donald trump ue unione europea europa

AMERICA FATTA A MAGLIE - REGALINO DI TRUMP ALL'EUROPA: DECLASSATA DA ''STATO MEMBRO'' A ''ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE'', RETROCESSA, UMILIATA E NEANCHE INFORMATA. I FUNZIONARI EUROPEI SONO LIVIDI, LA CASA BIANCA SE NE FREGA: SU IRAN, GLOBAL COMPACT, BREXIT, CLIMA, LA FRATTURA ATLANTICA È PROFONDA. E L'AMBASCIATORE EUROPEO A WASHINGTON SI È ACCORTO DEL DECLASSAMENTO DAGLI INVITI CHE NON ARRIVAVANO PIÙ…

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Regalino di Trump all'Europa per l'anno nuovo. La rappresentanza diplomatica UE è stata declassata da Stato Membro a Organizzazione Internazionale, retrocessa , umiliata, e neanche informata, l'Unione Europea è tornata nella vecchia condizione a Washington che Barack Obama negli ultimi giorni della sua presidenza aveva invece innalzato di livello in segno di amicizia e considerazione.

DAVID O SULLIVAN

 

È una storia molto spiacevole, anche perché a quanto pare non ci sono state per ora comunicazioni ufficiali di una decisione presa già da un paio di mesi, e della quale l'ambasciatore David O'Sullivan si sarebbe accorto da alcuni mancati inviti durante le feste di fine anno, e perché l'invito ai funerali del presidente Bush senior gli è arrivato per ultimo tra i diplomatici, essendo invece lui un veterano, quindi da invitare tra i primi secondo il cerimoniale.

 

 Che le relazioni non fossero al massimo dello splendore era chiaro, ma la brusca decisione non era attesa.

 

 Però mettete insieme nella dottrina Trump il recente scontro alle Nazioni Unite per il Global Compact sui rifugiati, firmato a Marrakech e fieramente avversato da Washington, che il presidente ritiene sia stato progettato proprio in Europa, e segnatamente in Germania; che conferma agli occhi della Amministrazione una scelta suicida che ha già impoverito il Vecchio Continente, ma che ora è pericolosa anche per gli Stati Uniti. Aggiungete l'uscita in polemica dall'Unesco, accusata di essere un carrozzone antisemita in mano ad alcune nazioni arabe che se la sono comprata.

 

 Proseguite con lo scontro sull'Iran per l'accordo firmato nel 2015 dall'Europa e da Barack Obama, che e’ stato annullato da Trump ma non dall'Europa, la guerra dei dazi solo all'inizio, con tanto di minaccia di sanzione per chi continui a commerciare con gli Ayatollah’’

merkel, macron may

 

 Contate gli scontri economico diplomatici con la Germania e la Francia, venuti fuori senza troppi guanti addosso in tutte le riunioni internazionali nelle quali ormai Trump, che sia il clima che sia l'immigrazione, che siano i dazi commerciali, se non è d'accordo non firma nessun documento.

 

 Infine c'è come un macigno nelle relazioni la Brexit, l'uscita dell'Inghilterra dall'Europa, della cui gestione faticosa gli Stati Uniti accusano l'Europa.

 

trump e macron 2

Ecco che, mettendo insieme tutti gli elementi di crisi, avete il quadro completo delle ragioni dello sgarbo americano.

 

 In particolare le critiche di Casa Bianca e Dipartimento di Stato, ma anche di ministeri economici, si sono concentrate sulla Brexit.

 

 Trump me è entusiasta, continua a essere certo che gli inglesi siano convinti della scelta fatta e che la confermerebbero, accusa l’’Unione europea di boicottaggio, di aver scelto un atteggiamento punitivo e vendicativo che ha trasformato le trattative sull'uscita in una trappola mortale e costosissima, invece che una libera scelta.

 

L’Amministrazione americana dimentica naturalmente i molti errori commessi da Londra, a partire dalla scelta di un primo ministro che era tiepidamente a favore del “remain”, e che quindi ha dimostrato una scarsa sensibilità sull'argomento e ancor meno durezza e determinazione. In attesa di nuovo leader conservatore più adatto alla sfida, come Boris Johnson o Sajid Javid, Trump se l'è presa solo con la Commissione Europea.

 

 Come hanno reagiti a Bruxelles? Molto male, grazie, anche perché nessuno li ha avvisati.

 

DAVID O SULLIVAN

 C'è il linguaggio ufficiale della portavoce Maja Kocijancic, che sottolinea che i grandi legami tra Europa e Stati Uniti sono profondi nella società e che vanno ben oltre Washington.

 

 Dopo aver ammesso che le relazioni transazionali sono in una fase di cambiamento ed evoluzione, ovvero in crisi profonda, conclude che quale che sia il disaccordo politico con l'Amministrazione degli Stati Uniti, l'Europa ne rimane amico e partner naturale.

 

sajid javid con moglie e figli

Diverso il linguaggio non ufficiale, che rivela profondo scontento, e che e’ stato raccolto per primo dal canale tv Deutsche Welle (DW). Protetti dall'anonimato, i funzionari europei dicono di essere furibondi e di non sapere come reagire In modo adeguato.

 

 Anche perché al danno si aggiunge la beffa, visto che non solo l'ambasciatore David O'Sullivan si e’ dovuto accorgere da solo del declassamento da alcuni mancati inviti, oltre che dal fatto che è stato relegato all'ultimo posto nelle chiamate al funerale di Bush; ma soprattutto perché alla richiesta di chiarimento il dipartimento di Stato ha risposto che c'è lo shutdown già da alcune settimane, gli uffici federali sono aperti solamente per gli affari urgenti e dunque almeno per il momento risposte spiegazioni da dare all'Unione Europea non ce ne sono da Washington.

 

sajid javid

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...