ANTI-POLITICA ANTI-PD - RENZI TEME CHE ALLE PROSSIME TORNATE ELETTORALI LA SOGLIA DELL’ASTENSIONE OSCILLI TRA IL 50 E IL 60% - E IL PD, ALLE REGIONALI DI DOMENICA IN EMILIA ROMAGNA E IN CALABRIA, TEME PERCENTUALI MINIMAL

E l’appuntamento elettorale della primavera del 2015 non è più facile - In Liguria l’”emergenza fango” non favorisce certo il Pd che da anni governa la Regione e Genova. E si torna a parlare della candidatura di Andrea Orlando saltando le primarie - In Campania Cozzolino, Picierno e De Luca non convincono…

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Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera

 

renzi con il koala renzi con il koala

Da quando ha preso nelle sue mani le redini del Partito democratico, prima, e del governo, poi, Matteo Renzi non ha perso un’elezione. Ha vinto in Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Piemonte. Ha ottenuto un successo clamoroso alle Europee, sfiorando il 41 per cento. Un trionfo tale che ha fatto passare in secondo piano l’alto numero delle astensioni. Ma questa volta non sarà così. E lui lo sa bene. 
 

Ora gli occhi sono puntati sull’affluenza elettorale in Emilia-Romagna, che andrà al voto, insieme alla Calabria, domenica prossima. La vittoria del Pd di Renzi è scontata e in entrambi i casi dovrebbe essere consistente, ma è previsto un aumento dell’astensionismo in Emilia, dove esponenti del Partito democratico sono stati coinvolti nella vicenda delle spese pazze della Regione, e anche in Calabria. 
 

E l’appuntamento elettorale della primavera del 2015 non si presenta più facile. Nei sondaggi la percentuale degli indecisi e di chi ritiene di non andare a votare oscilla tra il 50 e il 60%. In Liguria l’«emergenza fango» non favorisce certo il Pd che da anni governa la Regione e Genova. Tant’è vero che si torna a parlare della candidatura del ministro della Giustizia Andrea Orlando e dell’opportunità di saltare le primarie per non dividere un partito che, certamente non è messo bene.

 

matteo renzi andrea orlando matteo renzi andrea orlando

In Campania nessuno degli esponenti del Pd che si vuole candidare convince veramente Renzi. I nomi sono quelli di Cozzolino, Picierno e, se avrà risolto i suoi problemi con la giustizia, De Luca. In Veneto, dove alle Europee Renzi era andato benissimo, la partita è più che difficile. La Regione va molto bene, il suo governatore Luca Zaia è difficilmente attaccabile in campagna elettorale e Alessandra Moretti viene giudicata non fortissima anche a largo del Nazareno. 
 

Questi sono tutti elementi ben presenti nella mente del premier. Il quale, non a caso, ieri ha inviato una e-News con uno spiccato tono da propaganda elettorale per fare un bilancio delle cose fatte finora e ricordare l’appuntamento con le urne di domenica. 

ALESSANDRA MORETTI ALESSANDRA MORETTI


Nella sua missiva Renzi sottolinea innanzitutto che la «stragrande maggioranza dei partecipanti» del G20 di Brisbane considera «miope l’esclusiva attenzione all’austerità e al rigore» e ritiene che sia giunto «il momento di scommettere sulla crescita e sugli investimenti»: «È un grande passo in avanti che noi italiani abbiamo proposto e imposto all’Europa». 
 

Secondo punto, il Jobs act: «È un provvedimento che non toglie diritti, ma alibi. Ai sindacati, alle imprese, ai politici». Quindi la legge di Stabilità, che, per Renzi, garantisce più assunzioni e meno tasse. Poi, la scuola. La «grande consultazione» indetta dal governo «ha visto una partecipazione molto positiva», «gli strumenti legislativi sono pronti, adesso si può provare a partire anche in Parlamento». 
 

Andrea Cozzolino Andrea Cozzolino

Nella sua e-News il presidente del Consiglio non rinuncia a una stoccata all’indirizzo di chi lo ha criticato per le cene di autofinanziamento: «Abbiamo incassato un milione e mezzo di euro e con questi soldi possiamo evitare di mettere i dipendenti del Pd in cassa integrazione». Il resto, dunque, è «demagogia».

 

vincenzo de luca vincenzo de luca

Dopodiché una difesa dell’azione del suo esecutivo durante l’emergenza maltempo: «Uno dei primi atti del governo è stata la nomina di una specifica unità di missione contro il dissesto idro-geologico. Che in Italia è il frutto di «anni di cattiva urbanistica». Ma per questo bisogna sbloccare «le opere pubbliche» paralizzate dalla burocrazia e dalla cattiva politica. 


Il cuore della lettera però sta in un avvertimento con tanto di punto esclamativo: «Attenzione! Domenica 23 novembre si vota per due importanti regioni e io sarò impegnato a chiudere la campagna elettorale in Calabria e in Emilia-Romagna». Nella speranza di Palazzo Chigi che i titoli dei giornali siano dedicati all’«ennesima vittoria del Pd» di Renzi e non al fenomeno astensionismo... 

 

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