1- MINZO PRONTO A VOLARE A NEW YORK NELLA POSTAZIONE LASCIATA LIBERA DA DI BELLA 2- IL COLPACCIO DEL CAVALIERE: SALVA MINZO SENZA SPENDERE UN EURO (ALTRO CHE “PANORAMA”, DOVE LA MARINA DA GUERRA NON LO VUOLE), L’ESILIO DORATO A SPESE NOSTRE 3- LA STRANA MORALE RAI: UN DIRETTORE ACCUSATO DI AVER SOTTRATTO SOLDI ALL’AZIENDA DEVE ESSERE CACCIATO DAL TG E RIPESCATO CON INCARICO D’ORO NEGLI STATI UNITI 4- ‘OPUS LEI’ HA TROVATO IL CAVILLO: LO PREVEDE LA LEGGE SUI DIPENDENTI PUBBLICI. MAGIE DI VIALE MAZZINI: QUANDO C’È DA SALVARE GLI STIPENDI D’ORO DEI CONDUTTORI, LA RAI È PRIVATA; QUANDO C’È DA RISOLVERE IL PROBLEMA MINZOLINI, TORNA PUBBLICA 5- GLI ASPIRANTI DIRETTORI SCALDANO I MOTORI: PREZIOSI, SECHI, FERRAGNI, SORGI, CALABRESI 6- IERI SERA, PRIMA DI VESPIZZARSI, SUDARIO MONTI INCONTRA LEI E GARIMBERTI PER IL TG1 7- MA L’ALLEANZA PDL-LEGA AVREBBE GIÀ SCELTO: TORNA ALBERTO MACCARI, EX VICE TG1 ORA ALLA TGR E FINO A IERI A UN PASSO DALLA PENSIONE, A GARANZIA DEL PATONZA

1- MONTI INCONTRA LA LEI: SI CERCA IL SOSTITUTO...
Da "Libero"

Prima ha cercato di dissimulare, anzi di depistare i colleghi che lo stavano aspettando negli studi della Rai di via Teulada, dicendo di non essere affatto emozionato per la prima volta da premier a Porta a Porta. Poi, però, Mario Monti non è riuscito a celare le ragioni de suo arrivo anticipato negli studi televisivi. Ad accogliere il premier, infatti, c'erano il presidente della Rai, Paolo Garimberti, e il direttore generale di viale Mazzini, Lorenza Lei.

I tre si sono appartati in una delle stanze dello stabile, probabilmente per un mini vertice sulla Rai e sulla conduzione del Tg1, in vista del consiglio di amministrazione dei prossimi giorni. Il rinvio a giudizio di Minzolini rischia di creare dei seri imbarazzi all'esecutivo, così come ai vertici dell'azienda. La ricerca di una soluzione condivisa, che accontenti tutti, viene auspicata sia da viale Mazzini sia da Palazzo Chigi,che non ha certo in cima alla lista delle priorità la Rai, ma non può disconoscere quanto sta accadendo.

E a Monti, essendo in forte sintonia con il Quirinale, non dispiace affatto vedere Mario Calabresi alla guida del Tg1, oppure Alberto Maccari, considerato da tutti un uomo di garanzia per stabilizzare il telegiornale dell'ammiraglia Rai

2- MINZOLINI RINVIATO A GIUDIZIO «INDIGNATO, MASI PUSILLANIME» - ACCUSA DI PECULATO. RAI PARTE CIVILE. LA DIFESA DEL PDL...
Lavinia Di Gianvito per il "Corriere della Sera"

La restituzione dei soldi non è servita. Augusto Minzolini è stato rinviato a giudizio per peculato e il processo inizierà l'8 marzo. «Sono indignato», protesta il direttore del Tg1.

Ce l'ha «con la Procura, che non ha verificato le procedure» adottate in viale Mazzini. Ma soprattutto con l'ex dg: «In questa vicenda Mauro Masi è stato un pusillanime». Minzolini è convinto che l'inchiesta abbia lo scopo di farlo cacciare: «La Rai mi ha richiesto il denaro due settimane prima del 14 dicembre 2010, il giorno in cui sarebbe dovuto cadere Silvio Berlusconi». E una delle denunce, ricorda il direttore, «è stata presentata da Antonio Di Pietro».

Nell'udienza davanti al gup Francesco Patrone il procuratore aggiunto Alberto Caperna ha accusato il giornalista di aver speso 65.341,33 euro di troppo tra luglio 2009 e novembre 2010. Non per le trasferte, autorizzate da Masi, ma per i ristoranti, frequentati in Italia e all'estero anche nei giorni di riposo. La Rai, che ieri ha partecipato solo come parte offesa, ha annunciato che al processo si costituirà parte civile «per il danno di immagine e per i residuali profili di danno non patrimoniale».

Minzolini si difende. Sostiene di non aver rubato nulla poiché, in base a una circolare emanata nel 2003 dall'allora dg Flavio Cattaneo, i direttori dei telegiornali non sono tenuti a rivelare l'identità degli ospiti: è sufficiente come giustificativo «pranzo privato». «Ho mandato le ricevute fin dall'inizio e per due anni non è successo nulla - sottolinea il giornalista -. L'amministrazione Rai è un po' confusa, perciò quando mi hanno richiesto i soldi li ho restituiti senza fare nemmeno un controllo». Il gesto non è servito a evitargli il processo considerato che, dal punto di vista giuridico, il reato era stato già commesso. Però il giornalista rivendica la sua buona fede: «Avevo un tetto di 5.200 euro al mese con la carta di credito e non l'ho mai superato, a volte non ci sono arrivato neanche».

Per i difensori, gli avvocati Franco Coppi e Carlo Pandiscia, «l'accusa di peculato è infondata». I legali ritengono che al processo potranno dimostrare «l'insussistenza in fatto e l'impossibilità» del reato contestato «in punto di diritto». Intanto la restituzione del denaro «ancora prima che si avesse notizia dell'esistenza del procedimento penale» ha convinto la Corte dei Conti ad archiviare l'azione contabile: «Si è così riconosciuto - osservano gli avvocati - l'inesistenza di qualsiasi danno per l'azienda».

Il rinvio a giudizio di Minzolini divide la politica. L'ex opposizione gli chiede di dimettersi, l'ex maggioranza lo difende. Tra gli altri, il senatore del Pd Vincenzo Vita ritiene ormai «ancora più inopportuno» che il giornalista resti alla guida del Tg1: «Siamo di fronte all'ultima pagina di un lungo libro fatto di débâcle editoriali, crolli di ascolto, faziosità da Minculpop», sottolinea il parlamentare. Anche Antonio Di Pietro sostiene che «ragioni di opportunità, di buona creanza e di rispetto delle regole dovrebbero imporgli di farsi da parte». Altrettanto brusca Flavia Perina (Fli): «Ci aspettiamo una lettera di dimissioni entro poche ore».

Al contrario, per Fabrizio Cicchitto, Pdl, «è evidente il tentativo di eliminare Minzolini dalla direzione del Tg1 ricorrendo allo strumento giudiziario». Il giornalista sarebbe vittima di una manovra ideata, sostiene Maurizio Gasparri, «da chi nel centrosinistra ha cercato in ogni modo di farlo fuori».


3- IPOTESI SEDE DI NEW YORK - E SI APRE LA CORSA AL TG1...
Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"


Lunedì il consiglio di amministrazione Rai si riunirà con una convocazione straordinaria voluta dal presidente Paolo Garimberti sul caso Minzolini. Non se ne parlerà oggi perché tecnicamente non è all`ordine del giorno. E con ogni probabilità lunedì il direttore generale Lorenza Lei proporrà al cda di nominare l'attuale direttore del Tg1 corrispondente Rai da New York: è ancora libero il posto lasciato da Antonio Di Bella quando venne nominato direttore di Raitre (prima ancora c`era Giulio Borrelli, ex direttore del Tg1).

Sul tavolo, Lorenza Lei ha l`articolo 3 della legge n. 97 del 27 marzo 2001: se un dipendente pubblico «o di enti a prevalente partecipazione pubblica» (la Rai) viene rinviato a giudizio per peculato, va trasferito a incarico diverso «con attribuzione di funzioni corrispondenti, per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera». New York è sede occupata da ex direttori, e per la Rai è una nomina in linea con la legge. Dice già Antonio Verro, consigliere di amministrazione di area Pdl: «Prendo atto delle decisioni della magistratura e attendo di valutare le proposte del direttore generale».

Nessuna difesa a tutti i costi della direzione Minzolini al Tg1 che parla di «operazione per farmi saltare dalla direzione». Nonostante la solidarietà di Angelino Alfano, segretario Pdl: «Minzolini ha sempre svolto con competenza e linearità il suo lavoro, chiarendo prontamente la sua posizione alla direzione generale della Rai». Alla Rai tira un`aria diversa, soprattutto dopo che Lorenza Lei ha deciso che l`azienda si costituirà parte civile contro Minzolini. Atto non dovuto ma intenzionalmente scelto per dare un segnale inequivocabile all`intera Rai.

Chi sarà il nuovo direttore del Tg1? Verro immagina «una soluzione interna, e credo sarebbe difficile accettare il contrario».

Nel centrodestra circolano i nomi di Antonio Preziosi, direttore del Giornale Radio, Alberto Maccari, ora alla Tgr e fino a ieri a un passo dalla pensione: le nuove regole previdenziali lo restituiscono al suo lavoro. E Fabrizio Ferragni, vice di Minzolini. Nel caso di scelta esterna, si parla di Mario Sechi, direttore de Il tempo.

Ma nel centrosinistra Nino Rizzo Nervo contesta: «Inaccettabile una successione automatica "di area", il Tg1 dopo questa crisi merita una soluzione di altissimo profilo». Ieri il presidente Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei hanno parlato per 45 minuti con Mario Monti a via Teulada, prima di «Porta a Porta».

Con ogni probabilità avranno discusso di conti, soprattutto dell`evasione del canone al 26,9% che provoca ogni anno un buco di 500 milioni di euro che potrebbero, anche in quota molto ridotta, ripianare i 360 milioni di euro di indebitamento con cui la Rai chiuderà il 2011.

 

SCALFARI-MAURO-GARIMBERTInapolitano junior garimberti foto mezzelani gmt MINZOLINI FERRARA RAIGARIMBERTI E LORENZA LEI minzolini - zavoliMINZOLINI SILVIO BERLUSCONI GABRIELLA GIANMANCO AUGUSTO MINZOLIN Berlusconi, Masi e MinzoliniMINZOLINI E BERLUSCONIMario Calabresi in Hotel Patriagrg28 alberto maccari stefano ziantoni rino fisichellacasa23 alberto maccari vice tg1FABRIZIO FERRAGNI CARLOTTA MANNU AGRESTI FESTUCCIA FERRAGNI PIZZI CARLOTTA MANNU antonio preziosi

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