E ALL’ESTERO SOLO BOTTE – IL PREMIER SPACCONE FA QUELLO CHE VUOLE IN ITALIA GRAZIE AI NAPO/MATTARELLA E AL MASOCHISMO DEI BERSANI, MA SULLA SCENA INTERNAZIONALE È TUTTA UN’ALTRA MUSICA – SUL CASO DEI DUE MARÒ NON FACCIAMO PROGRESSI E SULL’IMMIGRAZIONE ABBIAMO PRESO UNA BATOSTA DALL’ONU

Fausto Carioti per “Libero Quotidiano

 

Se a questo mondo fossero tutti come Pier Luigi Bersani e Stefano Fassina, il presidente del Consiglio potrebbe campare di prepotenze per il resto dei propri giorni. Più Matteo Renzi si diverte a umiliarli, più i dissidenti del Pd si dannano l’anima per ricevere altre stivalate. Che puntualmente arrivano. Ieri il gioco di bondage, dominazione e sottomissione tra lui e loro ha raggiunto nuove vette di perversione. Loro, disciplinatissimi, sebbene lo scrutinio fosse segreto hanno votato compatti contro le pregiudiziali di costituzionalità poste dalle opposizioni sull’Italicum.

 

renzi mogherini ban ki moon 5renzi mogherini ban ki moon 5

Il risultato è stato un successone per il premier, che ha ottenuto cinque voti in più di quelli di cui teoricamente disponeva (perché poi ci mette del proprio anche il centrodestra, che alla voce «masochismo» non ha nulla da imparare). E siccome la terza narice sta sempre lì, quelli sono subito corsi dal capo in cerca di benevolenza: «Noi abbiamo dimostrato responsabilità, ora si eviti l’errore della questione di fiducia sull’Italicum», ha detto Alfredo D’Attorre, che della sgangherata minoranza piddina è uno dei leader.

 

Non ha avuto il tempo di scandire le ultime sillabe che il premier ha tirato fuori la frusta e l’ha passata a Maria Elena Boschi. Ricevuto il via libera in una riunione lampo a palazzo Chigi, il ministro delle Riforme è corsa in aula a farla schioccare: anche se quelli hanno fatto i bravi, il governo metterà la fiducia sull’Italicum.

 

Cosa che in materia di legge elettorale sarà anche possibile, come si è affrettata a spiegare Laura Boldrini, ma va oltre i confini della decenza. Basita, la bersaniana Barbara Pollastrini (una di quei deputati che nei giorni scorsi Renzi aveva cacciato dalla Commissione Affari Costituzionali, a conferma del fatto che poi ci prendono gusto) ieri sera balbettava: «Uno strappo incomprensibile dopo il voto di stamane. Alla mano tesa si è preferito rispondere erigendo muri». Cinquecento sfumature di Renzi (e non è ancora finita).

renzi mogherini ban ki moon 4renzi mogherini ban ki moon 4

 

Ma in questo mondo non tutti sono come Bersani e Fassina e nessun garante delle istituzioni internazionali copre le spalle a Renzi, come invece Sergio Mattarella sta facendo a Roma. La differenza si vede: il premier che tra le mura amiche le vince tutte continua a non toccare palla e collezionare schiaffi ogni volta in cui è chiamato a giocare in trasferta. Per portare a casa l’Italicum gli basta mostrare i denti ai Cuperlo e alle Bindi, sapendo che al Quirinale c’è chi dorme per lui, ma riportare a casa i due marò è tutt’altra storia.

 

La voce che il governo italiano avesse raggiunto una forma di accordo con le autorità indiane si era nuovamente diffusa nelle scorse settimane, e come le volte precedenti si è rivelata un’illusione: ieri la Corte Suprema di Nuova Delhi ha deciso l’ennesimo rinvio, spostando la discussione della pratica a dopo il primo luglio. Era il 22 febbraio del 2014 quando il presidente del Consiglio, appena insediato, telefonava a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, li assicurava di considerare il loro caso «una priorità» e prometteva il massimo impegno «per arrivare il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva».

renzi ban ki moonrenzi ban ki moon

 

Ma le autorità indiane non sono come i vecchi attrezzi del Pd e le umiliazioni, in questo caso, sono tutte per il governo. Peccato che il gioco avvenga sulla pelle di due militari italiani.

 

Né c’erano dubbi che Ban Ki-Moon fosse fatto di una stoffa molto diversa da quella di Mattarella, ma vederlo ieri, ospite a Roma, smantellare punto per punto la strategia del governo in materia di immigrazione, ha dato comunque la misura di quanto sia scarso il peso del premier sullo scenario internazionale.

 

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, aveva detto che «l’obiettivo è affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano». Per questo, aveva spiegato, «è in corso un negoziato con Onu e Ue». Ecco, ora è ufficiale: il negoziato è andato male. Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite ha detto che «distruggere i barconi non è la strada giusta», perché così facendo si danneggia l’economia dei Paesi che si basano sulla pesca.

mogherini renzi ban ki moon 2mogherini renzi ban ki moon 2

 

Bisogna invece pensare a una «soluzione globale» che affronti «le cause dell'immigrazione»: quando all’Onu parlano così, c’è la certezza che non faranno nulla. E visto che gli immigrati continuano a imbarcarsi verso i nostri lidi, il simpatico diplomatico sudcoreano ha chiesto all’Italia e agli altri Paesi interessati di «creare corridoi umanitari nel Mediterraneo, per assicurare una migrazione regolare». Un modo elegante per dire che dobbiamo prenderceli tutti. Per vedere #lavoltabuona, anche in questo caso, bisognerà attendere.

 salvatore girone Massimiliano Latorre  salvatore girone Massimiliano Latorre Salvatore Girone Massimiliano LatorreSalvatore Girone Massimiliano Latorre

 

Ultimi Dagoreport

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…

ignazio la russa enrico pazzali banche dati spioni spionaggio

FLASH! – CON L’INCHIESTA SUGLI SPIONI DI ''EQUALIZE'' FINITA NELLE SABBIE MOBILI MILANESI, ENRICO PAZZALI È POTUTO TORNARE IN CARICA COME PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA MILANO (DA CUI SI ERA AUTOSOSPESO) - DAVANTI A TALE "SCANDALO", IL CDA DELL’ENTE HA PAURA A REVOCARGLI LE DELEGHE, ANCHE SFRUTTANDO LA SCUSA DEL GARANTISMO. ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DEL POTERE A MILANO DI LA RUSSA, GIÀ GRANDE AMICO DI PAZZALI – PS. SI VOCIFERA CHE IL TIFOSO ‘GNAZIO SIA MOLTO INTERESSATO AI GUAI DELL’INTER, DOPO LA BOMBASTICA INCHIESTA DI “REPORT” SUI CONTI DEI NERAZZURRI…

matteo salvini marine le pen emmanuel macron giorgia meloni

DAGOREPORT - COME DAGO-ANTICIPATO, MACRON E MELONI SI SONO SCAMBIATI IERI SERA A PALAZZO CHIGI IL RAMOSCELLO D’ULIVO. CHI HA AVUTO, HA AVUTO; CHI HA DATO, HA DATO: SCORDIAMOCI IL PASSATO. DEL RESTO, PRIMA DEL VIAGGIO IN ITALIA, MACRON E MATTARELLA HANNO PREPARATO BEN BENE L’INCONTRO DELLA PACE - ALLA FINE, DOPO DUE ORE DI FACCIA A FACCIA, TROVATA LA QUADRA SU UCRAINA, DAZI, TRUMP E SPESE MILITARI, L’UNICO GROSSO PROBLEMA SI E' CONCRETIZZATO NELLA PRESENZA NEL GOVERNO DI SALVINI CHE SIEDE TRA I “PATRIOTI” ORBAN E LE PEN. TANT’È CHE SALVINI STAMATTINA AI SUOI FEDELISSIMI HA COMMENTATO, SECCO: “E’ CADUTA LA GIORGIA”. EVITANDO PERÒ DI AZZARDARE ALCUNA DICHIARAZIONE SULL’INCONTRO DI LADY GIORGIA COL "GUERRAFONDAIO MATTO" DI FRANCIA - CHISSA', SENZA UN SALVINI TRA I PIEDI, FORSE MELONI AVREBBE GIA' COMPIUTO, SE NON UN TRASLOCO, UN AVVICINAMENTO AL PPE, PER LA GIOIA DI URSULA E DI MERZ. E QUANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA HA FATTO PRESENTE IL SUO FARDELLO LEGHISTA, MACRON HA REPLICATO CHE LA SUA ANTAGONISTA MARINE LE PEN NON SARÀ NEL GOVERNO MA HA UN PESO ELETTORALE BEN MAGGIORE DELLA LEGA…