maduro petro bolivar

APPUNTI PER TRIA E DI MAIO - MADURO HA SOSTITUITO LA VALUTA NAZIONALE, IL BOLIVAR, CON UNA NUOVA MONETA SOVRANA INDICIZZATA AL "PETRO", UNA CRIPTOVALUTA DI STATO: SPERA DI COMBATTERE L’INFLAZIONE TOGLIENDO 5 ZERI NEL NUOVO TASSO DI CAMBIO - I VENEZUELANI NON APPREZZANO E SCAPPANO: IL BRASILE PER SCACCIARLI SCHIERA L’ESERCITO

1 – IL VENEZUELA CONTRO L' INFLAZIONE PUNTA SULLA CRIPTOVALUTA STATALE

Giovambattista Palumbo per “il Messaggero”

 

PETRO VENEZUELA

Ieri, domenica 20 agosto, il Venezuela ha sostituito la propria valuta nazionale, il bolivar, con il nuovo bolivar sovrano (o bolivar soberano), collegato alla criptovaluta di Stato, denominata Petro.

 

Per far fronte alla ormai insostenibile inflazione della valuta nazionale, Maduro ha quindi deciso un nuovo tasso di cambio: in sostanza, rispetto al bolivar, al bolivar sovrano vengono tolti 5 zeri.

 

Il bolivar sovrano sarà quindi agganciato al Petro, la moneta virtuale nazionale, già lanciata a febbraio 2018, quando il governo venezuelano ne aveva avviato la prevendita per circa 100 milioni di coin, equivalenti a 6 miliardi di dollari.

 

VENEZUELA SEGGIO ELETTORALE VUOTO MADURO

La prima criptovaluta diventata moneta di Stato. Il che, in realtà, potrebbe sembrare un vero e proprio ossimoro: per fare fronte all' inflazione incontrollata si punta sullo strumento delle criptovalute, come noto soggette a forti oscillazioni, e non idonee dunque ad assolvere a funzione di riserva stabile di valore.

 

L' INNOVAZIONE

Il Petro, tuttavia, non è una criptovaluta tradizionale, ma, appunto, una criptovaluta statale, garantita dalle riserve petrolifere e auree del paese, che, almeno nei proclami, ne dovrebbero assicurare una maggiore stabilità.

venezuela

 

Dal 20 agosto il Venezuela avrà quindi due valute, il Petro, riconosciuto ufficialmente anche dall' Opec (Organization of the Petroleum Exporting Countries), e il bolivar sovrano, indicizzato al primo e la Banca Centrale inizierà a pubblicare le cifre ufficiali del valore del bolivar sovrano secondo il Petro e il valore del Petro secondo le valute internazionali.

 

L' esborso iniziale utilizzerà la piattaforma Ethereum e il prezzo del Petro sarà correlato a quello di un barile di petrolio venezuelano. I suoi principali utilizzi saranno i seguenti: metodo di pagamento per il petrolio venezuelano, tramite scambio diretto tra criptovaluta e spedizione di greggio; metodo di pagamento legale nel territorio venezuelano, per pagare tasse, multe e dazi, sia per le persone individuali che per le imprese. E per promuoverne l' uso, ci sarà anche uno speciale sconto del 10%, rispetto al pagamento in valuta tradizionale (Bolivars).

 

LA DOPPIA FUNZIONE

venezuela 8

Il Petro, in conclusione, assolverà ad una duplice funzione. Sul territorio venezuelano rappresenterà un mezzo di pagamento legale, mentre in sede internazionale costituirà un cripto-asset condizionalmente stabile (anche il petrolio ha infatti una sua volatilità specifica): in poche parole un future petrolifero senza una specifica data di consegna.

 

Insomma, il Petro è più simile al normale denaro e agli strumenti finanziari convenzionali che alle criptovalute vere e proprie. Basterà questo a fermare l' inflazione? Le criptovalute di solito sono deflattive, mirando ad acquisire valore nel tempo, come, per esempio, nel caso di Bitcoin.

drone attacca il comizio di maduro 5

 

LA ROTTA

Il Petro, allora, sarà deflattivo, o inflattivo? Se si dovesse scommettere, sarebbe più probabile la seconda, anche considerata l' iperinflazione che ha colpito il Bolivar. E, del resto, la differenza del Petro rispetto alle criptovalute ordinarie è che per queste non esiste un ente emittente.

 

Ma a chi emette moneta (virtuale o non che sia) non conviene, di solito, che questa sia deflattiva, in particolare laddove cerchi di sfruttare il signoraggio per guadagnare dall' emissione di nuova moneta. E questo porta all' inflazione e quindi alla perdita di valore della moneta. Riuscirà il Petro ad invertire la rotta? O meglio, si vorrà con il Petro invertire la rotta? Ai posteri l' ardua sentenza.

 

2 – L' AMERICA LATINA DEGLI EMIGRANTI CACCIA VENEZUELANI E NICARAGUENSI

Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”

 

schemidt uomo in fiamme venezuela

Paesi che negli ultimi 20 anni hanno esportato migranti in gran quantità, come il Brasile, il Perù, l' Ecuador, e la Colombia si ritrovano ora a fare i conti con centinaia di immigrati in entrata, in fuga in particolare dalla Colombia, ma anche dal Nicaragua.

 

La reazione è un po' quella che ci si aspetta ovunque, senza tante ipocrisie i vicini li hanno accolti finché hanno potuto, ma quando la situazione è diventata insostenibile per la mera quantità numerica degli arrivi e per le tensioni che si sono create nelle zone di confine e nelle aree dove sono stati allestiti i campi profughi, anche a quelle latitudini hanno deciso di chiudere le porte, di riportare indietro i clandestini e di inviare i soldati.

venezuela alla fame

 

IL SOCIALISMO DISUMANO

Il governo brasiliano ha appena dislocato 120 soldati della National Force nello Stato di Roraima al confine con il Venezuela, dopo gli scontri tra immigrati e popolazioni locali, tra le più povere di tutto il Brasile.

 

La situazione è degenerata dopo che un commerciante è stato aggredito e derubato e centinaia di cittadini di Pacaraima (12mila abitanti) hanno deciso di vendicarsi dando fuoco a due campi profughi. Si è passati alle mani, alle spranghe e alle pistole, con feriti tra i brasiliani e presumibilmente anche tra gli immigrati, anche se sulla loro sorte non è stato comunicato nulla.

drone attacca il comizio di maduro 6

 

Nei primi 6 mesi dell' anno oltre 56mila venezuelani hanno varcato il confine con il Brasile e hanno tentato di regolarizzare la loro posizione con le autorità di Boa Vista, la capitale dello Stato. Ma l' epoca dei permessi temporanei è finita e sembra invece iniziata quella dei rimpatri. Nello scorso fine settimana ne sono stati rispediti a casa 1.200.

 

La situazione sta diventando insostenibile anche in Perù, dove due settimane fa sono riusciti ad entrare nel Paese la bellezza di 20mila disgraziati in fuga da Maduro, 5mila solo sabato.

 

PETRO VENEZUELA

Un' invasione che ha costretto il governo di Lima ad anticipare misure, già previste nei prossimi mesi, come l' introduzione dal 25 agosto in poi dell' obbligo del passaporto per entrare nel Paese (finora ai venezuelani bastava solo la carta d' identità). Peraltro Venezuela e Perù non hanno confini comuni, ma gli immigrati in questione sono quelli di fatto cacciati dalla Colombia e poi dall' Ecuador, che a loro volta hanno deciso di passare alle maniere forti e di non concedere più permessi di soggiorno.

DUE MILIONI E MEZZO IN FUGA

venezuela 6

Si ripete lo stesso meccanismo europeo, con gli Stati che si rimpallano gli immigrati ormai diventati insostenibili per numero. Ma con la differenza che in Sud America non esiste alcun trattato di Dublino.

 

Si calcola che, dall' inizio della grande fuga, dal Venezuela socialista se ne siano andati in due milioni e mezzo, la maggior parte dei quali siano finiti in Colombia. Circa 800mila hanno ottenuto un permesso temporaneo da Bogotà, 400mila ne hanno ottenuto uno di lavoro da Lima.

 

Secondo i dati ufficiali in Ecuador ce ne sarebbero 250mila, molti di loro però vorrebbero raggiungere il Perù e il prospero Cile. Al confine tra Ecuador e Perù, nella regione di Tumbes, migliaia di migranti dormono per strada in attesa di poter passare.

venezuela 7

 

Una buona parte di immigrati sostiene di essere pronta a far ritorno in Patria qualora la situazione dovesse migliorare. Proprio ieri Maduro ha lanciato il suo programma di riforme che prevede la seconda riconversione monetaria in dieci anni, con la cancellazione di 5 zeri dall' attuale Bolivar e l' ancoraggio della valuta alla criptomoneta Petro, a sua volta collegata ai pozzi petroliferi. Un gioco di prestigio destinato a fallire amaramente.

venezuela 3venezuela 9venezuela 2venezuela 5

 

venezuela 4venezuela alla famevenezuela 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...