1. PER IL LAVORO EGREGIO SVOLTO SULLA NON-VIGILANZA AL MONTE DEI PASCHI LETTA E NAPOLITANO HANNO CHIAMATO GLI STESSI PROTAGONISTI A GESTIRE LE FINANZE PUBBLICHE! 2. IL DIRETTORE GENERALE DI BANKITALIA, LEGATISSIMO A MARIO DRAGHI, FABRIZIO SACCOMANNI È STATO PROMOSSO A MINISTRO DELLE FINANZE E COME RAGIONIERE GENERALE È STATO NOMINATO UN SUO FEDELISSIMO, ANCH’EGLI DI BANKITALIA DANIELE FRANCO 3. VISTO CHE SI TROVANO SUL LUOGO DEL DELITTO, POSSONO LOR SIGNORI CONTROLLARE DELLA VERIDICITÀ DEI CONTI DELLO STATO SE, COME SI MORMORA NELLE STANZE PIÙ SEGRETE DELLE GRANDI BANCHE D’AFFARI L’ITALIA, DAL 1994 AL 1997 (DIRETTORE GENERALE DEL TESORO DRAGHI) HA SOTTOSCRITTO DERIVATI PER CENTO MILIARDI DI EURO CHE LE HANNO CONSENTITO DI ENTRARE NEI PARAMETRI PER L’ADESIONE ALL’EURO?

Superbonus per Dagospia

Nel 2008 avevo messo al corrente la magistratura milanese di quello che nelle sale cambi era una voce diffusa e cioè che all'interno del Monte dei Paschi agiva una combriccola che operava a danno della banca. L'inchiesta era partita dalla Svizzera dove i magistrati si erano insospettiti degli enormi flussi di denaro intermediati da società pressoché sconosciute.

L'inchiesta denominata Lutifin si è conclusa con 18 rinvii a giudizio, gli inquirenti, come da prassi, hanno avvisato Bankitalia anche perché non avrebbero potuto svolgere le necessarie verifiche senza la sua collaborazione. Dal 2008 al 2012 i vertici della Banca Centrale italiana hanno ignorato ogni segnalazione, hanno ignorato il rapporto ispettivo dei propri organi di vigilanza ed hanno segretamente prestato 2,7 miliardi di euro ad una banca sull'orlo del fallimento.

In seguito hanno convinto il Governo Monti ad erogare 4 miliardi di euro di soldi pubblici alla stessa banca e le hanno consentito di contabilizzare in maniera alquanto bizzarra 1,8 miliardi di derivati.

In base a questo egregio curriculum il Direttore Generale di Bankitalia, nonché legatissimo a Mario Draghi, è stato promosso a Ministro delle Finanze ed a controllore dei conti pubblici come Ragioniere Generale è stato nominato un suo fedelissimo, anch'egli di Bankitalia Daniele Franco.

Entrambi ora hanno i pieni poteri per verificare la consistenza e la veridicità dei conti dello Stato ed in particolare se, come si mormora nelle stanze più segrete delle grandi banche d'affari l'Italia, dal 1994 al 1997 (Direttore Generale del Tesoro Draghi) ha sottoscritto derivati per cento miliardi di euro che le hanno consentito di entrare nei parametri per l'adesione all'Euro. (http://www.nytimes.com/2010/02/14/business/global/14debt.html?pagewanted=all&_r=0)

Si dice anche che l'attuale Direttore Generale del Tesoro Vincenzo La Via sia stato molto attivo negli ultimi anni a ristrutturare miliardi di swap ed opzioni su swap nel tentativo di cancellare le tracce dei derivati contratti dai suoi illustri predecessori. Il problema è che i contratti si possono modificare ma le perdite restano e sarebbero state "spalmate" sugli esercizi successivi a partire dal 2014.

In sostanza il Tesoro italiano dal 1994 e negli anni successivi si sarebbe comportato ne più ne meno come il Monte dei Paschi sotto lo sguardo e la benevolenza di Bankitalia. Ora Letta e Napolitano chiamano gli stessi protagonisti a gestire le finanze pubbliche, eppure il presidente della Commissione Bilancio della Camera, e lettiano di ferro, Francesco Boccia aveva promesso fuoco e fiamme per fare luce sul reale stato del libro di derivati del MEF ma fino ad ora niente si muove.

Ancora più inquietante è la voce che continua a circolare nella City di Londra secondo cui il derivato che è costato 2,7 miliardi al governo italiano nel 2012 (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/20/derivato-bomba-la-vera-storia-del-buco-al-tesoro/198052/) sia solo uno di tre contratti gemelli chiusi conclusi dallo stesso La Via nel 1994 quando transitava al Tesoro.

La tesi ufficiale è che si tratti di "derivati di copertura" ma chi ha visto i contratti dice che la giustificazione non regge dal punto di vista matematico perché lo Stato Italiano avrebbe incassato dei sostanziosi benefici al momento della chiusura dei contratti per poi doverli pagare, con gli interessi, nel futuro.

Se così fosse i contratti potrebbero essere invalidati visto che creano un indebitamento non approvato dal Parlamento e quindi chi gli ha sottoscritti non aveva i poteri per farlo.
Potremmo quindi scoprire di star pagando un conto salatissimo solo per proteggere la reputazione di chi ha contratto debiti in nome dello stato senza averne i poteri.

Perché Saccomanni non ci toglie questo dubbio una volta per tutte e trasmette alla commissioni bilancio tutti i contratti derivati in essere del Governo Italiano?

 

 

Antonio RizzoMARIO DRAGHI daniele francoVincenzo La ViaSACCOMANNI IN RITIROLETTA E napolitano

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."