CON APPENA DUE ANNI DI RITARDO, GRILLO SCOPRE LA POLITICA E CERCA UN ACCORDO CON IL PD SULLA RAI - IL M5S SONDA IL TERRENO ANCHE SUL REDDITO GARANTITO MA RENZI FRENA: “NON CI SONO SOLDI”

Renzi già qualche giorno fa tese la mano, dopo che Grillo e Casaleggio nel documento consegnato a Mattarella avevano chiesto un’accelerazione della riforma dell’informazione della Rai - In una nota alle dieci di sera Renzi, definiva “molto interessante l’apertura di Beppe Grillo sulla Rai, non dimentico che lui dalla Rai fu cacciato”…

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Carlo Bertini per “la Stampa”

renzi e beppe grillo con il gelato renzi e beppe grillo con il gelato

 

Una risoluzione del Parlamento europeo del luglio 2011 chiedeva a tutti gli Stati europei di rafforzare il reddito minimo garantito e a Italia e Grecia di adottarlo al più presto. Il problema di garantire una sussistenza minima a chi è senza lavoro dunque esiste, impatta con lo stato delle finanze pubbliche e si capisce il perché, mentre scende le scale laterali di Montecitorio, Pier Carlo Padoan reagisca con un laconico «no comment» quando gli si chiede un parere su Grillo che sarebbe pronto a trattare sul reddito minimo garantito: non dice altro il ministro dell’Economia.

 

RENZI E GRILLO BARBIERE RENZI E GRILLO BARBIERE

Qualche cosa in più la dice il renziano doc Ernesto Carbone, membro della Commissione Finanze: «Costerebbe dai 13 ai 17 miliardi di euro. E dove li troviamo i soldi?». Ma al di là dello scetticismo su questo nodo, oggetto di varie proposte di legge in commissione Lavoro alla Camera e di altrettante al Senato, l’intervista al Corsera con cui Beppe Grillo si dice pronto al dialogo anche col Pd sul reddito di cittadinanza e sulla Rai, provoca contraccolpi. 
 

LA STRADA IN SALITA

Sul reddito di cittadinanza, gli stessi grillini più alti in grado non si fanno soverchie illusioni, mentre vedono «possibilità concrete sulla Rai». Sul reddito di cittadinanza invece i più convinti sono quelli di Sel. Vendola twitta subito «in Parlamento c’è una maggioranza possibile. Facciamolo. Ora».

 

GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI

E i suoi rilanciano il disegno di legge di Sel che prevede un assegno minimo di 600 euro al mese per tutti quelli sotto la soglia di povertà, da finanziare anche con una patrimoniale sui redditi sopra i 500 mila euro, nonché con una riduzione delle spese per gli armamenti, sulla falsariga della proposta dei 5Stelle in Senato. Che lega l’assegno minimo di 780 euro a chi accetta di seguire un percorso con lo Stato per trovare lavoro. Anche la minoranza bersaniana cavalca il tema, ma tutti sono consapevoli che il colpo grosso per aiutare i più poveri sarà difficile da realizzare.
 

LA RAI TERRENO D’INCONTRO

la coppia grillo e renzi la coppia grillo e renzi

È dunque piuttosto la Rai, anche a detta degli uomini del premier, che «può fornire un terreno di dialogo». Con il retropensiero sibillino che «quando loro ci sbatteranno la porta in faccia allora sarà giustificato intervenire per decreto». Renzi già qualche giorno fa tese la mano, dopo che Grillo e Casaleggio nel documento consegnato a Mattarella avevano chiesto un’accelerazione della riforma dell’informazione della Rai. In una nota alle dieci di sera Renzi, definiva «molto interessante l’apertura di Beppe Grillo sulla Rai, non dimentico che lui dalla Rai fu cacciato. Se c’è un argomento su cui ascolterei volentieri Grillo è proprio questo». 
 

GRILLO E VESPA c d dfe f e b GRILLO E VESPA c d dfe f e b

IL NODO DELL’OSTRUZIONISMO

Ma le prove generali di dialogo a tutto campo finiscono in un lampo. Dopo che il capogruppo Roberto Speranza se ne esce dichiarando che «se Grillo cambia rotta, il Pd è pronto al confronto»; dopo che la Boschi fa notare «noi non siamo mai stati chiusi al dialogo, non cambiamo idea», il leader dei 5Stelle si irrigidisce: «Forse è il Pd che deve cambiare rotta, dritto verso la democrazia! Hic manebimus optime».

 

Dando così buon gioco al vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, di rimettere le cose al punto di partenza. «Come volevasi dimostrare: Grillo scende dal tetto e poi ci risale immediatamente. D’altra parte in questi mesi ci ha abituati a cambi di linea così repentini da generare sospetti». Insomma, il Pd aspetta che Grillo dia un segnale concreto, rinunciando magari all’ostruzionismo quando da lunedì in aula alla Camera si dovrà votare quella riforma degli assetti costituzionali.

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