antonio bassolino

UN ANNO DOPO DAGOSPIA, “CORRIERE” E “REPUBBLICA” SCOPRONO CHE BASSOLINO VUOLE CANDIDARSI A SINDACO DI NAPOLI E GLI TIRANO LA VOLATA IN CHIAVE ANTI-DE LUCA - MA IL PD POTREBBE “SUICIDARSI” ANCORA CON LE PRIMARIE (E A QUEL PUNTO POSSONO RIENTRARE RANIERI, PAGANO E COZZOLINO)

1. LA RISCOPERTA DI BASSOLINO

Carlo Tarallo per Dagospia

 

DE LUCA - BASSOLINODE LUCA - BASSOLINO

Primarie sì, primarie no. La corsa per la successione a Luigi De Magistris, che la prossima primavera concluderà (salvo miracoli) la sua non entusiasmante avventura come sindaco di Napoli, è già partita.

 

Scontata la ricandidatura di Giggino ‘a Manetta, con qualche lista civica di appoggio; probabile il tentativo di rivincita di Gianni “copiaeincolla” Lettieri, unico superstite di un centrodestra napoletano falcidiato dalle inchieste della magistratura e messo ko dalla gestione di Forza Italia targata Pascale-Rossi-Cesaro, che ha portato alla disfatta di Stefano Caldoro; pronti alla conquista della prima grande città i grillini; confusione totale, manco a dirlo, nel Pd, dove è già partita la corsa alla candidatura.

LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO

 

Dopo un annetto dalla previsione di Dagospia, i giornali locali si concentrano in questi giorni sull’ipotesi del grande ritorno di Antonio Bassolino. Lui, Nonno Antonio, ci pensa e ci lavora: non lo dice apertamente ma un ritorno a Palazzo San Giacomo gli piacerebbe moltissimo. Il problema è sempre lo stesso, quando si parla di Pd: le primarie.

 

Ed ecco che i democratici napoletani si stanno avviando sul percorso autolesionistico che più volte li ha visti “suicidarsi” politicamente intorno al dilemma dei dilemmi: primarie sì-primarie no. Bassolino le primarie le potrebbe anche accettare, ma solo se “confermative”: non gli va di sottoporsi alla conta interna.

 

DE MAGISTRISDE MAGISTRIS

Non è un caso se sia Repubblica che il Corriere del Mezzogiorno immaginano percorsi alternativi per arrivare alla designazione di Bassolino: o una investitura diretta da parte di Matteo Renzi o un commissariamento del partito a Napoli, da mettere nelle mani dello stesso Bassolino (che avrebbe poi la strada spianata per autoproclamarsi candidato).

 

Una ipotesi, quella di non far svolgere le primarie, che sembra studiata solo per “far fuori” gli altri potenziali candidati. Tre però sono già in campo, e fermarli sarà assai difficile: Umberto Ranieri, pupillo di Giorgio Napolitano e esponente storico del Pd, di cui è stato fondatore, ha già iniziato da tempo un dialogo con i movimenti civici della città e potrebbe unire i piddini “anti-bassolino”;

GRAZIELLA PAGANOGRAZIELLA PAGANO

 

Graziella Pagano, vulcanica ex senatrice, ha già annunciato la sua candidatura ed è attivissima sui social network; Andrea Cozzolino, europarlamentare, sconfitto alle primarie per la Regione da Vincenzo De Luca, è pronto a rilanciare la sfida dopo il caos delle primarie del 2011 contro Ranieri. Cozzolino è però alternativo a Bassolino: o si candida l’uno, o l’altro.

 

A proposito di De Luca: lo sceicco di Salerno non vede l’ora di “scegliere” personalmente il sindaco di Napoli. Terrorizzato dalla prospettiva di ritrovarsi Bassolino a Palazzo San Giacomo, con l’inevitabile “oscuramento” che comporterebbe per il governatore, De Luca lavora nell’ombra per mettere i bastoni tra le ruote a Nonno Antonio e agli altri candidati “non deluchiani ortodossi”, ed è tentato dal sostegno a Leonardo Impegno, giovane deputato Pd figlio di Berardo, notabile della sinistra napoletana del secolo scorso e avversario storico di Bassolino.

Umberto Ranieri Umberto Ranieri

 

2. BASSOLINO, MISSIONE RITORNO. PRESSING PER LA RICANDIDATURA

Conchita Sannino per “la Repubblica - Edizione Napoli”

 

Rimpianto da molti come sindaco operoso e costruttivo, oggi indicato come "padre nobile" maturato anche su errori, critiche e processi dai quali è uscito a testa alta. Oppure avversato come volto di un Rinascimento fittizio, simbolo di un tempo, quello dei sindaci leader (dalemianamente bollati come "cacicchi"), che è stato. Eppure, comunque la si pensi, la partita è aperta in vista delle prossime amministrative.

 

Un cantiere in pieno corso: sotto l'indolente ombrellone d'agosto. Contatti e progetti che rendono bollenti le linee nel Pd tra Napoli e Roma. In tre parole: missione Antonio Bassolino. Ritorno a San Giacomo.

 

Andrea Cozzolino Andrea Cozzolino

E lui? Lui, il leader del quasi ventennio, sindaco dal '93 al 2000, e governatore fino al 2010, come sempre quando la cosa si fa seria, sorride e si dilegua. Lascia che a parlare siano gli altri. Oppure, più efficacemente i suoi "post". L'ultimo, prima che salutasse direttamente i suoi lettori con un "buone vacanze", era già indizio. "De Magistris è messo meno peggio di un anno fa, ma è ancora messo male. Dipende dagli altri. Si parla molto di possibili candidati. E la politica? È alla città che bisogna parlare, non a se stessi", scriveva Bassolino. Tradotto: uscite fuori, tra i cittadini, per capire.

 

LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO

Una scena che vede il Pd spaccato in almeno tre fronti (ma le sub-correnti sono molte di più). Una parte, in cui spiccano i dalemiani rappresentati a Napoli da un Massimo Paolucci in cerca di radicamento cittadino, che sostengono questa ipotesi, lavorano per allargare il campo e addirittura pensano di lanciare un'iniziativa ad hoc a ridosso della festa dell'Unità regionale a settembre, fissata ad Ercolano, dov'è atteso lo stesso premier; un'altra parte, anche renziana, che non sa dove andare e si limita alla simpatia col vecchio leader, guarda i recenti scambi tra Bassolino e Francesco Nicodemo; e un terzo blocco palesemente contro o molto diffidente - governatore De Luca compreso, sulla cui benedizione come aspirante sindaco conta, e non poco, il parlamentare Leonardo Impegno.

 

LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO

Sembra che gli stessi candidati in pectore quarantenni del Pd siano tutti spiazzati dall'ipotesi: amici e non più amici. Dall'ex pupillo Andrea Cozzolino, che da anni e rovinosamente si proietta verso piazza Municipio, a Gennaro Migliore, cui effettivamente il "giglio" magico renziano ha pensato come sfidante di de Magistris. Dallo stesso Impegno a Valeria Valente, i cui ultimi desideri sembrano più ispirati a posizionarsi per un futuro collegio alle politiche, che a coltivare il sogno del Comune.

 

Fatto sta che il nome di Bassolino, ricorre sempre più spesso nei saltuari pre-sondaggi estivi sul dopo de Magistris. L'ex governatore non fa mistero del fatto che siano in tanti a chiederglielo, e a tutti ha sempre risposto con muti sorrisi. Ma i tempi sono più stretti di quanto appaia. E le carte si scopriranno a settembre: sia dinanzi a Renzi, che a Napoli.

 

A Roma c'è un tavolo già fissato, come conferma il segretario Assunta Tartaglione, per discutere di amministrative e di Napoli in primis; e c'è chi, preoccupato dalla piega che può prendere la nostalgia per Bassolino, ha già avvertito il segretario-premier che bisognerà muoversi d'anticipo e lavorare per tempo a un'alternativa.

 

LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO

Intanto, sul sindaco che fu il volto luminoso di Napoli al G7 spingono molto ambienti intellettuali, oltre che produttivi. "Com'è strana la vita", avrebbe commentato Antonio, "dopo anni di sofferenza e silenzio". Ma lui è della vecchia scuola, fedeltà al partito e vicinanza all'elettorato. Chissà che alla fine - nell'onda dei sindaci dell'eterno ritorno, da Orlando a Palermo, a Bianco a Catania - non speri d'assaporare il gusto d'una rivincita.

 

3. COMUNALI A NAPOLI, IDENTIKIT DI UN SINDACO

Paolo Macry per “il Corriere del Mezzogiorno”

 

Mancano nove mesi alle elezioni per palazzo San Giacomo e grande è la confusione sotto il cielo. Diversamente dall’opinione del vecchio Mao, tuttavia, questo non significa che la situazione sia eccellente. Luigi de Magistris cerca di costruire una sua area di opinione e c’è chi lo prende sul serio. La destra è frammentata, afona, senza leadership. Gianni Lettieri si prepara alle seconde Olimpiadi. I 5S stanno a guardare sornioni. E la sinistra?

 

BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO

Appare anch’essa, come la destra, in panne, sebbene controlli Regione e hinterland. Non è renziana, data la defaillance dei renziani locali. Non è deluchiana, vista l’autoreferenzialità del governatore. Non è demagistrisiana, malgrado anni di ambiguità.

Un arcipelago di notabili, che continua affannosamente a cercare il proprio uomo, avendone già bruciati molti, da Cozzolino a Ranieri e Migliore. Resta il padre nobile, Antonio Bassolino, che, un giorno sì e un giorno no, voci di corridoio danno per possibile candidato. Un’opzione realistica? Difficile dirlo.

 

Sull’ex-sindaco, naturalmente, si riverserebbero critiche e rancori (anche casalinghi) in quantità industriale. Senza dire di De Luca, che non gli è mai stato amico. Un simile déjà vu appare a molti troppo rischioso.

 

BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO BASSOLINO PRESENTA IL LIBRO FOTO BY GENNY MANZO

A meno che Renzi, già spiazzato dalla vicenda delle regionali, questa volta non voglia mettere i piedi nel piatto. Come? Riproponendo il modello Ercolano, sicuramente il più vicino al suo modo di fare politica. A Ercolano, dopo i noti travagli (tessere gonfiate, inchieste giudiziarie, candidature non condivise), la segreteria romana decise di commissariare il partito, mandando sul posto Teresa Armato.

 

E la Armato fece una fortunata operazione di scouting, lanciando nella mischia il giovane Ciro Buonajuto e, nel nome del rinnovamento, portandolo a una vittoria larga e trasversale. Certo, Napoli non è Ercolano e ogni intervento renziano potrebbe apparire troppo centralistico. E tuttavia, nel quadro attuale, difficilmente il partito cittadino avrebbe la forza di ribellarsi all’azzeramento delle cariche, alla rinuncia alle primarie e alla nomina di un commissario.

bassolino al seggio elezioni regionali bassolino al seggio elezioni regionali

 

Ma quale commissario? Forse proprio Bassolino. Ovvero colui che ha scontato i propri errori politici, è uscito indenne dai processi, ha riconquistato una voce nel dibattito pubblico. E conosce a menadito il contesto napoletano e i suoi uomini. Sarebbe questo il vero déjà vu, perché anche nel 1993, all’indomani di Tangentopoli, Bassolino era stato chiamato a commissariare l’allora Pds (e dal commissariamento era nata poi la sua candidatura a sindaco). Si dirà che nel frattempo il leader ha pensato piuttosto alle Dolomiti e all’Himalaya. Sì, ma anche quelle, raccontano le cronache, é riuscito a scalarle.

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")