1. ANCHE LA RAGAZZA AMERICANA UCCISA DALL’ISIS RICEVE IL TRATTAMENTO GRETA&VANESSA
2. NONOSTANTE AVESSE CHIESTO DI NON PAGARE RISCATTI PER LA SUA LIBERAZIONE, GIORNALI E SITI DI DESTRA LA DEFINISCONO "UNA STRONZA ANTI-ISRAELIANA CHE NON MERITA LACRIME. ALTRO CHE VOLONTARIA PER I POVERI PROFUGHI, ERA UNO STRUMENTO PER LA JIHAD”
3. DEBBIE SCHLUSSEL: “LAVORAVA CON HAMAS E AIUTAVA I PALESTINESI. NESSUNA PIETÀ PER LEI NÉ PER GLI ALTRI OSTAGGI AMERICANI CHE SONO PER LO PIÙ DI SINISTRA E ANTI-AMERICANI”
4. BREITBART: “SE AVESSE COMPRESO ENTRAMBE LE FAZIONI, AVREBBE EVITATO DI IDEALIZZARE IL NEMICO CHE L’HA UCCISA”. LA RAGAZZA, SECONDO I SERVIZI AMERICANI “NON ERA VISTA COME MERCE DI SCAMBIO”. EPPURE LA FAMIGLIA AVEVA RICEVUTO UNA RICHIESTA DI RISCATTO

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da http://fortressamerica.gawker.com

 

KAYLA JEAN MUELLER KAYLA JEAN MUELLER

LA REAZIONE ALLA MORTE DI KAYLA MUELLER LA REAZIONE ALLA MORTE DI KAYLA MUELLER

Nonostante le divergenze tra liberali e conservatori, reali o percepite, uno si immagina che le parti abbiamo in comune dei sentimenti e una moralità di base. Ad esempio ci si aspetta che piangano insieme la morte della giovane americana uccisa dall’ISIS, quella ventiseienne che Kayla Mueller inizialmente finita in Siria al seguito di Medici Senza Frontiere.

 

Ci si aspetta che la tragedia, perpetrata da islamisti troppo estremi pure per Al Qaeda, evochi lo stesso sentimento a tutti. Eppure per molti pro-israeliani di destra, la ragazza era una sovversiva che flirtava coi terroristi e che ha avuto ciò che si meritava. Perché aveva simpatia per i palestinesi. 

 

Joel Pollak del “Breitbart California" twitta: «E’ triste che Kayla Mueller fosse un’attivista anti-israeliana. Se avesse compreso entrambe le fazioni, avrebbe evitato di idealizzare il nemico che l’ha uccisa». Il blog “Barenaked Islam” ha scritto: «L’ostaggio ucciso dall’ISIS non merita lacrime. E’ falso il mito che la Mueller fosse una meravigliosa donna, piena d’altruismo.

KAYLA JEAN MUELLER KAYLA JEAN MUELLER

 

Si trattava di un’attivista anti-israeliana, scudo dei gruppi terroristici palestinesi, membro dell’”International Solidarity Movement”, che ha trascorso almeno due anni con i terroristi e ha partecipato a cortei contro Israele. La stampa cerca di ritrarla come una volontaria che aiutava i poveri profughi, invece ero uno strumento per la jihad».

 

Sono le stesse parole usate da “Israel National News”: «Può aver aiutato i profughi, ma sosteneva la resistenza palestinese, stava dalla parte della guerra santa al mondo, che non riconosce gli stessi diritti a tutti».

 

KAYLA MUELLER KAYLA MUELLER

La Mueller non può difendersi da questi attacchi. Uno dei peggiori è stato quello della conservatrice Debbie Schlusseli, che l’ha definita “una stronza anti-israeliana”. Niente lacrime per lei. Era una che lavorava con Hamas e aiutava i palestinesi, faceva in modo che i soldati israeliani non buttassero giù le loro case. Nessuna pietà per lei né per gli altri ostaggi americani che sono per lo più di sinistra, in realtà anti-americani, come quei giornalisti che dipingono come “moderati e democratici” coloro che decapitano e bruciano.

 

L’”International Solidarity Movement” era il gruppo pro-Palestinese per cui Mueller lavorava, probabilmente aveva inclinazioni politiche, partigiane e degli obiettivi. Ma quella empatia umana, anche quando prende la via della manipolazione, è molto meglio della sete di sangue degli sprezzanti critici il cui rispetto per la vita si vede da come ballano gioiosamente su un cadavere.

 

 

KAYLA JEAN MUELLER KAYLA JEAN MUELLER

2. L’AMERICANA KAYLA FORSE DATA IN SPOSA A UN COMANDANTE DEL CALIFFATO

Da il “Corriere della Sera”

 

Kayla Mueller, la volontaria americana di 26 anni presa in ostaggio dall’Isis nel 2013 e uccisa in Siria in circostanze non chiare, potrebbe essere stata costretta a sposarsi con un comandante jihadista. «L’Isis non la vedeva come un ostaggio o una merce di scambio», hanno detto alla tv Abc funzionari anonimi dell’antiterrorismo. La famiglia della ragazza comunque aveva ricevuto una richiesta di riscatto. Sono almeno tre, secondo il New York Times , le foto inviate ai genitori: due la mostrano con un velo nero; un’altra ritrae il cadavere adagiato su un sudario.

 

 

 

 

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