oprah winfrey

AMERICA FATTA A MAGLIE - CERCASI PEZZO DA 90 PER AFFRONTARE IL PUZZONE: OPRAH WINFREY. SE I DEMOCRATICI PENSANO DI BATTERE TRUMP CON UN GOVERNATORE DEL MIDWEST O UN SENATORE CHE PIACE AI GIOVANI, STANNO MESSI MALE - LA STAR DA 3 MILIARDI DI DOLLARI ORA LAVORA COME GIORNALISTA NELLO STORICO PROGRAMMA ’60 MINUTES’ DOVE HA RIUNITO DEMOCRATICI E REPUBBLICANI PER CERCARE UN TERRENO COMUNE (VIDEO): UNA PERFORMANCE PERFETTA PER L’UNICA CHE PUÒ SFIDARE IL PRESIDENTE

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

oprah winfrey trump

 

Cercasi pezzo da 90 per affrontare il puzzone. “Se pensate sul serio che Donald Trump possa essere battuto da uno di quei governatori al secondo mandato di uno stato del midwest con delle ottime idee sulla sanità oppure da un senatore che piace ai giovani, pensateci su bene. L'idea che un politico convenzionale possa differenziarsi da Trump per via della sua serietà, o che uno non convenzionale possa far fuori il populismo di Trump, e’ un'idea folle”.

 

oprah winfrey hillary clinton

A scrivere queste cose di buon senso che sfuggono completamente ai livorosi commentatori con la bava alla bocca è una firma del New York Post, John Podhoretz, che simpatia per Trump non ne ha mai avuta ma non ha prosciutto sugli occhi.

 

Lui però, Podhoretz, un'idea vincente ce l'avrebbe anche se non è il primo a ventilarla, il primo fu come sempre Matt Drudge, che lo scrisse su Drudgereport, e che la detesta ma ne riconosce tutta la potenzialità.

 

oprah winfrey riunisce democratici e repubblicani

Detesta chi? Nelle parole di Podhoretz, “ ti serve una star, una grande star fuori misura e senza paura che Trump non possa né oscurare né intimidire”, ed è lei, la regina dei talk show tv, Oprah Winfrey.

 

La quale si prende l'opinione del famoso giornalista senza scomporsi troppo né smentire, ringrazia via twitter, ormai lo fanno tutti e non si dica che non l'ha imposto Donald Trump, e in realtà si prepara a un eventuale disfida con il suo nuovo incarico di speciale consulente di Sixty minutes, storico programma di approfondimento giornalistico di CBS, incarico già in sé rivelatore di ambizioni ancora non del tutto ammesse.

 

 

 

 

Che cosa ha fatto infatti Oprah nella prima puntata della settimana scorsa? Ha messo insieme 14 cittadini, 7 repubblicani e 7 democratici, all'interno dei quali c' erano repubblicani pro Trump e repubblicani anti Trump, democratici pro Hillary e democratici anti Hillary, l’ha titolato Stati divisi d'America e si è proposta con la sua famosa arietta pedagogica di riunirli di nuovo in armonia.

oprah winfrey dr phil

 

La vita di questa donna famosissima negli Stati Uniti e’ esemplare fino allo stereotipo se vuoi rappresentare le possibilità dell'American dream. Descritta migliaia di volte in oltre 30 anni di carriera, e’ raccontata nei dettagli in una biografia non autorizzata del 2010, e nella sua autobiografia del 2014, What it takes, Quel che ci vuole.

 

oprah winfrey con jenny mccarthy da playboy agli anti vaccinisti

Nera povera del Mississipi, figlia di ragazza madre, cresciuta in promiscuità, violentata da bambina dallo zio e dai cugini, un figlio nato morto a 14 anni, ma già a 32 è una donna ricca e una giornalista affermata, talk show tv, poi canale TV tutto suo, casa editrice, rivista, due film di cui uno ricoperto di Oscar, “Il colore viola”, produttrice di documentari e film, milioni e milioni di telespettatori e copie vendute.

 

oprah winfrey con gli obama

Naturalmente democratica e liberal, e’ grande protettrice di diritti civili e paladina contro la violenza sulle donne, attività benefica in Africa, problemi privati sapientemente rivelati quando servono per l'immagine pubblica, come i metodi mille volte tentati di perdere peso e il problema col cibo. Ellen DeGeneres fece coming out durante la sua trasmissione, Tom Cruise annunciò il fidanzamento con Katie Holmes e la benedizione di Scientology, è riuscita come pochi a mescolare sapientemente l'alto il basso, il gossip e l'impegno sociale.

 

oprah winfrey barack obama

 Oprah è una influencer massiccia e trasversale anche perché vive come una sultana da 3 miliardi di dollari, ma mantiene sempre quell'aria da donna del popolo che ce l'ha fatta, che non sa mai se lasciare i capelli crespi o stirarli malamente, che in un negozio guarda i prezzi, che quando non è sotto le luci della ribalta si concia in modo inguardabile, e come le accadde a Zurigo in occasione del matrimonio di Tina Turner, entra in un negozio di lusso, chiede di vedere una borsa firmata, la commessa la guarda con sdegno e si rifiuta di tirare giù dallo scaffale il prezioso oggetto.

oprah winfrey trump

 

Non è mai diventata raffinata, in fondo Podhoretz direbbe che in questo assomiglia al suo possibile rivale Donald Trump, il quale la ama moltissimo, è sempre andato da lei a farsi intervistare in tv, addirittura all'inizio della sua vittoriosa campagna per le primarie vagheggio’ , e ne fu respinto seccamente, la possibilità di averla come candidato a vicepresidente.

 

Cortesia che lei ha ricambiato subito dopo la sua elezione con un Tweet che suscitò polemica nel quale sosteneva che fosse il caso di fare un gran respiro e accettare la possibilità di avere eletto un buon presidente, o che tale aveva la possibilità di diventare.

Influencer vuol dire molte cose, e Oprah Winfrey la sua influenza l’ha misurata in politica pesantemente, altrimenti non verrebbe in mente di considerarla come viene considerata in queste ore, tenete conto che l'articolo di Podhoretz lo stanno riprendendo tutti.

 

oprah winfrey barack obama

Nel 2008 la sua decisione di sostenere Barack Obama alla fine del 2007, quando bisogna ricordare che la campagna non decollava proprio ed era la Clinton la favorita, lui era 25 punti sotto nei sondaggi, fece davvero la differenza e costruì la presidenza. Lei lo porto a Hollywood dove non lo conosceva nessuno e in una sola serata fecero 3 milioni di dollari, lei fece il giro con lui a dicembre in Stati chiave come Iowa, New Hampshire and South Carolina, lei gli riempi’ gli stadi di afroamericani entusiasti.

 

oprah winfrey 60 minutes

Il Partito Democratico si convinse, i sondaggi cambiarono, Hillary Clinton si fece da parte e cominciò la lunga storia che conosciamo, e che semmai Oprah Winfrey dovesse candidarsi del 2020, gli avversari non mancheranno di imputarle come responsabilità.

 

Podhoretz ricorda che uno studio dell'università del Maryland fatto nel 2008 attribuì a Oprah Winfrey il merito di aver portato durante le primarie di quell'anno un milione di voti almeno a Barack Obama. Insomma si può dire che senza di lei non sarebbe stato il candidato vincente alla convention e non sarebbe stato eletto presidente. Si può anche dire che nel 2016 Oprah ha sicuramente appoggiato la candidatura di Hillary Clinton a presidente in quanto donna e democratica, ma non si è spesa minimamente allo stesso modo. Non aveva più il suo programma TV chiuso nel 2011, ma i suoi strumenti sono infiniti.

oprah winfrey e stedman graham 30 anni insieme

 

 

Domanda d'obbligo. Essere in grado di far votare qualcuno ed essere in grado di far votare sé stessi sono concetti equivalenti? Si può semplicemente mettere in piedi uno scontro di grandi personalità nella battaglia per la presidenza degli Stati Uniti?

 

 

Certo che no, anche perché Trump non ha solamente vinto una gara di personalità con la Clinton, ha intercettato la rabbia degli elettori ,e quello slogan che ancora adesso utilizza in giro per il paese, Make America Great Again,ha dato alla candidatura una forza che nessun altro repubblicano incarnava e sosteneva, figuriamoci la candidata democratica.

 

 

Oprah deve trovare un messaggio altrettanto forte, Podhoretz e’ certo che ce l'abbia già, se ne è convinto guardando domenica scorsa Sixty Minutes e l'esordio della Winfrey in Michigan. “ Ascoltava, chiedeva, parlava senza pregiudizi, cercava di trovare un terreno comune, è stata una performance superba e uso non a caso il termine performance”.

 

 

oprah winfrey riunisce democratici e repubblicani

Un sondaggio di Public Policy fatto in marzo del 2017 in caso di confronto diretto con Donald Trump in prossime future elezioni presidenziali ha dato a Oprah Winfrey il 47%, al presidente in carica il 40%. Lei allora rispose con una intervista a Hollywood Reporter nella quale spiegava che mai e poi mai si sarebbe candidata a nessuna carica pubblica. Oggi però tace.

oprah winfreydicaprio e oprah al netflix partyoprah winrey RENZI E OPRAH, POSTATA DA SENSI toprah winfrey bill cosbyselma david oyelowo ava duvernay oprah winfreyDAVID LETTERMAN E OPRAH WINFREY THE BUTLER OPRAH WINFREY E FORREST WHITAKER the magazine photoshopped winfreys head onto the body of s star ann margret without either of the stars permission a rep for oprah told the ap oprah would not pose on a pile of money like that OPRAH WINFREY IN SVIZZERA PER IL MATRIMONIO DI TINA TURNER OPRAH WINFREY E GAYLE KING IN SVIZZERA PER IL MATRIMONIO DI TINA TURNER THE BUTLER Oprah and Daniels OPRAH WINFREY E MICHELLE OBAMA michelle obama oprah winfrey barack obama DURANTE LA CAMPAGNA DI QUATTRO ANNI FA LADY GAGA E OPRAH WINFREYBAGNI DI FOLLA PER OPRAHLE STAR DI OPRAH: WILL E JADA SMITH E OPRAHLE STAR DI OPRAH: BEYONCE\', OPRAH E DAKOTA FANNINGLE STAR DI OPRAH: TOM CRUISE E OPRAHOprah WinfreyAge of Oprah - copertinaoprah winfrey e ted sarandos

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – GIAMPAOLO ROSSI IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NON HA INCONTRATO SOLO I FRATELLINI D’ITALIA, MA TUTTI I PLENIPOTENZIARI PER LA RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI). TUTTI SI SONO LAMENTATI CON L’EX FILOSOFO DI COLLE OPPIO, MA IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOTENENTE DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI ALLEGRI DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI LARIANO…

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....