AIR FORCE PINOTTI – PER IL VOLO “DI ADDESTRAMENTO” DELLA MINISTRA SI VA VERSO LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DELLA PROCURA DI ROMA, MA L’ULTIMA PAROLA SPETTA AL TRIBUNALE DEI MINISTRI

Roberta Pinotti sente aria di archiviazione e si fa scudo dietro la Procura di Roma. C’è un fascicolo per danno erariale anche alla procura della Corte dei Conti del Lazio, ma dev’essere ancora assegnato. Già a febbraio “La Gabbia” aveva svelato i giochetti dietro i voli “di addestramento”…

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1 - SUL «VOLO» DELLA PINOTTI IN CAMPO LA CORTE CONTI LEI: È STATO RISPARMIO

Marco Ludovico per il “Sole 24 Ore

 

ROBERTA PINOTTI FA JOGGING ROBERTA PINOTTI FA JOGGING

«C'è una denuncia e si è aperta un'indagine, si aspetta che la magistratura faccia il suo lavoro, quando si sarà concluso ciascuno trarrà le conseguenze». Roberta Pinotti, ministro della Difesa, risponde davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato ad Alessandro Di Battista (M5S). Dice Di Battista: «Gradiremmo che lei ministro ci rispondesse in questa occasione anche dell'utilizzo di un Falcon per farla accompagnare a casa». M5S ha chiesto le dimissioni del ministro della Difesa ma la reazione di Roberta Pinotti - lo dimostra la risposta di ieri - è serena.

 

L'esito del giudizio di tre procure coinvolte - ordinaria, contabile e militare - è particolarmente atteso, visto il valore politico della decisione. La procura guidata da Giuseppe Pignatone - il fascicolo è in mano al pm Roberto Felici - ha tempo 15 giorni per trasmettere gli atti al Tribunale del ministri ipotizzando un'archiviazione o una richiesta a indagare.

ROBERTA PINOTTI ROBERTA PINOTTI

 

Quella regionale del Lazio della Corte dei conti deve decidere l'assegnazione del fascicolo e valutare le eventuali implicazioni contabili. In entrambi i casi i fascicoli sono aperti, per ora, contro ignoti. Nei giorni scorsi la Difesa ha spiegato in una nota che il volo non era di Stato ma addestrativo e l'utilizzo, da parte del ministro, era pienamente legittimo. E infatti non mancano le previsioni - forse ancora premature, ma non improbabili - di chi sostiene che la procura di Roma archivierà.

 

La questione potrebbe essere più complessa davanti alla Corte dei Conti. L'Aeronautica militare, peraltro, ricorda che ha «già provveduto ad adire le autorità giudiziarie competenti a tutela delle proprie ragioni ed immagine. Si evidenzia nuovamente che su queste tipologie di voli addestrativi è previsto l'imbarco di personalità istituzionali al di fuori dell'equipaggio anche al fine di consentire un risparmio di risorse per la Pubblica Amministrazione».

 

 

2. VOLO-TAXI, PINOTTI VAGA: “ATTENDO LA MAGISTRATURA”

Marco Lillo per “il Fatto Quotidiano

 

FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA

La Procura di Roma ieri ha fatto filtrare il suo orientamento sul caso del volo preso dal ministro Pinotti per tornare a Genova il 5 settembre. Il sostituto procuratore Roberto Felici con tutta probabilità iscriverà tra pochi giorni sul registro degli indagati il ministro della difesa per peculato d’uso. Però il passaggio ricevuto dal Falcon 50 dell’Aeronautica decollato quella sera da Ciampino secondo i pm romani non è un reato. L’iscrizione è solo formale, fanno filtrare dalla Procura, perché quel Falcon non è un volo di Stato (soggetto a autorizzazione, che nel caso di specie mancava) ma un volo in missione di addestramento.

 

Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone quindi subito dopo l’iscrizione invierà tutti gli atti al Collegio dei reati ministeriali con la richiesta di archiviare il tutto. Il ministro Pinotti ha gradito l’indiscrezione filtrata dalla Procura e ieri in Parlamento ha potuto rispondere così al deputato Alessandro Di Battista del M5S che, dopo averla denunciata, l’ha stuzzicata con una battuta durante l’audizione sulla minaccia del’ISIS: “C’è una denuncia e si è aperta un’indagine - ha detto la Pinotti facendosi scudo della Procura - si aspetta che la magistratura faccia il suo lavoro, quando si sarà concluso ciascuno trarrà le conseguenze”.

 

FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA FALCON 50 AERONAUTICA ITALIANA

In realtà, anche se il procuratore Pignatone optasse per l’archiviazione la sua richiesta sarà solo un suggerimento al Tribunale dei ministri, unico vero dominus del fascicolo. La richiesta infatti non arriva all’esito delle indagini come nei reati comuni ma a monte. In questo procedimento speciale il ruolo del pm è sostanzialmente quello di ‘consulente’ del collegio dei reati ministeriali. Il pm deve trasmettere le carte ‘omessa ogni indagine’ al collegio con una richiesta che può essere di due tipi: l’archiviazione o l’indicazione di alcuni accertamenti da svolgere.

 

Ieri ipotizzavamo che il procuratore Giuseppe Pignatone suggerisse questa seconda via. Sembrava possibile e anche probabile che proponesse almeno di acquisire i documenti pubblicati dal Fatto e dal Tg7 sul volo incriminato. In particolare la ‘nota del giorno del 306esimo gruppo’ di stanza a Ciampino pubblicata dal Fatto il 26 settembre scorso. Quella nota infatti rivela che quel volo del 5 settembre, oltre alla missione dell’addestramento dei piloti, ne prevedeva una seconda: il Falcon doveva aspettare l’atterraggio dell’Airbus di ritorno da Cardiff con a bordo il ministro prima di decollare per Genova. Ovviamente con il soldato Pinotti a bordo.

Giuseppe Pignatone Giuseppe Pignatone

 

L’uso dei voli di addestramento per trasportare i politici al di fuori dei casi previsti dallo stringente decreto legge del 2011 (che limita l’uso ai presidenti della repubblica, della Consulta e di Camera e Senato) era stato svelato in tempi non sospetti nel febbraio scorso da un’intervista trasmessa nel programma tv ‘La Gabbia’.

 

La giornalista Monica Raucci aveva intervistato un pilota militare sotto garanzia di anonimato che le aveva raccontato: “ci si mette addestramento e con quella parola si dice che quell’aereo e quell’equipaggio non è stato distratto dai suoi compiti istituzionali. I voli di addestramento li ho fatti io e li hanno fatti i miei colleghi”.

 

Ieri mattina sul sito del Giornale è apparso un commento di tale ‘onurb’: “Sono stato ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare e in più circostanze sono stato comandato a eseguire voli addestrativi in concomitanza con l'esigenza di trasporto di qualche papavero”. Il Falcon 50 del 31esimo stormo che ha riportato a casa il ministro è un jet executivemilitare nell’appartenenza ma non nell’apparenza. Con i suoi 9 comodi posti in pelle piace ai politici ma costa un paio di milioni di euro all’anno più 3 mila euro circa per ogni ora di volo.

 

I ministri del centrodestra Roberto Calderoli e Michela Brambilla, sono finiti davanti al Tribunale dei ministri (e poi sono stati salvati dal diniego dell’autorizzazione a procedere del Parlamento) perché avevano chiesto e ottenuto l’autorizzazione di Palazzo Chigi senza che, secondo il Tribunale dei Ministri, ricorressero i presupposti del volo di Stato.

ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Il ministro Pinotti non ha chiesto nulla alla Presidenza del Consiglio e ha approfittato del volo di addestramento. Secondo l’impostazione del procuratore Pignatone, a leggere i giornali almeno, la forma prevale sulla sostanza. Pinotti può volare a casa con lo stesso aereo dei voli di Stato senza rischiare nulla perché l’Aeronautica gentilmente pone il timbro ‘addestramento’ su quel Falcon e lo pone fuori dai radar della presidenza del consiglio.

 

Se passasse questa linea si legittimerebbe la prassi descritta dai piloti anonimi che la Procura potrebbe facilmente identificare, se volesse. Così non sarebbe più la Presidenza del Consiglio a decidere quale politico vola sul Falcon ma l’Aeronautica. Il collegio dei reati ministeriali che deciderà il caso è così composto: il presidente è Luigi Nocella, giudice penale di Frosinone poi ci sono il gip di Roma Flavia Costantini e il giudice penale di Roma Aurora Cantillo. L’ultima parola sul ministro Pinotti e sul volo di addestramento spetterà a loro.

 

 

 

 

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