AMERICA FATTA A MAGLIE - FINAL COUNTDOWN, MENO 1 AL VOTO PER ELEGGERE L'INTERA CAMERA, UN TERZO DEL SENATO, 36 GOVERNATORI, E I GIORNALI E SONDAGGISTI CHE VOLEVANO TIRARE LA VOLATA AI DEMOCRATICI SONO IN BAMBOLA: PURE IL 'NEW YORK TIMES' AMMETTE CHE CI SARÀ UNA GRANDE AFFLUENZA MA CHE IL RISULTATO È APPESO. ECCO COSA DICONO I SONDAGGI A POCHE ORE DALLE URNE, E COSA SUCCEDERÀ A SECONDA DEI RISULTATI…

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

“Final Countdown”, meno 1 al voto di domani per eleggere l'intera Camera, un terzo del Senato, 36 governatori, in un turno di midterm che ha assunto dimensioni quasi apocalittiche, di sicuro e’ diventato un referendum sul presidente, che lo ha preso sul serio tanto da impegnarsi in 60 comizi e 70 pranzi di raccolta fondi.

VOTO TRUMP VOTO TRUMP

 

Certezze zero, sondaggisti abbastanza disperati, perché dopo aver fatto una campagna come al solito favorevole al partito democratico, aver parlato a lungo della l'onda blu che sarebbe tornata dominante, ora giornali e tv, con la sola eccezione di una CNN che ormai sembra avere un problema esistenziale con Trump, sono fermi per una pausa di riflessione che porta alla conclusione che non sanno assolutamente come andrà a finire.

 

Lo riconosce anche il New York Times che guida l'opinione anti Trump, e che ammette che una cosa sola  si sa per certa, che ci sarà una grande affluenza al voto, probabilmente la più alta dal 1966, ma che questo non significa, come si potrebbe credere, che il numero più alto di elettori premierà l'opposizione democratica, sancendo l'eccezionalità del voto elettorale a Trump nel 2016. È possibile addirittura il contrario perché i repubblicani non sono mai stati cosi’ gasati e uniti, ma anche perché, secondo il Times,

 

“ This election, in other words, is part of a process in which the electorate is working toward a new political dispensation that will replace the one that prevailed from the end of World War II until sometime during the Obama administration”.

 

DONALD TRUMP NELLA REDAZIONE DEL NEW YORK TIMES DONALD TRUMP NELLA REDAZIONE DEL NEW YORK TIMES

"Il voto di domani fa parte di un processo nel quale l'elettorato si muove verso una nuova regola politica che rimpiazzerà’ quella che ha dominato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino all'amministrazione Obama, in qualche modo”.

 

Quale sia questa nuova regola tormenta giornali come il New York Times, al quale tocca ancora riconoscere che nemmeno movimenti impetuosi come le marce delle donne e costruzioni lunghe e insidiose come le indagini sul Russia Gate abbiano sminuito e indebolito la popolarità del presidente.

 

Quindi quel che sembra più probabile è che dagli elettori venga una decisione divisa a metà, con i repubblicani e destinati ad aumentare la loro maggioranza al Senato e democratici con un po' di vantaggio nella Camera bassa. Tuttavia, Siccome gli effetti dell'attivismo del presidente si cominciano a sentire pesantemente, potrebbe anche accadere che i repubblicani si tenga la maggioranza in tutti e due le Camere.

 

Gli esempi non mancano perché il Senatore Senator Bob Menendez in New Jersey e Il deputato Jim Costa  San Joaquin Valley, california,  dati per sicuri  vincenti, si ritrovano invece gli sfidanti repubblicani addosso.

Lyndon Johnson Lyndon Johnson

 

E’ curioso, anche se in qualche modo fonte di sollievo per chi faccia informazione, leggere in questi giorni che si  ammetta che qualunque cosa si pensi di Donald Trump e della sua agenda politica, è necessario riconoscere che ha preso più voti di qualsiasi Repubblica anno prima di lui, è popolare tanto da poter trasformare gli uomini e le idee dello stesso partito repubblicano, è il titolare di un boom economico senza precedenti.

 

Un boom che si declina in una crescita economica solida, il tasso di disoccupazione più basso dal 1969, e anche paghe molto più alte. Si declina in una situazione internazionale vistosamente migliorata perché il terrorismo dell'isis è stato se non sconfitto fortemente ridimensionato e indebolito, è la stessa guerra in Afghanistan sembra, vista dagli Stati Uniti, in una fase di dirittura finale. Il tutto è accompagnato da una voce robustamente più alta e sonora in tutte le trattative internazionale, politiche, diplomatiche, commerciale.

 

Tutto ciò detto, e ancora una volta cito il New  York Times, perché mai gli elettori dovrebbero dare un segnale di distacco e di differenziazione rispetto all'investimento fatto nel 2016? Certo, esperienza e storia dicono il contrario, dicono che gli unici a non perdere la maggioranza alla Camera nelle elezioni di midterm furono Lyndon Johnson e George W. Bush, il primo dopo la morte di Kennedy, il secondo dopo l'11 settembre, cioè dopo I due traumi più gravi della storia del Paese

 

 

Ma l'eccezionalità, l'ha ripetuto ancora una volta, appartiene alla storia di Donald Trump come a nessun altro prima di lui nella storia della ascesa alla presidenza degli Stati uniti. Prendete per esempio un Twitter appena emesso dal presidente che dice

 

george w bush george w bush

“New Fox Poll shows a ‘40% Approval Rating by African Americans for President Trump, a record for Republicans.’ Thank you, a great honor!” . Un sondaggio nuovo della FOX mostra 40% di approvazione per il presidente Trump ha degli afroamericani, un record per i repubblicani. Vi ringrazio, è un grande onore.

 

Ma come, l'uomo di estrema destra, e suprematista bianco, il razzista nazionalista? Tutto vero, si tratta di un sondaggio fatto da Rasmussen report e ripreso da Fox. Le quotazioni del presidente sono andate gradualmente aumentando, passando attraverso un 36% fino al 40% attuale, è la risposta al sondaggio si concentra non sulle opinioni e posizioni politiche ma sul miglioramento della condizione economica e sull'accesso al lavoro. Del genere, non mi piace ma me lo tengo lo stesso.

 

Potrebbe essere proprio questa la nuova regola politica della quale cominciano a parlare le voci più oneste anche all'interno dei giornali progressisti, ovvero che una politica attenta alla condizione economica e al miglioramento delle condizioni di vita, attraverso deregulation, attenzione alle infrastrutture, drastico taglio delle tasse, ma anche una scelta dura nei  confronti dell'immigrazione, fuori della vecchia retorica che il povero accolga l'altro più povero, sei in grado di superare le vecchie divisioni razziali che invece L'opposizione ha cercato di rinfocolare polarizzare fino a rischio del confronto civile.

maria giovanna maglie maria giovanna maglie

 

Vedremo. Certo è che se e' eccezionale il valore che viene attribuito a una vittoria dei democratici, altrettanto eccezionale dovrebbe essere il valore da attribuire a una conferma dell'attuale situazione da parte repubblicana. In realtà non è così, perché quello che conta è che cosa queste elezioni stabiliranno capillarmente rispetto alle prospettive di rielezione di Donald Trump nel 2020. Ma questo è un discorso che faremo con chi segue pazientemente questa rubrica.

 

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