delegato, Fabrizio Viola, intervistato da SkyTg24, e dalla Banca d’Italia stessa. In particolare, Via Nazionale ha spiegato che «la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps». GIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLA

 

Come noto infatti Palazzo Koch era impegnata da metà 2011 a metà 2012 in un’ispezione a Siena, mentre la Consob aveva chiesto proprio nei mesi scorsi di estendere l’ispezione anche alle operazione su prodotti strutturati. «Le operazioni di Mps sono ora all’attenzione sia della Vigilanza sia dell’Autorità giudiziaria» spiega Via Nazionale e sviluppi su quel fronte potrebbero così arrivare prossimamente. 

  MUSSARI BAZOLI resize

A questo aspetto si aggiungono poi le parole del nuovo amministratore delegato del Montepaschi, Viola, secondo cui né Via Nazionale né la Consob erano state informate dell’esistenza di questi contratti. «Bisogna sottolineare - ha spiegato il banchiere - che si tratta di operazioni complesse caratterizzate da strutture contrattuale altrettanto complesse. Chiaramente la possibilità da parte delle Autorità di vigilanza di conoscere queste operazioni in modo compiuto dipende dalla corretta contabilizzazione delle medesime e soprattutto dalla corretta gestione della documentazione. Diciamo che in queste situazioni sono mancate entrambe le condizioni».  MUSSARI GIUSEPPE MUSSARI resize

 

Adesso, quindi, si prospetta la strada dell’azione di responsabilità ai danni dei precedenti amministratori. Un’idea su cui stanno ragionando sia il primo azionista della banca, la Fondazione Mps, che il presidente Alessandro Profumo. Proprio quest’ultimo, intervistato dal Tg1 ha detto: «Nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente noi ci muoveremo. Ad oggi stiamo facendo tutte le analisi per capire chi ha fatto che cosa».  GIUSEPPE MUSSARI GIUSEPPE GUZZETTI GIOVANNI BAZOLI resize

Intanto, sullo sfondo si muove anche la Consob che a breve convocherà le parti in causa, dal collegio sindacale ai revisori dei conti, sia attuali che quelli della passata gestione (Kpmg ed Ernst&Young).

 

Inoltre, si è appreso da fonti vicine alla Commissione, oggi è stata una giornata di continui contatti con il presidente Profumo che fanno seguito ai ripetuti incontri di questi giorni con i vertici della società, l’ultimo dei quali con Viola. In parallelo Consob ha collaborato con la Procura di Siena alla quale ha fatto diverse segnalazioni con possibili rilievi penali.  GIUSEPPE MUSSARI GIOVANNI BAZOLI ANGELO BENASSIA

 

Proprio Viola, impegnato al fianco di Profumo a fare pulizia nei conti della banca, ha illustrato a SkyTg24 i dettagli dei Monti-bond, che serviranno a tamponare l’emorragia conti e che hanno suscitato un vespaio di polemiche e attacchi dalle forze politiche. «La banca - ha detto - si impegna al rimborso fino all’ultimo euro» di queste obbligazioni, e un eventuale ingresso dello Stato nell’azionariato della banca ad oggi «non è in agenda» mentre non si temono scalate. tremonti-mussari-draghi

  MUSSARI PRODI

D’altro canto Profumo ha avuto di precisare ai microfoni del Tg1 che non si tratta di «operazioni derivate» ma di «pronti contro termine» che hanno «una rilevante onerosità’ per la banca. Da segnalare che domani il vertice dell’istituto si riunirà nel primo pomeriggio. All’ordine del giorno non è prevista la questione portafoglio titoli e derivati che sarà presa in esame a inizio febbraio. 

 

 

MARIO MONTI GIULIO TREMONTIhpa32 veltroni giu mussariTREMONTI E MONTIPIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI MARIO DRAGHI GIUSEPPE MUSSARI TREMONTI E MONTIPIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI MUSSARI PROFUMO jpeg

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...