rohani netanyahu

L'IRAN NON PERDE NÉ IL PELO NÉ IL VIZIO: ''SIAMO IMPAZIENTI DI DISTRUGGERE ISRAELE''. ORA CHE GLI STATI UNITI ANNUNCIANO IL RITIRO DALLA SIRIA, I REGIMI MEDIORIENTALI RITIRANO SU LE PENNE - NETANYAHU RINGALLUZZITO: ''NON POSSIAMO IGNORARE LE MINACCE DI TEHERAN'', ALL'INDOMANI DEI BOMBARDAMENTI ORDINATI IN SIRIA - LA MOGHERINI AMATA DAGLI AYATOLLAH OVVIAMENTE NON PARTECIPERÀ AL VERTICE ANTI-IRAN VOLUTO DA TRUMP IN POLONIA: ''SARÒ CON L'UNIONE AFRICANA''

  1. IRAN:CAPO AERONAUTICA, IMPAZIENTI DI ELIMINERE ISRAELE

aziz nasirzadeh aeronautica iraniana

 (ANSA) - L'Iran è "impaziente di combattere il regime sionista", cioè Israele, ed "eliminarlo dalla Terra". Lo ha affermato oggi il comandante dell'aeronautica di Teheran, generale Aziz Nasirzadeh, dopo gli attacchi aerei di Israele in Siria diretti contro installazioni militari iraniane. Lo riferisce la televisione di Stato.

 

Le giovani generazioni iraniane si stanno addestrando per "il giorno promesso", ha aggiunto il generale, riferendosi evidentemente ad un presunto scontro aperto con Israele. "Assicuriamo il popolo iraniano - ha aggiunto Nasirzadeh - che siamo pronti a rispondere ad ogni minaccia e che i nemici non oseranno invadere il territorio dell'Iran".

 

  1. NETANYAHU, NON POSSIAMO IGNORARE MINACCE DELL'IRAN

medioriente

(ANSAmed) - "Non possiamo ignorare le esplicite dichiarazioni di Teheran sulla sua intenzione di distruggerci così come sostenuto dal comandante dell'aviazione iraniana". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu per il quale Israele non può soprassedere anche "agli atti di aggressione dell'Iran e ai suo tentativi di rafforzarsi militarmente in Siria". "Chi cerca di colpirci, noi lo colpiamo. Chi minaccia di distruggerci - ha concluso - subirà le conseguenze".

 

 

  1. MOGHERINI NON PARTECIPA A CONFERENZA VARSAVIA VOLUTA DA USA

rohani mogherini

 (ANSA) - L'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini non parteciperà alla conferenza dei ministri degli Esteri sull'Iran, organizzata dagli Usa, a Varsavia, il 13-14 febbraio. "In quei giorni sarò al summit dell'Unione africana (Ua) ad Addis Abeba, pianificato già da tempo, e poi ho alcune visite nel Corno d'Africa", ha spiegato Mogherini rispondendo alle domande dei giornalisti. Le autorità iraniane già al momento dell'annuncio del Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, avevano definito l'iniziativa "un disperato circo anti-Iran".

 

 

  1. IRAN-ISRAELE, IN SIRIA I NODI ARRIVANO AL PETTINE

 (di Lorenzo Trombetta) (ANSAmed) - E' sempre più calda la guerra tra Iran e Israele in Medio Oriente. E coinvolge direttamente e indirettamente diversi attori locali e stranieri, inclusi Russia e Stati Uniti. Solo un mese fa, gli Usa hanno annunciato di volersi ritirare dalla Siria, alterando forse gli equilibri e accelerando la dinamica del conflitto. Il botta e risposta delle ultime ore tra lo Stato ebraico e la Repubblica islamica è per alcuni aspetti senza precedenti, ed evidenzia come i nodi dello scontro tra i due giganti regionali stiano ora venendo al pettine.

attacchi israeliani in siria

 

Anche perché per la seconda volta in pochi giorni le truppe americane nel nord e nell'est della Siria sono state colpite da attentati suicidi. Nell'attacco odierno nell'est della Siria sono morti cinque miliziani curdi, mentre tra gli americani ci sarebbero solo due feriti. Nell'attentato dei giorni scorsi, ben 16 persone erano rimaste uccise, tra cui quattro americani. Per i raid di ieri, Israele ha ammesso subito e in maniera ufficiale la paternità dei bombardamenti contro presunti depositi di armi iraniani vicino Damasco. Diverse ore dopo missili sono stati sparati dal territorio siriano verso le Alture del Golan.

 

Secondo analisti, lo Stato ebraico ha esplicitamente avvisato l'Iran e il suo alleato russo, radicato nel conflitto a fianco del governo di Damasco, di esser pronta a colpire duro e ripetutamente ogni "trinceramento" dell'Iran nella Siria occidentale. L'Iran ha dal canto suo risposto tramite la Siria, ma non con una reazione immediata della contraerea per abbattere i missili nemici, bensì lanciando diverse ore dopo altri missili indirizzati a obiettivi israeliani.

 

trump netanyahu

Sebbene i media governativi siriani, iraniani e russi abbiano minimizzato l'impatto dei raid israeliani, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che da anni monitora le violenze nel paese e che si avvale di una fitta rete di fonti sul terreno, ha affermato che "il bombardamento israeliano è stato il più massiccio degli ultimi anni". Poche ore prima del raid israeliano, Damasco era stata scossa da un attentato dinamitardo contro una sede dei servizi di sicurezza, apparentemente senza vittime. Ma a Damasco non escludono che ci sia un collegamento tra l'attentato e i raid di Israele.

 

vladimir putin con hassan rohani

E nell'est del paese, le forze curdo-siriane sostenute dalla Coalizione anti-Isis a guida Usa sono oggi avanzate nell'ultima sacca di territorio ancora in mano a circa 500 irriducibili jihadisti. Questi rimangono asserragliati in un fazzoletto di terra continuamente esposto a raid aerei americani a est dell'Eufrate. Mentre nel nord, la Turchia continua a premere sugli Stati Uniti perché cedano loro il controllo militare dell'enclave di Manbij, tra Aleppo e l'Eufrate. Proprio lì dove pochi giorni fa era stato compiuto l'attacco contro la pattuglia Usa, ci sono la polizia militare russa a sostegno delle forze governative, truppe turche in appoggio ad ascari arabo-siriani e milizie curdo-siriane ora più vicine a Mosca che a Washington.

 

putin erdogan rouhani

Nel nord-ovest del paese infine, l'ala siriana di al Qaida ha preso il potere in quasi tutta la regione nord-occidentale di Idlib, dove la Turchia ha un'influenza diretta. Ma Ankara non sembra essere interessata a fermare l'avanzata dei qaidisti, anche se la loro predominanza ora rischia di esporre Idlib a una campagna "antiterrorismo" portata da Damasco e da Mosca.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”