putin trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - COME ANTICIPATO DA QUESTO SITO, IL VERTICE TRUMP-PUTIN SI FARÀ, IN BARBA ALLA MAGGIOR PARTE DEI REPUBBLICANI, E SEGUIRÀ UNA VISITA LONDINESE E UNA TEMPESTOSA RIUNIONE NATO - NONOSTANTE GRANDI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE, LA RUSSIA NEGLI ANNI DI OBAMA NON È STATA IN ALCUN MODO OSTACOLATA, FIGURARSI DALL'EUROPA, E SI È ESPANSA OLTRE MISURA. CHE SIA NECESSARIO TORNARE A NEGOZIARE È PERCIÒ OPINIONE NON SOLO DI WASHINGTON, ANCHE DI PARIGI E BERLINO, NATURALMENTE DI ROMA

CONTE PUTIN TRUMP

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Vertice fra Trump e Putin a Vienna il 15 luglio, dopo la visita del 13 a Londra, e una tempestosa riunione della NATO l’11e il 12 a Bruxelles. Ci siamo, anche se questo sciagurato sito ve lo aveva detto già l ‘8 giugno.

 

 Donald Trump ha deciso di sfidare la maggior parte del mondo politico americano, repubblicani compresi, i più duri contro i russi, ha deciso di ignorare le indagini del procuratore speciale, chiamate Russia Gate, che potrebbero infiammarsi in autunno alla vigilia delle elezioni di midterm, insomma ha deciso che la caccia alle streghe, come la chiama lui, non può bloccare un processo necessario di riavvicinamento con la Russia, e l'annuncio ufficiale del faccia a faccia con Vladimir Putin nella capitale austriaca è solo questione di giorni, al rientro del consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, dalla sua missione .

 

Ha anche deciso, salvo improbabili ripensamenti dell'ultima ora, di accogliere il desiderio di Putin che l’incontro si tenga a Vienna, capitale con storici precedenti di incontri diplomatici, ma anche capitale oggi del governo sovranista, inviso alla Germania e all'Unione Europea, del giovane Howard Kurz.

 

trump putin

 Notazione a margine. Kurz ha chiesto ufficialmente di ospitare il vertice, e lo avrebbe fatto durante una colazione privata a Berlino dall'ambasciatore americano Richard Grenell, grande amico e collaboratore dei Trump, tra le proteste del governo tedesco, anche perché Grenell, appena arrivato in Germania, ha rilasciato interviste sulla sua simpatia per i movimenti populisti e sovranisti europei, segnatamente i paesi di Visegrad capitanati da l'Ungheria di Orban, l'Austria, e l'Italia.

 

A Vienna sono già arrivati gli staff dei servizi segreti delle due potenze per organizzare la sicurezza del summit. Quali sono le difficoltà maggiori?

sebastian kurz

 

La Russia è sottoposta a sanzioni americane e internazionali, per le sue responsabilità verso l'Ucraina e il mancato rispetto degli accordi di pacificazione di Minsk. Non basta, ci sono anche  le interferenze nelle procedure elettorali di altri Paesi, come durante le presidenziali americane e francesi, anche se va sottolineato che dalle inchieste svolte non risulta che le interferenze abbiano avuto alcun risultato negli Stati Uniti, figurarsi in Francia dove I Russi tifavano Le Pen.

 

 La Russia inoltre è accusata di crimini pesanti in Siria, dell’assassinio della spia Skripal, e dell’abbattimento del volo malese Mh370 sui cieli ucraini.

sebastian kurz viktor orban

 

Putin non ha mai ammesso niente di queste accuse, o se preferite non ha ritenuto neanche di dover dare nessun chiarimento o rassicurazione del contrario, Il punto è che si muove come una grande potenza perché lo è, meglio, nonostante le sue grandi difficoltà economiche, la Russia negli anni di Obama non è stata in alcun modo ostacolata, figurarsi dall'Europa, e si è espansa oltre misura.

 

Che sia necessario tornare a negoziare è perciò una opinione non solo di Washington, anche di altre capitali come Parigi e Berlino, naturalmente di Roma, ora che ci sono Conte, Di Maio e Salvini.

richard grenell ex portavoce di john bolton

 

È un'esigenza molto bene riassunta da Donald Trump in un Tweet della vigilia del G7 in Canada.

 

“You know, whether you like it or not, and it may not be politically correct, but we have a world to run. And in the G-7, which used to be the G-8, they threw Russia out. They should let Russia come back in, because we should have Russia at the negotiating table”. Vi piaccia o no, sia o no corretto politicamente, abbiamo un mondo da governare. Hanno buttato fuori la Russia dal G7, che era un G8. Dovrebbero farla tornare perché dobbiamo avere la Russia al tavolo dei negoziati”’. E come esempio basterebbe anche solo il riavvicinamento pericoloso con la Cina.

RICHARD GRENELL

 

C'è anche nell'Amministrazione un gruppo di falchi che spingono ad accordi a tutti i costi e a un ritorno all'armonia tutti i costi,  contro  un gruppo di colombe preoccupate? Nel comune gioco delle parti, nella pantomima del socio buono e del socio cattivo, sicuramente sì, e il dipartimento di Stato di Mike Pompeo fa la parte della colomba.

 

 La portavoce del dipartimento di Stato , Heather Nauert, ha diffuso una decina di giorni fa una dichiarazione sulle preoccupazioni americane per il crescente numero di prigionieri politici e religiosi detenuti dal governo russo, chiedendo la liberazione di 150 di loro prima del vertice. “Chiediamo alla Russia di rilasciare i prigionieri e di smettere di usare il sistema per sopprimere il dissenso e la pratica religiosa pacifica”.

 

TRUMP SALVINI

Come già vi avevamo raccontato, in mezzo ci sono giornalisti e politici dissidenti sull'Ucraina, esponenti dei Testimoni di Geova e di Scientology, la cui attività è stata dichiarata dalla Corte Suprema proibita perché diffonderebbe materiale che istiga all'odio contro altri gruppi, i cui beni sono stati tutti sequestrati dallo stato. Mike Pompeo denuncia Inoltre una pratica illiberale che fa passare per estremisti o complottisti, consentendone arresto e carcerazione oltre che continui spostamenti da un carcere all'altro,  i dissidenti politici,per esempio sulla vicenda della annessione della Crimea.

 

Insomma, un dossier giustamente pesante sui diritti umani nella miglior tradizione reaganiana, che si appaia agli altri su Medio Oriente, Corea del nord, interferenze nella politica delle altre nazioni e così via. Più che colombe sembrano la grande potenza di un tempo

 

L'insieme dei Dossier e’ molto tosto anche perché tosta è la posizione di buona parte dei membri del Congresso, e non solo i democratici, che in vista delle elezioni di medio termine strillano a qualunque cosa si muova in chiave antiTrump , non solo quei repubblicani scatenati nell'odio verso il Presidente come  l’ormai fuori controllo McCain, ma tanti altri repubblicani  che sono anti russi e terrorizzati da Putin , in larga misura. A loro si devono le ultime decisioni sia su ulteriori sanzioni che su chiusura di uffici e cacciate di personale russo, diplomatico e non, dagli Stati Uniti.

donald trump giuseppe conte

 

Le scorrettezze gravissime negli accordi in Siria vengono citate come esempio tipico. C'è infatti un accordo di de-escalation che hanno firmato sia i russi che garantiscono per Assad che giordani e americani, ma i villaggi che potrebbero contenere ribelli vengono bombardati senza scrupoli e a poco sembra siano servite i due bombardamenti a sua volta ordinati da Donald Trump. Insomma il dossier Siria costerà fatica e minacce.

 

Senza contare il rischio personale che il presidente si assume nel decidere che le relazioni con la Russia debbano essere, come è naturale, riprese, e con piglio propositivo anche se fermo. Si vota il primo martedì di novembre a due anni dalle elezioni presidenziali per rinnovare tutta la Camera bassa e un terzo del Senato, secondo la perfetta regola elettorale degli Stati Uniti.

 

mueller trump

Il clima interno e pesantissimo, odio e minacce prendono spesso il posto della battaglia politica d'opposizione, e nonostante non abbia finora portato uno straccio di prova che non sia quella contraria e opposta di  collusione e di complotto delle agenzie come la FBI contro Donald Trump, l'indagine del procuratore speciale Robert Mueller non viene chiusa, anzi procede tra voci incontrollate di incriminazioni in arrivo all'inizio dell'autunno. Trump pero’ va avanti.

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…