1- NON SOLO IL PDL, L’EX CAIMANO SBOLOGNA VILLA CERTOSA E INTASCA 470 MILIONI €, LA CIFRA PIÙ ALTA CHE SIA MAI STATA PAGATA AL MONDO PER UNA RESIDENZA PRIVATA 2- UN’OFFERTA CLAMOROSA GIÀ FORMALIZZATA IN UN PRELIMINARE DI VENDITA FIRMATO DA POCHI GIORNI ALL’ESTERO, PERCHÉ L’ACQUIRENTE SAREBBE UN POLITICO-MAGNATE ALLA GUIDA DI UNO DEGLI STATI CHE UN TEMPO FACEVANO PARTE DELL’UNIONE SOVIETICA 3- FRA CRISI MEDIASET-MONDADORI E LODO MONDADORI, TRABALLA L’IMPERO DI ARCORE

Franco Bechis per "Libero"

Silvio Berlusconi sta per realizzare il più clamoroso Bingo immobiliare della storia. Dopo anni di tira e molla e la decisione di mettere in vendita Villa Certosa, la sua residenza da favola a Porto Rotondo, è arrivata - secondo quanto risulta a Libero - un'offerta clamorosa già formalizzata in un preliminare di vendita. Il prezzo della cessione è stato fissato in470 milioni di euro, la cifra più alta che sia mai stata pagata al mondo per una residenza privata.

Secondo la ricostruzione fatta da Libero il preliminare di vendita è stato firmato da pochi giorni all'estero, perché l'acquirente sarebbe addirittura un capo di Stato straniero, un politico- magnate alla guida di uno degli Stati che un tempo facevano parte dell'Unione Sovietica.

Fra il preliminare e la registrazione ufficiale della transazione dovrà comunque passare almeno un altro mese, durante il quale verranno valutate le opzioni fiscali possibili per la chiusura dell'atto. Villa Certosa appartiene infatti alla società Idra Immobiliare di Segrate, che è proprietaria anche delle altre due principali ville-residenze di Berlusconi: quella di Arcore e quella di Macherio.

I professionisti che assistono il Cav nella transazione stanno valutando diverse opzioni: dalla vendita del singolo immobile alla costituzione di un ramo di azienda successivamente ceduto per quel prezzo. La notizia non viene confermata (e non potrebbe essere altrimenti) dall'immobiliarista di fiducia cui il Cav ha sempre affidato ogni operazione in Sardegna: Claudio Giuntoli. Interpellato da Libero conferma di avere da tempo un mandato a vendere villa Certosa da parte di Berlusconi, «però non ho capito ancora se vuole vendere davvero o no, perché ha un rapporto di amore-odio con villa Certosa.

Io già una volta l'avevo venduta, poi lui ha cambiato idea». Giuntoli aggiunge: «Che sia arrivata un'offerta me l'ha detto lui, però l'ha rifiutata ritenendola troppo bassa». Bassa un'offerta di 470 milioni? «No, io parlo di qualcosa come 170 milioni di meno, che il presidente ha ritenuto offerta non adeguata al valore di villa Certosa» Eppure fonti attendibili sostengono che la vendita sarà ufficializzata a novembre...

«A novembre...eh...io non so niente...». Anche se i milionari russi e i principi arabi hanno negli ultimi anni hanno rivoluzionato il mercato immobiliare in Sardegna e in particolare in Costa Smeralda, una cifra come470milioni di euro per una villa non si era mai sentita. E anche nel resto del mondo non ha precedenti. La transazione più simile negli importi è avvenuta tre settimane fa a Londra, e ne ha dato notizia il Financial Times, tanto grande era il rilievo finanziario.

Per 300 milioni di sterline (circa 360 milioni di euro) è stata acquistata la residenza dell'ex primo ministro libanese (assassinato anni fa) Rafiq Hariri: un palazzo di sette piani, con 45 camere da letto, una enorme piscina, cucine, e un immenso parcheggio sotterraneo.

Sempre nel 2012 sono state messe sul mercato altre due ville famose. La prima è quella dove viveva Michael Jackson: 54.885metri quadrati, con 7 camere da letto, cucine, salotti, 13 bagni e un teatro. Prezzo: 18 milioni di euro. La seconda a Miami, dove è stata messa in vendita la villa in cui fu assassinato Gianni Versace: 10 stanze da letto, 11 bagni, una piscina rivestita in oro. Versace la acquistò per 10 milioni di dollari, vi investì altri 33 milionieilprezzo a cui è stata messa in vendita nel giugno scorso è stato 125 milioni di dollari.

Lo stesso Berlusconi è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria che riguarda la vendita di villa Dell'Utri sul lago di Como. Nel marzo scorso è stato proprio il Cavaliere a comprarla per 21 milioni di euro, ma secondo gli inquirenti l'avrebbe strapagata, perché il valore non sarebbe stato superiore a 9 milioni di euro. Un confronto più vicino a villa Certosa viene dalla transazione firmata per la cessione nel marzo scorso di villa Rocky Ram sulla scogliera di Capo Capaccia a Romazzino, in Sardegna. L'ha comprata per 110 milioni di euro il magnate russo dell'acciaio, Alexey Mordashov.

A vendergliela è stato il 26 marzo scorso il proprietario, Carlo De Benedetti (attraverso la società Romazzino). Si tratta di una villa certamente di lusso, fotografata in tempi recenti perché l'ingegnere vi ospitò Gad Lerner: 19 vani, piscine fra gli scogli, 400 metriquadraticoperti eunbelpo' di terreno adiacente. De Benedetti l'aveva comprata con un mutuo da 50 milioni di euro estinto proprio nel marzo scorso alla Banca popolare di Sondrio.

Villa Certosa è almeno cinque volte più grande di quella venduta da De Benedetti. L'immobile principale è classificato di 68 vani (ma prima delle ristrutturazioni erano 75), ci sono numerose altre ville dependance, teatri, arene, nuraghe, pontili, parchi, area di riproduzione delle farfalle e terreni che si sono allargati negli anni. Occupa circa 135 persone per la manutenzione. Quei 470 milioni li vale rispetto a casa De Benedetti. E forse serviranno al cavaliere proprio come riserva finanziaria nel caso dovesse andare male il ricorso in Cassazione Fininvest-Cir sul lodo Mondadori...

 

TUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU TUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU jpegTUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU jpegTUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU jpegTUNNEL DI VILLA CERTOSA FOTO DAL BLOG DI ZAPPADU jpegELEONORA BERLUSCONI E GUY BINNS A VILLA CERTOSA FOTO DA OGGI jpegVilla CertosaBERLUSCONI-VILLA CERTOSABERLUSCONI-VILLA CERTOSAVILLA CERTOSABERLUSCONI-OSPITI VILLA CERTOSA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO