1- NO, NON E’ UN REMAKE DI “MEZZOGIORNO DI FUOCO”: E’ SOLO IL MEZZOGIORNO D’ITALIA: L’INCREDIBILE SINDACO VENDOLIANO DI TARANTO IPPAZIO STEFÀNO, UN GENTILE PEDIATRA PACIFISTA CHE GIRA PER LA CITTÀ CON UNA PISTOLA INFILATA NEI PANTALONI 2- “FARE IL SINDACO AL SUD È UN INFERNO. QUATTORDICI AGGRESSIONI M'HANNO FATTO. COI COLTELLI, A SCHIAFFI, PURE LA BENZINA ADDOSSO M'HANNO TIRATO. NON LE DICO GLI INSULTI. DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE M'È ARRIVATA UNA LETTERA A CASA: RITIRATI, MI DICEVANO, SE NO TU E LA TUA FAMIGLIA RISCHIATE. IO HO DENUNCIATO TUTTO ALLA DIGOS, MA NON VOGLIO LA SCORTA, NON VOGLIO CHE QUALCUNO SI GIOCHI LA PELLE PER ME, NON USO NEMMENO L'AUTO DI SERVIZIO. E NON MI SONO RITIRATO. MICA POSSO AVERE SCARICHE DI ADRENALINA OGNI VOLTA CHE UNO MI VIENE INCONTRO”

Goffredo Buccini per il "Corriere della Sera"

È come scoprire che Bambi gira con arco e frecce. Che la nave di Greenpeace trasporta bazooka nella stiva. Che don Abbondio mena sciabolate peggio del Griso. Incredibile, no? Eppure non si scappa, le foto sono inequivocabili e... a mano armata: lui, Ippazio Stefàno, detto per comodità «Ezio» da fan e detrattori, appena rieletto sindaco di Taranto, devoto vendoliano e pacifista della prima ora, se ne sta in mezzo ai suoi a festeggiare quel quasi 70 per cento di voti con cui ha chiuso senza se e senza ma la formalità del ballottaggio; alza le braccia trionfante nel suo comitato elettorale di via Principe Amedeo, sfodera un ghignaccio da coniglio feroce, e, tac, sulla camicia ancora candida a fine giornata gli si staglia il calcio d'una pistola a tamburo infilata nei pantaloni.

Roba degna di Cito senior, che governò la città dei Due Mari negli anni Novanta e adesso, in galera per un cumulo di reati e pene, ha tentato invano di spedire in cima al municipio il figlio Mario con lo slogan surreale «Cito libero, Cito sindaco»: ma Cito, si dirà, era un ex mazziere fascista, il primo telepredicatore del «vaffa» in diretta, uno che faceva le ronde e non disdegnava di allungare qualche sberla anche dopo avere indossato la fascia tricolore, insomma un tipaccio di strada. Cosa c'entra il vellutato Stefàno con gli stereotipi dello sceriffo giustiziere?

«Che domande, vuol farmi ammazzare?», sbuffa lui, dalla poltrona con vista sull'incerto futuro dei tarantini, dove s'è seduto nel 2007 e da cui non s'è più alzato. Ma, scusi, conferma? La foto è vera? «Certo che confermo, ho una vecchia pistola a tamburo, con regolare porto d'armi: no, non so la marca, non sono un guerriero».

E qui bisogna capire lo stupore dei suoi concittadini che, per ore, quando un paio di giornali locali hanno fatto uscire l'immagine, continuavano sul web a considerarla taroccata, insomma una truffa della Spectre contro il sindaco della pace. Stefàno è un tipo che negli spot elettorali vi apparirà aggressivo quanto Nonna Papera, un non belligerante che, per dribblare le rogne sui fumi assassini dell'Ilva, può sostenere coi cronisti di non avere «letto i giornali».

E' tuttavia anche molto amato perché, da pediatra, ha la lodevole abitudine di battere le periferie curando gratis i bambini delle famiglie meno abbienti. Lo chiamano U' Dotto' e lo votano in massa. Eppure... «Eppure mi hanno minacciato, durante la campagna elettorale m'è arrivata una lettera a casa: ritirati, mi dicevano, se no tu e la tua famiglia rischiate. Io ho denunciato tutto alla Digos, ma non voglio la scorta, non voglio che qualcuno si giochi la pelle per me, non uso nemmeno l'auto di servizio. E non mi sono ritirato. Quindi...».

Quindi? «Mica posso avere scariche di adrenalina ogni volta che uno mi viene incontro». Ma Vendola lo sa che lei gira armato? «Uffa. Adesso l'ha saputo, dai giornali! Senta, avrei potuto strillare in campagna elettorale, prendevo dieci punti in più. Invece sono stato muto. Non volevo infangare il nome di Taranto, non volevo che si pensasse che i tarantini sono violenti».

In verità non è la prima volta che la pistola fa capolino dalla cintura del buon Ezio. In un'altra foto, meno recente, il sindaco è in marcia con i compagni di lotta e di governo, e la dannata berta gli s'affaccia da sotto la giacchetta conferendogli un'aria da comparsa in Le mani sulla città. Certo, tocca ammetterlo: è anche facile fare gli spiritosi quando non si è costretti a vivere giorno per giorno in una bolgia di duecentomila anime avvelenate dall'inquinamento e dalla disoccupazione e tutte, una per una, decise a darti la colpa di quanto succede.

«Sa, ho cominciato trent'anni fa... presi la pistola quando giravo di notte per i quartieri degradati e facevo la campagna contro l'Aids. Poi l'ho tenuta nel cassetto, chiusa lì per un sacco di tempo. L'ho ritirata fuori da sindaco. Lei non lo sa, ma mi hanno fatto di tutto».

Vita agra a Palazzo di Città, eh? «Può dirlo forte. Quattordici aggressioni m'hanno fatto, quattordici. Coi coltelli, a schiaffi, pure la benzina addosso m'hanno tirato. Poi non le dico gli insulti. Lo Stato non consegna le case? E quelli vengono da me. Sprofonda la statale? Sempre da me, vengono. Quindici vigili urbani sono finiti in ospedale, e allora io dicevo: ragazzi, scansatevi, me la vedo io. Tutti sanno dove abito, e mi aspettano sotto il portone, quasi sempre per parlarmi, ma certe volte non solo per parlare. Io sto lì».

Con la pistola, però. «Mai tirata fuori». Nemmeno davanti ai ceffoni e ai coltelli? «Nemmeno. Sono molto equilibrato, sa? Mi controllo, faccio le visite. Poi, dovessi tirarla fuori, magari è la volta che mi ammazzano, mica sono sicuro che avrei il coraggio di usarla». L'uomo è un paradosso vivente. Sobriamente descritto appena pochi anni fa come «il sindaco dei miracoli» da qualche giornale amico, questo medico tarantino dal viso mansueto e dal baffetto morbido si ritrova nella bizzarra posizione di succedere a Giancarlo Cito nella fama di pistolero.

Persino l'Africa a volte, gli appare un posticino tranquillo, stretto com'è tra sfrattati, senza lavoro, cassintegrati e attaccabrighe professionali d'una città che cova brace sotto l'apparente rassegnazione. «In Africa ho fatto il volontario per un anno, mai nessuno ha provato ad assalirmi». Qui, invece... «Sono diventato iperteso. Fare il sindaco al Sud è un inferno. Ho perso quattordici chili». Un chilo ad aggressione, di questo passo rischiava di diventare l'Uomo Invisibile. Meglio Tex Willer.

 

enzo stefano taranto LA PISTOLA A TAMBURO SPUNTA DAI PANTALONI DI IPPAZIO STEFANO jpegippazio Ippazio stefano

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…