- 1- PROPRIO NEL GIORNO IN CUI LA FINOCCHIARO PAVENTA UN COMPLOTTONE BERLUSCONE (“UN SERVIZIO FOTOGRAFICO COMPLETO PUBBLICATO DAL SETTIMANALE ‘’CHI’’, EVIDENTEMENTE NON FRUTTO DI SCATTI RAPITI O CASUALI…”), SIGNORINI SI SPARA IL FOTTO-SERVIZIO COMPLETO CON LA SCORTA “IN-COLF-ATA” E LE OPINIONI DI TRAVAGLIO E FRECCERO - 2- FRECCERO: “QUELLA FOTO È UN OSSIMORO, IL CONSUMO DEMOCRATICO CON I TRE CAMERIERI. SE LA FINOCCHIARO FOSSE ANDATA DA BULGARI, SAREBBE STATO NORMALE. QUI È COME DIRE: “IO SONO DEL CENTROSINISTRA, MA CON LE GUARDIE”. ED È COME SE L’IKEA DIVENTASSE UNA BOUTIQUE. SE FOSSE STATA DA SOLA, AVREMMO PENSATO A MICHELLE OBAMA O A KATE MIDDLETON CHE SI FANNO RITRARRE AL SUPERMERCATO PER DIMOSTRARE DI ESSERE PERSONE COMUNI” - 3- TRAVAGLIO: “IL PROBLEMA È CHE L’IMMAGINE DIMOSTRA L’INUTILITÀ DELLA SCORTA: SE CI FOSSE UN PERICOLO, GLI AGENTI AVREBBERO LE MANI IMPEGNATE DALLE PENTOLE E NON POTREBBERO FRONTEGGIARLO, SONO RILASSATI E CONSAPEVOLI DELLA LORO INUTILITÀ” -

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Valerio Palmieri per Chi, in edicola domani

Prima di lei, sullo scorso numero di "Chi", c'era un'intervista a Giulio Tremonti, che si proponeva come leader, e, poco dopo, Rosi Mauro, che attaccava Roberto Maroni. Ma, ad attirare l'attenzione dei maggiori quotidiani, oltre a quella degli opinion leader del web, sono state le tre pagine, nelle quali Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, faceva acquisti all'Ikea aiutata dagli uomini della scorta.

chi-finocchiaro-ikeachi-finocchiaro-ikea

Nessun commento allusivo da parte nostra, solo un titolo didascalico con una timida congiunzione avversativa ("All'Ikea... ma con la scorta") per accompagnare un'immagine che racchiudeva due simboli contrastanti: la spesa low-cost e le guardie del corpo.

FINOCCHIARO ALL'IKEAFINOCCHIARO ALL'IKEA

Il dibattito si è subito scatenato: abuso degli uomini della "squadra mobili" o semplice galanteria? La diretta interessata ha precisato che la scorta le è stata assegnata per ragioni che non può rendere note e che la stessa è obbligata a seguirla in tutti i suoi spostamenti, anche all'Ikea. «Se le persone che portano la spesa della Finocchiaro erano uomini della sua scorta, e quello che vediamo è un atteggiamento di servilismo, la cosa non mi piace proprio», spiega Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della sera e autore con Gian Antonio Stella del libro cult La casta.

«Se, invece, è stato solo un gesto di gentilezza da cavaliere, allora non mi turba più di tanto. In generale le scorte non dovrebbero esserci, perché, spesso, non servono a tutelare lo scortato, ma a dargli uno status. Non so se, nel caso della Finocchiaro, ci siano rischi effettivi, lei è capogruppo e credo sia un ex magistrato, ma, in linea di massima, le scorte non mi piacciono per niente e devono essere limitate ai casi di pericolo vero. Spesso, nei Comitati per l'ordine e la sicurezza, quando c'è un dubbio, si assegna la scorta perché "è meglio non rischiare". Tra i compiti della sicurezza, in ogni caso, non penso rientri quello di svolgere mansioni quotidiane. Preferisco pensare, questa volta, che si tratti di un gesto di cortesia, mettiamola così».

FINOCCHIARO ALL'IKEAFINOCCHIARO ALL'IKEA

Si sofferma sull'immagine il direttore di Rai4, Carlo Freccero: «La Finocchiaro che va all'Ikea compie un gesto da "non casta", l'Ikea è il simbolo dell'arredamento per tutte le tasche e la sua presenza in quel luogo la fa diventare molto umana. Il paradosso è che ci sono questi uomini che, in qualche modo, la accompagnano: perché devono esserci? Che senso hanno? Se fosse stata da sola, avremmo pensato a Michelle Obama o a Kate Middleton che si fanno ritrarre al supermercato per dimostrare di essere persone comuni. Ma qui ci sono le guardie del corpo, che si trasformano in commessi. E si vede la loro inutilità in un momento in cui la polizia non ha nemmeno i soldi per la benzina delle macchine.

SENZA PAROLESENZA PAROLE

Questo scatena reazioni anticasta e l'immagine dà un senso di smarrimento. La foto è molto forte, perché, a una prima lettura, la Finocchiaro appare una donna normale, in un luogo popolare, ma poi notiamo questi uomini che tirano il carrello e l'immagine secondaria prevale: se la prima lettura è uccisa dalla seconda, vuole dire che la seconda è fortissima. Quella foto è un ossimoro, il consumo democratico con i tre camerieri. Se la Finocchiaro fosse andata da Bulgari, sarebbe stato normale. Qui è come dire: "Io sono del centrosinistra, ma con le guardie". Ed è come se l'Ikea diventasse una boutique».

Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto quotidiano: «In sé è ovvio che, se una persona ha la scorta, gli uomini che ne fanno parte diventano per lei una famiglia allargata ed è normale che le diano una mano a fare la spesa. Il problema è che l'immagine dimostra l'inutilità della scorta: se ci fosse un pericolo, gli agenti avrebbero le mani impegnate dalle pentole e non potrebbero fronteggiarlo, sono rilassati e consapevoli della loro inutilità.

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Non so perché questa signora abbia la scorta, così come non so perché ce l'abbia ogni genere di politico, perché ce l'abbiano anche i giornalisti, bisognerebbe dare un taglio a queste scorte che, richieste o subite, saranno il frutto di una risposta a una minaccia, anche se penso che, in questo momento, le peggiori minacce ai politici arrivino proprio dagli elettori. La scorta non ce l'hanno magistrati in servizio, figurarsi chi lo ha fatto negli Anni 80. Può darsi che la Finocchiaro abbia subito minacce gravissime e segrete o che ci sia qualche informativa che la indica come bersaglio a rischio, ma, se così fosse, non mi pare che l'atteggiamento degli uomini di scorta sia di grande allerta».

 

 

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