1. NUOVA FIGURA DI CACCA TRICOLORE: ASPEN LETTA CASSA LA “SOLUZIONE POLITICA” DEL MINISTRO DEGLI ESTERI EMMA BONINO, E SI ALLEA CON OBAMA PER BOMBARDARE LA SIRIA 2. A UN CERTO PUNTO, LA FARSA HA TOCCATO IL CLIMAX: L’ITALIA ERA IN DUE LISTE, QUELLA DEL FRONTE ANTI-GUERRA DI PUTIN MA ANCHE NEL DOCUMENTO DI OBAMA PRO-WAR 3. A QUESTO PUNTO, COSA ASPETTA LA FILO-ISRAELIANA EMMA A MOLLARE LA FARNESINA? 4. DAL G20 DI SAN PIETROBURGO, ESCE UN’EUROPA DIVISA IN TRE: DA UNA PARTE PARIGI, CHE È PRONTA A FAR DECOLLARE I MIRAGE, IN MEZZO LONDRA, ROMA E MADRID CHE ESPRIMONO “SOSTEGNO” AGLI STATI UNITI E ALLA FRANCIA, E SUL FRONTE OPPOSTO LA GERMANIA DI MERKEL CHE CON L’OLANDA NON HA FIRMATO L’APPELLO DEGLI UNDICI

Condividi questo articolo


Andrea Bonanni per La Repubblica

Alla fine, messo con le spalle al muro, Enrico Letta ha firmato l'appello degli Undici membri del G20 che condannano Assad per aver fatto uso di armi chimiche contro la popolazione civile, criticano «la paralisi» dell'Onu, esigono «una forte risposta internazionale », e «sostengono gli sforzi degli Stati Uniti e di altri Paesi per rinforzare il divieto», senza citare espressamente l'ipotesi di una ritorsione armata.

ALFANO, LETTA, BONINO TRISALFANO, LETTA, BONINO TRIS

A quanto pare, la pressione americana sugli alleati a margine del G20 di San Pietroburgo è stata fortissima. La piccola carota, a fronte del bastone usato per sospingere i più riottosi, offerta da Obama e soprattutto da Hollande, è l'impegno ad aspettare il rapporto degli ispettori Onu prima di attaccare. Un rapporto che però, avverte il ministro degli esteri francese, potrebbe «lasciare delusi», perché si limiterà a confermare l'uso dei gas ma non dirà da chi sono stati lanciati.

Il presidente del Consiglio italiano esprime «delusione» per le divisioni sulla Siria, e riconosce di aver sottoscritto l'appello per non ripetere «i disastri di dieci anni fa», quando americani ed europei si divisero sulla guerra in Iraq. Ma quanto debole sia la sua convinzione lo dimostra il fatto che, come lui stesso ha riferito in conferenza stampa, quando parla con Putin cita l'appello del Papa ad evitare il ricorso alla forza: «Ho citato con grande forza la lettera del Papa: parole che condannano, che chiedono soluzioni evidenti».

E comunque ribadisce che il nostro Paese non interverrà senza un chiaro mandato delle Nazioni Unite.
Insomma l'Italia si barcamena. Ma non è la sola. Quando volano gli stracci, come è successo al G20 di San Pietroburgo, sono sempre i più deboli e i più insicuri a rimetterci di più. E infatti l'Europa esce a pezzi dal vertice dei grandi Paesi industrializzati.

putin- obamaputin- obama

Gli europei erano arrivati a San Pietroburgo già divisi in due, con la Francia favorevole ad una ritorsione e gli altri sostanzialmente contrari. Ma ora escono dal vertice addirittura divisi in tre: da una parte Parigi, che è pronta a far decollare i Mirage, in mezzo Londra, Roma e Madrid che esprimono «sostegno» agli Stati Uniti e alla Francia, e sul fronte opposto la Germania di Angela Merkel che con l'Olanda non ha firmato l'appello degli Undici.

Toccherà oggi ai ministri degli esteri della Ue, riuniti a Vilnius per un consiglio informale, cercare di mettere insieme i cocci del disastro siriano.
Angela Merkel, per personalità, per peso specifico del Paese che rappresenta e, non ultimo, per considerazioni elettorali, non si è piegata alle pressioni americane.

PUTIN CAMERON OBAMA article A DA DC xPUTIN CAMERON OBAMA article A DA DC x

Ma il risultato è che, a San Pietroburgo, la Germania si è trovata isolata rispetto agli altri europei ed ha dovuto giustificare il proprio rifiuto con la preoccupazione di non pregiudicare una posizione comune dell'Ue. Oggi, a Vilnius, sarà il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, a dover cercare di attenuare le posizioni degli europei e cucire una qualche forma di consenso.

PUTIN PENSIEROSO AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGOPUTIN PENSIEROSO AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGO

Emma Bonino, che nei giorni scorsi si era espressa con forza a proposito del pericolo che un attacco americano comporterebbe per la stabilità dell'intera regione mediorientale, rischia di trovarsi spiazzata dalla mossa di Letta a San Pietroburgo. Anche la ministra degli esteri è ben consapevole della necessità di «non allargare l'Atlantico», come ha detto il primo ministro, evitando qualsiasi contrapposizione frontale con gli Stati Uniti.

Tuttavia la titolare della Farnesina sa bene che, sul fondo, la posizione dell'Italia resta chiara: nessun intervento da parte nostra senza un mandato Onu. E dunque verosimilmente oggi si batterà per difendere questa posizione in seno ai Ventotto.

BRINDISI OBAMA MERKEL FOTO LAPRESSEBRINDISI OBAMA MERKEL FOTO LAPRESSE

Fortunatamente, visto che si tratta di un Consiglio informale, le conclusioni non saranno affidate ad un documento scritto ma solo ad una dichiarazione della presidente: l'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton. E una dichiarazione verbale offre maggiori margini per le acrobazie dialettiche necessarie a rimettere insieme i cocci europei.

PUTIN COPRE LA MERKEL AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGOPUTIN COPRE LA MERKEL AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGO

La Ashton dovrà così esprimere comprensione per la posizione americana, condanna per il regime di Assad, invito ad aspettare comunque il rapporto degli ispettori Onu, cautela sulle ipotesi di ritorsione armata e forte sostegno per una «soluzione politica» che diventa ogni giorno più lontana. Con una simile scaletta, sarà difficile essere credibili. Ma questa è una qualità che, ormai, nessuno si aspetta dall'Europa. Tanto meno gli europei.

 

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...