weinstein (2)

AMERICA FATTA A MAGLIE - ECCO TUTTI I POLITICI (DEMOCRATICI) COPERTI DI MILIONI DA WEINSTEIN, UNO CHE ERA IN PRIMA FILA ALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP, HA FINANZIATO UNA CATTEDRA DEDICATA ALLA FEMMINISTA GLORIA STEINEM - RONAN FARROW LO HA DETTO CHIARAMENTE: LA SUA STESSA NBC HA PROVATO A NASCONDERE QUESTA STORIA - GLI OBAMA E LA CLINTON DOPO 6 GIORNI DI SILENZIO HANNO EMESSO RIDICOLI COMUNICATI, MA PERFINO A ME IN ITALIA AVEVANO RACCONTATO CHE WEINSTEIN…

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

michelle obama harvey weinstein

Più che il silenzio sicuramente spaventato ma anche obiettivamente complice dell'elenco impressionante di donne che solo ora si rivelano come sue vittime, andrebbe raccontato il silenzio di giornali e televisioni americani che si sentono di esempio all'informazione mondiale e invece fanno schifo tanto quanto, andrebbe condannata l'ipocrisia palese dei politici di tutti i livelli, compresi due ex presidenti e famiglia.

 

harvey weinstein hillary clinton

 Intervistato da Rachel Maddow, una delle passionarie anti-Trump, forse la più accanita tra i giornalisti, alla MSNBC, Ronan Farrow, giornalista investigativo di punta della NBC, figlio di Mia e di Woody Allen – ma detesta il padre e non ha con lui alcun rapporto – a domanda sul perché abbia pubblicato la sua straordinaria inchiesta frutto di un anno di lavoro su Harvey Weinstein sul New Yorker, e non l'abbia invece fatta per la sua emittente, risponde chiaro: chiedetelo a loro, alla Nbc, e poi aggiunge che le pressioni di Weinstein e dei suoi uomini sono state continue e tremende su molti media. Alla fine è andato da chi era disposto a pubblicare lo scoop pieno di materiale che scottava su un intoccabile, e lascia intendere quel che è evidente, che proprio la pubblicazione a distanza di qualche giorno sul New Yorker della sua inchiesta abbia fatto decidere il New York Times, che ne aveva una nei cassetti chiusi a chiave dal 2004, a venire allo scoperto.

harvey weinstein circondato di donne

 

Ora, giornali e televisioni americane sono conosciuti per una grande libertà, mica sono la Rai o gli editori un tanto a finanziamento statale come in Italia, e in questi mesi l'esercizio di cane da guardia del potere in nome del popolo lo hanno esercitato alla stragrande contro il presidente degli Stati Uniti, senza paura. Eppure, tutti zitti su una storia che tutti conoscevano, e le ragioni, ora che è finita male finalmente, le spiega proprio lui, il mostro Harvey, furioso durante una intervista al Post.

harvey weinstein chuck schumer

 

“Ma come -dice- possibile che non conti più nulla la mia storia politica e civile? Perché non scrivono del documentario che ho fatto su Rikers Island (carcere di New York) con Jay-Z, o dei 50 milioni di dollari che ho raccolto per Amfar (associazione benefica per la ricerca sull'Aids) o il gran lavoro che ho fatto per la Robin Hood (organizzazione per combattere la povertà). Invece si concentrano su come distruggermi”.

 

Se è per questo, Weinstein ha partecipato alla marcia delle donne contro Trump nel gennaio scorso, ha finanziato una cattedra dedicata alla femminista Gloria Steinem, insomma in pubblico è intitolato a definirsi un campione della causa delle donne. Tanto che conclude in una dichiarazione ufficiale, prima di andare forse a curarsi, di sicuro a nascondersi in un centro di riabilitazione clinica in Europa per sfuggire a possibili incriminazioni con carcerazione: “ho bisogno di un posto dove dare un senso alla rabbia, mi occuperò solo di NRA”.

 

Che sarebbe la famigerata associazione dei fabbricanti di armi, vituperata dai Liberal americani, e campione dei Liberal anche nella disgrazia Weinstein si proclama, perché questo gli sembra più che sufficiente a giustificarlo delle sue colpe.

 

harvey weinstein bill clinton

Peccato che i suoi beneficati del Partito Democratico in queste ore non provino neanche un po' a difendere il vecchio amico le cui debolezze conoscevano a perfezione, quando non erano sodali, si stiano invece disperatamente chiedendo come fare, quante dichiarazioni ipocrite bugiarde rilasciare, quanta faccia tosta esibire, quanto poter contare sulla propria reputazione politica o sociale, per giustificare anni di silenzio complice e soprattutto evitare di restituire i milioni di dollari che gli ha procurato Weinstein.

 

 

Andiamo per ordine. Di Harvey Weinstein, famoso produttore di film assieme al fratello Bob, co-fondatore della Miramax films e della Westein company, si conoscevano le abitudini inappropriate verso le donne nei circoli di Hollywood ma anche nel mondo dello spettacolo internazionale.

barack obama harvey weinstein

 

A me personalmente, che non conto niente, molti giornalisti che seguono prevalentemente il cinema avevano raccontato negli anni passati della abitudine dell'uomo di ricattare le attrici, e alla mia risposta che questa è una vecchia storia a Hollywood e non solo tra produttori e aspiranti stelline, rispondevano che però la prepotenza, la brutalità di Westein non avevano precedenti, come la sua capacità di spaventare e ricattare.

 

gwyneth paltrow

Di una attrice italiana molto nota raccontavano che se lui chiamava, non aveva altra scelta che correre, dovunque si trovasse. La stessa brutalità veniva descritta nelle pratiche pubbliche di promozione dei film che si trattasse dei vecchi membri dell'Academy o di critici internazionali, che fossero necessari viaggi, prebende e regali vari, oppure anche in questo caso minacce di fargli perdere il lavoro. Denunciarlo? Ma che sei matta!

 

L'uomo più potente di Hollywood ha donato dalle sue tasche circa un milione di dollari a politici organizzazioni democratiche, ma soprattutto è stato il più generoso dei fundraisers, organizzatori di eventi feste e ricevimenti vari per raccogliere denaro, a partire dal 1991.

 

 Business Insider ha stilato un bell'elenco per anni. Nel 1991 Weinstein ha cominciato con la senatrice Barbara Boxer della California e col senatore Patrick Leahy del Vermont. Poi si è aggiunta la senatrice Diane Feinstein, e il comitato centrale Democratico dello stato di California.

 

asia argento harvey weinstein

Da metà anni 90 comincia a essere un finanziatore regolare dei Clinton, seguendo con grande attenzione la rielezione del 96’ Il legame politico ed economico si fa così stretto che non c'è evento politico di Bill e Hillary Clinton o del Senatore Chuck Schumer al quale Weistein non prenda parte e non sia immortalato. Assieme all'amico Matt Damon e’ con Al Gore nella campagna poi perduta del 2000, ma della quale viene eletta Hillary Clinton senatore. Decine di migliaia di dollari li stanzia del 2002 per le elezioni di midterm contro Bush al Comitato Nazionale Democratico.

 

matt damon harvey weinstein

Ma Harvey Weinstein è pronto al passo ulteriore, a occuparsi attivamente delle lobby e dell'agenda legislativa democratica. Così finanzia numerosi PACs, comitati di azione politica, e gruppi benefici. Nel 2008 è naturalmente con Hillary alle primarie da candidato presidenziale, ma quando viene eletto Barack Obama è a lui che rivolge le sue attenzioni, pur senza dimenticare i finanziamenti alla fondazione Clinton.

 

Con gli Obama è una vera amicizia e comincia a comparire in loro compagnia a eventi pubblici di ogni tipo, mentre non fa mancare denaro ad amici senatori come Chris Dodd, Cory Booker, Kirsten Gillibrand, e la più femminista di tutte, la pasionaria Elizabeth Warren.

matt damon harvey weinstein

 

Weinstein sostiene personalmente gli amici politici, Il comitato democratico, e cause che lo rafforzano nel mondo del cinema per esempio nel 2014 sostiene la campagna per il taglio delle tasse a quelli che fanno teatro. Costruisce la sua influenza politica in un sapiente triangolo tra Hollywood, Washington e New York.

 

 

L'apposito centro for Responsive Politics fornisce una serie di cifre che ora perseguitano i democratici incalzati a restituirle. Voglio proprio vedere.

meryl streep harvey weinstein

Non sono solo e tanto le cifre dirette sborsate da Weinstein,che sono oltretutto sottoposte a limiti di legge, è l'indotto, per capirci. Ma anche le prime non scherzano, siamo sui 400mila dollari al Comitato nazionale democratico, più donazioni non calcolate ufficialmente ma ricostruibili negli anni a Chuck Schumer, D-N.Y., Kirsten Gillibrand, D-N.Y., Al Franken, D-Minn., Elizabeth Warren, D-Mass., Dianne Feinstein, D-Calif.

 

Ma i pezzi da novanta sono i Clinton e gli Obama. Dal 1995 il produttore ha fatto una decina di donazioni sia a Bill che a Hillary, solo nell'ultima elezione, giugno 2016, un ricevimento nella sua casa di Manhattan ha fruttato 1 milione 800mila dollari alla campagna della Clinton; per forza, c'erano tutti gli amici di Weinstein come Leonardo DiCaprio, Jennifer Lopez, Sarah Jessica Parker. Intanto alcuni milioni di dollari andavano alla fondazione Clinton.

meryl streep harvey weinstein

 

Veniamo a Obama. Nel 1912 Weistein per la campagna di rielezione ha contribuito con 679.275 dollari, ed è solo un esempio. Grande l'amicizia tra gli Obama marito e moglie e Weinstein con sua moglie, Georgina Chapman, famosa designer di abiti da sera per Oscar e Golden globe, o da matrimonio per miliardari, col marchio Marchesa. Anche lei nulla sapeva fino alla settimana scorsa, niente trapelava nei salotti e nei camerini del suo atelier, ora ha già chiesto il divorzio.

 

harvey weinstein e late night

Alla Casa Bianca Harvey Weinstein è andato per tredici volte dal 2012 al 2016, nove di queste visite erano per incontri privati col presidente. Una delle figlie, Malia Obama, ha fatto uno stage di recente agli Studios Weinstein di Hollywood.

 

Dopo sei giorni di silenzio, l'ex presidente più loquace della storia d'America insieme alla moglie fa emettere uno scarno comunicato sulla sua sorpresa e sul suo disgusto. Ora, i presidenti sono regolarmente informati delle frequentazioni e abitudini dei loro amici che potrebbero danneggiarli virgola la figlia di un presidente o di un ex presidente gode di controllo e scorta.

weinstein georgina chapman

 

È inutile aggiungere altro, è che erano troppo intenti ad essere schifati per una frase sulla facilità, per uno che fa il produttore ed è ricco e potente, di acchiappare, pronunciata da Donald Trump in una situazione privata 12 anni fa.

 

Tutte le forsennate indagini fatte da allora per trovare prove che Trump fosse passato dalla teoria alla pratica, magari scambiando un no per un sì, sono andate a vuoto. Ma ora si capisce quanto avesse ragione.

harvey weinstein e georgina chapman

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO