A CHI LA POLTRONA DI PININFARINA? DOPO LA SCOMPARSA DEL SENATORE A VITA, SCATTA LA CACCIA AL SEGGIO VACANTE - IN CORSA TRE GRANDI AMICI DI BELLA NAPOLI: LETTA, MACALUSO E SCALFARI (CHE CON LA SUA CAMPAGNA CONTRO INGROIA SE LO MERITA ECCOME) - PROBABILE CHE RE GIORGIO FACCIA CIRCOLARE NOMI-SPECCHIETTO – COSì MONTANELLI MOTIVò IL SUO NO A COSSIGA: “SONO NATO OUT, E OUT DEVO RESTARE…”

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Marzio Breda per il Corriere della Sera

Il rifiuto - diceva a mo' di premessa - non doveva esser preso «come un segno di spregio o tracotanza». Era invece maturato da un vincolo di fedeltà a se stesso, visto che - spiegava - «parlo e scrivo contro il Palazzo da mezzo secolo e più, e dunque se accettassi chiunque potrebbe rinfacciarmelo». E poi - aggiungeva - la sua riluttanza a farsi «imbrancare» tra i Grandi Papaveri era in fondo il frutto di un'incompatibilità quasi genetica, perché «in questo mondo dove tutti si scannano per ficcarsi in, io sono nato out, e out devo restare... Resto, insomma, per conto mio. Un giornalista e basta. Che guarda, racconta e rimane indipendente».

SCALFARI NAPOLITANOSCALFARI NAPOLITANO SCALFARI E NAPOLITANO ALLA FESTA DEL 2 GIUGNOSCALFARI E NAPOLITANO ALLA FESTA DEL 2 GIUGNO

Così ventuno anni fa Indro Montanelli bloccò con una lettera, prima ancora che la procedura fosse formalizzata, Francesco Cossiga, che voleva nominarlo senatore a vita. Quella rinuncia fu così limpida e coerente che nessuno, neppure tra i suoi più tignosi antipatizzanti (ed erano parecchi), si permise di ironizzarci sopra. Ma chi saprebbe fare una scelta del genere oggi, dopo che la scomparsa di Sergio Pininfarina, il 3 luglio scorso, ha reso disponibile un seggio a Palazzo Madama e rimesso in moto l'intermittente tormentone sul laticlavio di quanti (come recita l'articolo 59 della Costituzione) hanno «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario»?

NAPOLITANO GALAN GIANNI LETTANAPOLITANO GALAN GIANNI LETTA

Chi, fra i candidati che vengono proposti dall'establishment nazionale, preferirebbe tenersi come lui orgogliosamente lontano da uno scranno perpetuo - con relativi onori e ricchi emolumenti - alla nostra Camera Alta? In attesa che la questione entri nell'agenda del capo dello Stato e che filtri la notizia di qualche «pratica» aperta sul Colle, non c'è modo di avere una controprova rispetto all'esemplare passo indietro di Montanelli. Si possono però già azzardare scommesse, mettendo insieme un primo elenco dei potenziali senatori a vita così come emerge da alcune raccomandazioni rimbalzate in queste settimane.

Giorgio Napolitano-Gianni LettaGiorgio Napolitano-Gianni Letta

Ci sono anzitutto due figure di spicco del dibattito pubblico, provenienti da opposte famiglie politiche ed entrambe con un passato da giornalisti. C'è Gianni Letta che, prima di diventare un ascoltato consigliere di Berlusconi (con vocazione da mediatore nei rapporti con i presidenti della Repubblica), è stato per anni direttore de Il Tempo. E, segnalato più o meno alla pari, c'è Emanuele Macaluso, ex dirigente «migliorista» del Pci (la stessa corrente del capo dello Stato), con esperienze al vertice dell'Unità e del Riformista.

EMANUELE MACALUSO FOTO AGF REPUBBLICA jpegEMANUELE MACALUSO FOTO AGF REPUBBLICA jpeg

Una coppia alla quale, stando a certi insistenti boatos delle ultime ore, andrebbe affiancato il nome di Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, con una breve parentesi da parlamentare nel Psi, che da tempo si spende a difesa del Quirinale assediato. Una rosa plausibile, per quanto l'amicizia dei tre con Napolitano potrebbe essere più di ostacolo che di vantaggio, per oggettive ragioni di opportunità. Una terna alla quale sono stati associati altri nomi, con chance molto differenti. Da quello dell'ex capo leghista Umberto Bossi a quello dell'astronoma Margherita Hack.

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La partita è aperta, anche se il Colle, concentrato oggi su ben altri problemi, respinge seccamente ogni rincorsa a indovinare le future scelte. Scelte che in realtà, dovrebbero concentrarsi su un solo candidato, dal momento che Napolitano opterebbe per l'interpretazione più restrittiva della norma in base alla quale può nominare cinque senatori «per merito», senza considerare i senatori «di diritto», cioè gli ex presidenti come Carlo Azeglio Ciampi. Essendocene quattro tutt'ora in carica (Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini, Giulio Andreotti e Mario Monti, onorato con questa carica il 9 novembre 2011), il suo spazio di manovra è drasticamente limitato.

 

 

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