ALFANOIDI ALLO SBARAGLIO - SUL RIMPASTO DI GOVERNO E SCELTA DI CAMPO (CON O CONTRO RENZI?) NCD RISCHIA DI ESPLODERE - LA DE GIROLAMO HA GIÀ SLOGGIATO, LUPI GUARDA A MARONI E IL PARTITO, SENZA SOLDI, TRASLOCA IN UNA SEDE PIÙ PICCOLA

Come prova del disfacimento viene additata la chiusura della sede del partito in Via in Arcione, sebbene nella realtà si tratti di un trasloco per risparmiare: a fronte di debiti per 900 mila euro, Ncd ha scelto un appartamento più «cheap» in via Poli, dietro Fontana di Trevi…

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angelino alfano 2 angelino alfano 2

Ugo Magri per “la Stampa”

 

Quando si pensa ai guai di Renzi, subito viene in mente la sinistra Pd.

Eppure, c' è un altro fronte della maggioranza cui il premier dovrà prestare attenzione: l' area centrista. Il partito di Alfano (che a Palazzo Madama conta 31 senatori, dunque è decisivo) rischia l' implosione per effetto delle prossime difficili scelte. La più immediata coincide con il rimpasto di governo, parola sufficiente a scatenare appetiti.

 

fabrizio cicchitto angelino alfano (2) fabrizio cicchitto angelino alfano (2)

Tra le poltrone in ballo ve ne sono due, di cui una da ministro, che appartenevano agli alfaniani. I quali, chiaramente, le rivorrebbero indietro. Certi segnali fanno invece ritenere che Renzi userà le due poltrone per tacitare la minoranza Pd. E se proprio dovessero tornare a Ncd, pare difficile che il premier voglia accogliere nel governo la figura più titolata, vale a dire il coordinatore nazionale Quagliariello: Alfano si batte per lui, ma Renzi preferirebbe una ministra, e comunque Quagliariello gli risulta (perlomeno così dicono) troppo autonomo nel giudizio.

 

LUPI E ALFANO LUPI E ALFANO

Se il rimpasto ha già subito rinvii, anche questo è un motivo. Ma l' ora delle decisioni si avvicina, e i «gufi» di Palazzo Madama scommettono che per Ncd finirà con una disfatta.

Scatenando frustrazioni. Spargendo l' idea che Renzi tenga i centristi in poca considerazione, della serie «tanto non vanno da nessuna parte...». Come prova del disfacimento viene additata la chiusura della sede del partito in Via in Arcione, sebbene nella realtà si tratti di un trasloco per risparmiare: a fronte di debiti per 900 mila euro, Ncd ha scelto un appartamento più «cheap» in via Poli, dietro Fontana di Trevi.

 

ALFANO E SCHIFANI ALFANO E SCHIFANI

L' altro passaggio stretto riguarda le prossime Comunali. Da Ncd, Renzi si aspetta una scelta di campo, anzi la esige. Basta alleanze a pelle di leopardo: il Nuovo centrodestra diventi «tout court» di sinistra e cambi nome, se necessario, in attesa di confluire nel listone Pd alle prossime Politiche... A modo suo, Berlusconi contribuisce. Dopo le Regionali attaccò Alfano con un tale carico di rancore da fargli intendere che sulla destra non avrebbe futuro. Sia come sia, dentro Ncd si dà per certo che il titolare dell' Interno abbia preso la decisione: stringere un patto politico vero e leale con Renzi.

 

Su questa scelta, coraggiosa e declinata al futuro, Ncd rischia l' infarto. Lupi (che di Angelino è il fratello gemello) ha tutt' altre idee: non disdegnerebbe di candidarsi sindaco a Milano e crede moltissimo nell' intesa con la Lega e con Maroni. L' ha fatto ribadire dal coordinatore regionale Colucci.

 

angelino alfano angelino alfano

Puntare a sinistra piace a quanti (pochi) verrebbero un domani accolti nelle liste Pd.

La ministra Lorenzin, per esempio, che alla Sanità sta facendo bene e di Renzi ha la stima. Idem Dorina Bianchi, la Chiavaroli, la Scopelliti. Laddove sono certi di non avere speranze quasi tutti i senatori Ncd. Tanto per fare nomi: Formigoni, Giovanardi, Augello, Albertini, Sacconi... Si aggiungano i delusi del futuro rimpasto (la metà di mille).

 

gaetano quagliariello pennarello argento gaetano quagliariello pennarello argento nunzia de girolamo nunzia de girolamo

Il risultato è che il gruppo a Palazzo Madama rischia di andare in briciole. Improbabile un ritorno in massa da Berlusconi, sulle orme della De Girolamo. Più facile che i tanti senza speranza, condannati alla fine dei tonni, scelgano semplicemente di astenersi, di non votare. Di tirarsi indietro per protesta nei momenti clou, come quando si tratterà di votare la nuova Costituzione. Già ora una dozzina di senatori centristi non risponde agli appelli del capogruppo Schifani. Potrebbero diventare parecchi di più.

 

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