moretti e silvia bonucci 47749qmf-656x492corriere-web-sezioni_192x144

L’ANGELO LAICO DEL GIROTONDO (E DI TANTO ALTRO) – MORTA IN UN INCIDENTE D’AUTO SILVIA BONUCCI, TRADUTTRICE, SCRITTRICE, INVENTRICE DEI GIROTONDI DI NANNI MORETTI E PAOLO FLORES D’ARCAIS – HA RECITATO ANCHE NELLA “STANZA DEL FIGLIO”

Marco Travaglio per “Il Fatto Quotidiano

 

L’ultima volta è stata domenica mattina. “Ehi, Silvia, dove sei?”. “Roma, casetta: perché?”. “Non dire bugie, tu sei a Cannes con Nanni”. “Nanni chi?”. “Silvia, non ci provare, lo sai benissimo Nanni chi: Moretti, corre voce che abbia vinto un premio al festival, forse Margherita Buy migliore attrice”. “Seeee, magari! Io sono a Roma e anche Nanni, che sta affogando la delusione in un bar delle sue parti”. “Non ti credo”. “Scommettiamo, Marcolì?”. “Quanto vuoi, Silviolì”.

 

moretti e silvia bonucci moretti e silvia bonucci

Intanto, come nella scena fantozziana della Corazzata Potemkin, rimbalzavano tra Roma e Cannes voci incontrollate e pazzesche. Se nel film di Villaggio “si diceva che l’Italia stava vincendo per 20 a 0 e che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d’angolo”, nella domenica del Festival francese si vociferava che Moretti fosse partito in auto in gran segreto nella notte per Cannes con la Buy al seguito, ma seguitasse a diramare presagi pessimistici per ingannare gli amici.

 

Silvia se la rideva: “Ti pare che, se fosse vero, non sarei anch’io lì? Guarda, se hai ragione tu e Nanni mi ha fatto questo, è la volta che non lo faccio più amico”. E stavolta io a ridere, ben sapendo che lei, custode discreta e sorridente di tutti i suoi segreti, tic, manie, ubbie e follie, non avrebbe mai osato rompere con lui: l’aveva difeso sempre, per una vita, anche quando faceva lo stronzo più del solito (“Sai, Nanni non legge mai le recensioni dei suoi film, ma la tua su Mia madre gliel’ho letta a pezzettini al telefono, e gli è piaciuta, anche se non te lo dirà mai”). Nel tardo pomeriggio, quando ormai era ufficiale che gli italiani a Cannes non avevano vinto niente, neanche la coppa del nonno, il suo ultimo sms: “Visto Marcolì? Io non mento mai. Tu, piuttosto, sei un credulone. Non ti dico che hai visto troppi film, perché ne ho visti molti più io…”.

nanni moretti girotondino LaStampananni moretti girotondino LaStampa

 

Questa era Silvia Bonucci, che ci è stata portata via giovedì pomeriggio a 50 anni da un incidente d'auto in Maremma, dove aveva raggiunto la mamma Marguerite e il suo cagnolino e li stava portando al mare sulla sua vecchia Punto. L’immortale Bonucci, non c’è più. Ci eravamo conosciuti nel 2002, davanti al Senato, nel girotondo promosso da lei, da Moretti, da Marina Astrologo e da Paolo Flores d’Arcais contro la Cirami, l’ennesima legge vergogna del governo Berlusconi.

 

Non s’è mai saputo chi avesse avuto per primo l’idea di quella proposta gioiosa, allegra, creativa, ai confini della naïveté e quindi efficacissima contro quel regime cupo e oppressivo che troppi oggi fingono di dimenticare. Ma il girotondo le somigliava troppo perché l’idea non fosse stata sua, in condominio con altre ragazze eccezionali di Milano (Marina e Ombretta Ingrascì e altre) e con i professori Paul Ginsborg e Pancho Pardi che manifestavano a Firenze.

 

Lei stava dietro le quinte, non amava apparire, nascondeva il suo sorriso bello e la sua cascata di capelli ricci e biondi, e intanto dava concretezza e organizzazione alle idee, agli umori e soprattutto ai malumori di Nanni, che aveva svegliato la società civile col famoso urlo di piazza Navona, sul palchetto allestito da Nando dalla Chiesa, al cospetto di tutto il politburo centrosinistro: “Con questi dirigenti non vinceremo mai!”.

MORETTI GIROTONDIMORETTI GIROTONDI

 

Fu quella, nei cinque anni del secondo governo B., l’unica vera opposizione, ovviamente vilipesa da destra e snobbata a sinistra (da quelli che, appunto, non avevano e non avrebbero vinto mai). Eppure Silvia non era un’attivista: era una vera intellettuale, anche se sarebbe arrossita nel sentirselo dire. Nata a Monza da madre francese (ferita gravemente nell’incidente di tre giorni fa) e padre maremmano, si era laureata in lingue alla Sorbona di Parigi e viveva a Roma, a Trastevere, dal 1988, lavorando come traduttrice, soprattutto nel mondo dell’arte e del cinema.

 

MORETTI GIROTONDIMORETTI GIROTONDI

Così aveva conosciuto Moretti (che l’aveva voluta nella parte di Carla ne La stanza del figlio) e tutti i grandi del cinema italiano. Aveva anche scritto tre romanzi molto belli: Voci d’un tempo, Gli ultimi figli e Distanza di fuga.

 

A gennaio, dopo la strage di Parigi, appena annunciammo che avremmo distribuito col Fatto il numero speciale di Charlie Hebdo, si era messa a nostra disposizione gratuitamente con Marina Astrologo e per due giorni era stata con noi in redazione a tradurre tutte le vignette e gli articoli. Con lo stesso entusiasmo, lo stesso impegno civile, la stessa intransigenza sorridente delle manifestazioni per la giustizia uguale per tutti. Guardandola ridere e lavorare sulle battute fulminanti e insanguinate dei satirici parigini, pensavo che brutto Paese è l’Italia, che ha dipinto per anni come trucidi e lugubri giustizialisti manettari i suoi cittadini migliori.

PANCHO PARDIPANCHO PARDI

 

Ma anche che bel Paese è l’Italia che, non si sa bene da dove né come, riesce ancora a partorire degli angeli laici come Silvia. Dai Silviolì, appena arrivi lassù organizza subito un bel girotondo. Ma, questa volta, tìratela un po’ e mettiti in prima fila. Così gli altri ti guardano e imparano come si fa.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?