1. PER GRILLO IL 1° MAGGIO È COME LA FESTA DEI MORTI: “UN’ALLEGRIA CHE HA IL PROFUMO FORTE E RANCIDO DEL 2 NOVEMBRE DEI LAVORATORI. LO STANCO RITO ASSOLUTORIO DEI SINDACATI COMPLICI, DEI “PRENDITORI” DI APPALTI DI CONFINDUSTRIA” 2. “4 MILIONI DI DIPENDENTI PUBBLICI, 19 MILIONI DI PENSIONATI, MEZZO MILIONE DI PERSONE CHE VIVE DI POLITICA SONO INSOSTENIBILI PER UN PAESE SENZA SVILUPPO DA 15 ANNI” 3. MA DENTRO CASA BEPPE HA IL PROBLEMA DEL SEN. MASTRANGELO, ESPULSO CAUSA D’URSO 4. SERRA: “ANDARE DALLA D’URSO È GIÀ UNA TALE PUNIZIONE CHE OGNI SANZIONE È CRUDELE ACCANIMENTO. UN PROCESSO WEB COME NEI PEGGIORI PARTITONI CENTRALISTI” 5. MASTRANGELO NON MOLLA: “PEGGIO DELLA COREA. DOVRANNO RIMUOVERMI CON LA FORZA”

1. GLI STRUZZI DEL PRIMO MAGGIO
Beppe Grillo sul suo blog, www.beppegrillo.it

Il primo maggio era la festa dei lavoratori. Ora è la festa dei disoccupati e del concertone a Roma. C'erano un tempo "panem et circences", sono rimasti i circences, ma solo una volta all'anno con in tribuna, al posto di Caligola o Diocleziano, i reggenti della Triplice Sindacale. Chiude un'azienda al minuto, la disoccupazione giovanile "ufficiale" ha raggiunto il 38,4%. L'Italia è diventata una Nazione di cassintegrati, esodati, disoccupati, precari e emigranti.

In passato erano i ragazzi del Sud a emigrare al Nord, a Milano, Torino, Bologna. Adesso i ragazzi del Sud e del Nord emigrano insieme all'estero. Laureati, diplomati. E' un travaso di sangue, di intelligenze. L'Italia è la seconda nazione europea per numero di emigrati dopo la Romania. Il Paese si regge sul nulla. Chiacchiere e inciucio. Il gettito fiscale e Irpef sta crollando per la scomparsa di aziende e lavoratori dipendenti. Il traffico su strada è diminuito in un anno del 34%, gli autogrill sono deserti.

L'Italia si sta fermando come una grande macchina colpita dalla ruggine, un componente dopo l'altro, fino all'immobilità. Quattro milioni di dipendenti pubblici, 19 milioni di pensionati, mezzo milione di persone che vive di politica sono insostenibili per un Paese senza sviluppo da 15 anni, con un Pil in discesa libera ben prima della crisi del 2008. Festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, dei sindacati complici, dei "prenditori" di appalti pubblici di Confindustria, dei partiti che hanno occupato lo Stato.

E' la celebrazione di Caporetto e dell'otto settembre a reti unificate. Capitan findus Letta promette tagli e ritagli senza alcuna copertura economica e in piazza si balla mentre la cassa integrazione sta finendo. Un'allegria di un giorno che ha il profumo forte e rancido del 2 novembre dei lavoratori. La Cgil ha detto che "è un fatto positivo" che il Nipote di suo Zio abbia "toccato molti punti che sono stati sollevati anche dai sindacati", ciò denota "sensibilità e attenzione all'ascolto". Prosit.


2. ANDARE DA BARBARA D'URSO È UNA PUNIZIONE SUFFICIENTE
Michele Serra per "la Repubblica"

Andare in tivù da Barbara d'Urso è già una tale punizione che ogni ulteriore sanzione va intesa come crudele accanimento. Detto questo, il processo web contro il senatore Mastrangelo è, da parte dei Cinque Stelle, disastroso da qualunque punto di vista lo si guardi. Intanto perché comprime le libertà individuali in favore di "regolamenti interni", come nei peggiori partitoni centralisti del passato.

Poi perché mette in cattiva luce anche la vittima, con la quale si stenta a solidarizzare: chi accetta di far parte di strutture chiuse, non ha il diritto di lamentarsi quando la struttura si conferma tale. Infine perché sottolinea una volta di più un impaccio nel rapporto con i media che per un movimento così mediatico, così interconnesso, è penoso e paradossale.

Non è in questione l'idea - motivatissima - che l'informazione sia in larga parte deformante, o banalmente di cattiva qualità. (Lo è per tutti, democraticamente). È in questione l'idea, sconcertante, che a quelle deformazioni, a quella bassa qualità, si possa rimediare rinchiudendosi nella propria conventicola.

I problemi, soprattutto quando si fa attività pubblica, si affrontano a viso aperto: prendano esempio, i Cinque Stelle, da come l'ottimo deputato Di Battista ha affrontato un'inviata di Ballarò. Con buoni argomenti e nervi saldi, l'intelligenza vince sempre.


3. MASTRANGELI: "COME IN COREA DEL NORD. DOVRANNO RIMUOVERMI FISICAMENTE"
Dal "Foglio"

(...) Intanto i Cinque stelle, alla prova dell'opposizione e con l'angoscia dell'irrilevanza (scongelarsi o scongelarsi solo a metà?, questo è il problema) si autolodano sul blog di Grillo per gli interventi in Aula contro "gli inciuciatori ventennali", fanno passare come fossero normali le suddette parole di Andrea Cecconi su Preiti e mettono in scena l'ultimo atto del tragicomico "processo" a Marino Mastrangeli, il senatore reo di aver partecipato a troppe trasmissioni tv, seppure sotto forma di intervista singola (il divieto erano solo i "talk-show", dice lui; "hai trasgredito comunque", dicono gli altri).

Dopo dibatti- mento in assemblea congiunta deputati-senatori, qualche giorno fa, con citazioni di Rudolf Steiner (l'alunno indisciplinato va inglobato nel gruppo) e stroncature (ci fai fare figuracce), Mastrangeli era stato dato in pasto alla rete. Ieri la votazione online, corredata di commenti-linciaggio contro il "doppiogiochista" (ma anche contro le strane "votazioni a tempo" e in orario d'ufficio).

Il risultato - stavolta subito comunicato e senza incursioni hacker - è netto: dei 19.341, l'88,8 per cento ha votato per l'espulsione. Lui, Mastrangeli, al grido di "Come in Corea del nord", minaccia inamovibilità ("dovranno rimuovermi fisicamente") e promette di passare al gruppo misto in quota "minoranza a Cinque stelle". Sottobanco, resta la questione economica: ora Mastrangeli si terrà tutti i soldi, dicono alcuni colleghi; non vorremmo restituire troppo del nostro stipendio, dicono altri, mentre dalla Casaleggio Associati giungono suggerimenti (dare il surplus ad associazioni di volontariato?). E c'è anche chi invoca la clausola "di coscienza" (pur sempre di mobilia si tratta).

 

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