1. RENZI CHE IN TV SI RICORDA IMPROVVISAMENTE CHE BEPPE GRILLO HA UNA CONDANNA PER OMICIDIO COLPOSO (UN INCIDENTE STRADALE, NON ESATTAMENTE UN REATO DA COLLETTI BIANCHI) E GLI DÀ DEL “PREGIUDICATO” È IL SEGNO DI QUANTO L’IDOLO DELLO SCARPARO BOSCHI ABBIA PAURA DI VEDER SFUMARE LA VITTORIA DEL PD ALLE PROSSIME EUROPEE 2. LA NUOVA TANGENTOPOLI, CHE COINVOLGE NON SOLO L’EXPO, MA ANCHE LA SANITÀ E ALCUNE SOCIETÀ PUBBLICHE, PUÒ COLPIRE NON SOLO FORZA ITALIA, NCD E LEGA, MA ANCHE IL PD 3. PITTIBIMBO CON I GIRI (RI)EMERSI IERI NELLE CARTE DELL’INCHIESTA MILANESE C’ENTRA DAVVERO POCO. PERÒ CE LI HA NEL PARTITO E CE LI HA NEL GOVERNO, DOVE COMPAGNIA DELLE OPERE (LUPI) E COOP ROSSE (POLETTI) SONO BEN RAPPRESENTATE E TUTELATE 4. CHE OGGI L’IDOLO DI MADONNINA BOSCHI DIA DEL “PREGIUDICATO” A GRILLO È ASSAI INDICATIVO. TENTA GOFFAMENTE DI CHIUDERE LA BOCCA SULLA QUESTIONE MORALE AL LEADER DEL SECONDO PARTITO, CHE A QUESTO PUNTO INVECE HA LA STRADA SPIANATA

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - UNA TRANQUILLA CAMPAGNA DI PAURA
Renzie che in tv si ricorda improvvisamente che Beppe Grillo ha una condanna per omicidio colposo (un incidente stradale, non esattamente un reato da colletti bianchi) e gli dà del "pregiudicato" è il segno di quanto il premier abbia paura di veder sfumare la vittoria del Pd alle prossime Europee.

La nuova Tangentopoli che emerge da Milano, e coinvolge non solo l'Expo, ma anche la sanità e alcune società pubbliche, può colpire non solo Forza Italia, Ncd e Lega, ma anche il Pd. Non il "suo" Pd, perché dalle prime mosse delle inchieste emerge un gruppo di potere che nasce dal vecchio Pci-Pds e passa dalle cooperative rosse, tutta gente che contro Renzie e la sua rottamazione interna ha lottato fino alla morte. Ma comunque quel Pd sul quale la faccia la metterà lui, il 25 maggio. E forse è proprio questo che lo fa ancora più imbestialire.

Pittibimbo con i giri (ri)emersi ieri nelle carte dell'inchiesta milanese c'entra davvero poco. Però ce li ha nel partito e ce li ha nel governo, dove Compagnia delle Opere e cooperative rosse sono ben rappresentate e tutelate.

Che oggi Renzie dia del "pregiudicato" a Grillo è assai indicativo. Tenta goffamente di chiudere la bocca sulla questione morale al leader del secondo partito, che a questo punto invece ha la strada spianata.

Se l'elettorato piddino, renziano e non, prova a chiudere gli occhi e torna indietro alla scorsa primavera, può provare a rimuovere l'incubo della seconda elezione di Napolitano, del governissimo di Lettanipote, della staffetta sanguinosa con Renzie. Se il Pd si fosse sforzato veramente di trovare un accordo a sinistra - invece sfanculò subito Vendola perché non vedeva l'ora di sostituirlo con Lupi - e con Grillo, oggi il partito non si troverebbe in questa situazione paradossale.

Il paradosso di poter sventolare Renzie come una novità, a questo punto abbastanza di facciata, ma di avere tutto intorno i soliti vecchi giri, sia per fare le riforme (con un pregiudicato) sia per spartirsi i ministeri.

2 - LA CUPOLA POLITICA DEGLI AFFARI, TRA EXPO E SANITA'
Il primo sfoglio di tutti i giornaloni è naturalmente dedicato alla nuova inchiesta milanese. Sulla Stampa, "Rispunta Tangentopoli a Milano. Sette arresti per l'Expo 2015". Ancora nei guai Frigerio, il Compagno "G" Greganti e Luigi Grillo. Paolo Colonnello racconta bene "Le larghe intese degli affari. I contatti tra la ‘squadra' e i politici. Dalle coop al biglietto per Lupi. "Ho mandato un biglietto a Maroni per scatenarlo sulle Vie d'Acqua'. I contatti con Previti e la cena a casa di Silvio. Il costruttore Maltauro (arrestato) ha avuto un lavoro grossissimo con la Sogin, ha iniziato a pagare a Natale" (pp. 2-3).

"Filmati gli scambi di buste con i contanti. ‘Ho qui la cassetta di munizioni'. I soldi erano così tanti che era stata valutata l'ipotesi di portarli in un caveau svizzero. I sospetti sulla gara da 323 milioni per la Città della salute. Il manager Angelo Paris: ‘Ti do tutto quello che vuoi, desidero essere tranquillo per i prossimi sette anni" (Corriere, p. 3). Il Messaggero mette l'accento sull'ampiezza delle coperture politiche: "Accordi per coprire tutti i partiti. ‘E alla sinistra pensa Greganti'. Nelle intercettazioni gli scambi di soldi e le trattative sulle nomine nelle società" (p. 3).

Spazio buonumore grazie a Repubblica: "Così l'Expo è a rischio. Sala: ‘Mi hanno tradito, ora 5 giorni per salvarla, pronti a cambiare tutto'. Il commissario: ‘Obbligato a riflettere'. Il ministro Martina: ‘Martedì viene Renzi'. A un anno dall'inaugurazione la tentazione delle dimissioni. Poi gli attestati di fiducia di Pisapia, Maroni e del governo" (p. 6).

3 - NO, LA SUPERLOGGIA ESTERA NO!
Si ricaccia nei guai anche Sciaboletta Scajola: "Favori e soldi per la fuga di Matacena'. L'Antimafia va ad arrestare Scajola. Coinvolte altre sette persone nell'inchiesta sulla latitanza dell'ex onorevole di Forza Italia. La rete per portarlo da Dubai in Libano. Verifiche partite dall'indagine sui fondi della Lega" (Corriere, p. 8). Il racconto dell'arresto di Sciaboletta sul Messaggero ("L'ultima cena in albergo in compagnia di una donna", p. 4).

Su Repubblica, un po' di stralci dell'ordinanza di custodia cautelare: "Ciccia, lo porto a Beirut, c'ho lavorato grosso' e spunta la superloggia". ‘C'è un complesso sistema criminale, in gran parte di natura occulta e operante anche in territorio estero" (p. 8). Anche la Stampa sottolinea in un sommario: "I pm sospettano l'esistenza di un'associazione segreta" (p. 6).

A leggere le carte, gli arrestati sembrano parecchio nei guai. Forse la solita storia della "Superloggia", magari di Montecarlo, questa volta non serve.

4 - LA GRANDE INCREDULITA', OH YES!
Dopo la retata nel giorno di San Vittore, la politica è dunque costretta a fare i conti nuovamente con la variabile "giustizia". Sul fronte di Arcore, "La paura di Berlusconi. ‘Con l'aria che tira anche io andrò in galera'. L'attacco alla Boccassini: ‘Mi vuole fare del male'. Da oggi ai servizi sociali, a Cesano la stampa mondiale" (Repubblica, p. 15). Ancora l'ex Cavaliere sul Corriere: "Berlusconi: è un'escalation che porta i voti ai 5 Stelle" (p. 10).

In tensione anche Pittibimbo, che tenta di fare campagna normalmente: "Renzi scommette sul 2018. ‘Basta con i sogni piccolini'. E su Grillo: un pregiudicato. ‘Nei prossimi 10 anni l'occupazione può salire del 30%" (Corriere, p. 11). Ma la Stampa racconta: "Renzi: vado a Milano, non farò finta di niente. Lupi sale al Quirinale. Il premier: vicenda tipica della palude da cui uscire. Il Movimento 5 Stelle: tangentopoli da larghe intese" (p. 5)
Un vero peccato, proprio adesso che, secondo l'ultimo sondaggio Demos per Repubblica, "Renzi porta il Pd al 33%, Grillo sotto di dieci punti e Forza Italia tracolla" (p. 18).

Su Repubblica, Antonio Di Pietro non perde l'occasione per fare un po' di demagogia a buon mercato e spara: "Bisogna fare un Daspo della politica e allontanare per sempre chi si macchia dei reati. Via i recidivi della mazzetta, anche per il sistema delle imprese, che devono avere dei vantaggi a essere oneste" (p. 4). Sì, vantaggi tipo, magari, non essere pagate a 600 giorni.

Michele Emiliano, dopo la delusione dell'esclusione come capolista alle elezioni, sceglie il giorno migliore per lanciare avvertimenti al premier: "Basta con Forza Italia: accordiamoci con M5S. O voto. Stiamo in braccio a B. e così avremo un brutto risultato alle Europee. Soprattutto al Sud, dove Grillo è fortissimo. Dobbiamo cambiare subito" (Cetriolo Quotidiano, p. 8).

5 - GIORNALISMO A SEI ZAMPE
"Eni, saltano i requisiti di onorabilità", titola indignata Repubblica (p. 32). "Respinta dall'assemblea la clausola prevista dall'ex ministro del Tesoro, Saccomanni, e auspicata dal premier Renzi. Ha pesato il voto dei fondi esteri. L'ultima vittoria per l'ad uscente Scaroni che lascia dopo nove anni". Sulla Stampa però si scopre che il futuro di Scaroni non sarebbe la pensione, ma un posto in Europa o addirittura a Palazzo Chigi con Renzie come suo superconsulente per l'energia (p. 22).

6 - FREE MARCHETT
Imperdibile santino di Repubblica per il capo del personale di Intesa Sanpaolo, Francesco Micheli, storico braccio destro di AirOne Passera: "Il top manager dà l'esempio. Lascerà Intesa con i dirigenti pre-pensionati. La mossa simbolica di Micheli, direttore delle Risorse umane. Bazoli: ricambio generazionale" (p. 30). C'è anche spazio per la comicità involontaria.

7 - LA BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO
No, no, il signor direttore è sempre al suo posto. Ieri assemblea degli azionisti Rcs e Rotolone Scott Jovane ha dovuto rispondere a domande su Ferruccio de Bortoli: "La nomina e la revoca del direttore del Corriere sono di competenza esclusiva del consiglio, non solo del sottoscritto, e tale tema non è stato mai posto in discussione nell'ambito del cda".

Ma davvero don Flebuccio non ha già pronti gli scatoloni? Ancora Scott: "Non mi risulta" (Corriere, p. 47). Oh, se non risulta, non risulta.

8 - MA FACCE RIDE!
Sole, pagina 29: "Marchionne e Elkann comprano azioni. Quartier generale a Londra". A guardare l'andamento del titolo, sono rimasti solo loro due a farlo. Dall'estero, però.

9 - IL SOTTO-MARINO CHE NON T'ASPETTI
Aggiornamento del Cetriolo Quotidiano sulla battaglia dell'acqua romana: "Marino divorzia dal Pd, ma su Acea ha vinto lui. Il partito romano è ormai all'opposizione del sindaco. Che però incassa i nomi che voleva in cda grazie a un patto con Renzi, Letta e Caltagirone. Nuovo Cencelli: i cinque candidati al vertice della società sono tutti vicini ai leader nazionali: dal premier al suo predecessore, fino ad Angelino Alfano" (p. 11).

10 - ULTIME DA UN POST PAESE
A Roma un uomo di 53 anni si è ucciso perché terrorizzato all'idea di finire sui giornali nello scandalo delle baby squillo dei Parioli. "Tecnico dell'Enea si impicca in ufficio: nelle lettere alla famiglia si parla dell'indagine sui clienti. A un amico aveva confidato di essere andato nell'appartamento dei Parioli. Ma non era tra gli identificati. Dal giorno degli arresti, lo scorso ottobre, era ossessionato dall'idea di poter essere coinvolto. Nelle missive negava di avere avuto rapporti con le ragazze coinvolte nello scandalo" (Repubblica, p. 27).

 

 

RENZI E GRILLO a b a e db d dbecd f grillo RENZI E NAPOLITANOnapolitano renzi GREGANTI php jpegLUIGI GRILLO IGNAZIO VISCO resize Mario Mauro e Maurizio Lupi BOBO MARONI E ISABELLA VOTINO ANGELO PARISSCAJOLAberlusconi-boccassini-stretta-di-manoANTONIO DI PIETROLATORRE PIGLIA A SCHIAFFI MICHELE EMILIANOPaolo Scaroni GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…